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PARIGI: 42 MILA EURO PER IL FOLK CLUB

Antonella Parigi
L'Antonellina s'è un po' incacchiata, a leggere l'articolo uscito oggi su Repubblica a proposito della difficile situazione economica del Folk Club. E s'è affrettata a ricordare a mezzo Facebook che la Regione, e lei come assessore alla Cultura, hanno sempre fatto "il loro dovere". Io non mi sento coinvolto nella baruffa: personalmente, quando una dozzina di giorni fa mi sono occupato della faccenda, come sempre ho riportato i conti, precisando che l'unico contributo pubblico al Folk Club arriva per l'appunto dalla Regione, mentre il Comune, da anni, non caccia un centesimo che sia uno. In effetti, dall'articolo in questione chi non conosce bene i fatti potrebbe invece dedurre che i guai del Folk Club dipendano esclusivamente dalla Regione. Comunque vi copio il post della Parigi, anche perché contiene un dato in più, ovvero che quest'anno il finanziamento regionale per il Folk Club sale a 42 mila euro.

Il post dell'assessore

"Mi dispiace leggere quanto le difficoltà del Folk Club siano diventate sempre più onerose: credo che sia un’importante istituzione torinese e un suo ridimensionamento sarebbe una perdita per tutto il sistema della musica dal vivo. Allo stesso tempo, però, credo che come Regione per questo caso ci siamo spesi come in poche altre occasioni. Un sostegno che non è mai mancato, a partire dalla gestione di Maison Musique, per la quale ci siamo spesi coinvolgendo il Circolo dei Lettori, investendo risorse per riacquistare l’attrezzatura e attivando tutti passaggi necessari per smuovere una situazione di stallo e far ripartire la struttura (che peraltro ancora non è ripartita perché non si trova un gestore per i servizi di ristorazione, NdG). Allo stesso modo per l’archivio del Crel ci siamo attivati per il passaggio al Polo del 900, con il supporto anche economico della Compagnia di San Paolo e riconoscendone il grande valore culturale. Infine i finanziamenti al Folk Club, che per il 2016 sono ulteriormente aumentati arrivando a 42 mila euro, a conferma del nostro supporto, e che sono stati pagati per tutto quello che ci era possibile (penso si riferisca ai contributi del 2014, saldati di recente, NdG), compatibilmente con la nostra situazione di cassa. Non credo quindi si possa imputare alla Regione Piemonte di aver abbandonato il Folk Club: il nostro compito è quello fornire parte dei fondi e delle risorse di cui gli enti culturali hanno bisogno, ma non possiamo farlo per la loro totalità. Un incarico che ritengo sia stato svolto anche oltre i nostri ristretti ambiti istituzionali, e per cui mi sarei aspettata una maggiore gratitudine nei confronti dell’Assessorato che rappresento" (e qui non sono d'accordo, perché non è una questione di gratitudine o ingratitudine. La gratitudine può riguardare chi, senza esservi tenuto, si spende per sostenere il Folk Club. Ma per un ente pubblico è un'altra faccenda. O la Regione dà quei soldi perché finanziano una scelta di politica culturale dell'ente a vantaggio dei cittadini, e quindi non c'entra la gratitudine, perché chi li riceve li riceve per un servizio di pubblica utilità cui assolve; oppure il finanziamento non risponde a una scelta di politica culturale dell'ente, e allora i soldi non si danno. A parer mio, nel caso del Folk Club quei soldi hanno una pubblica utilità, e quindi la Regione dandoli fa il suo dovere; mentre trovo a dir poco opinabile - e a dir tutto una minchiata - la scelta del Comune di lavarsene le mani, rimandando i meschini a un fantomatico bando per la spartizione dei finanziamenti; un bando che premierà, in base a criteri ancora da definire, una miriade di associazioni con micro-finanziamenti a pioggia, NdG).

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