Ok, ci rinuncio
Volevo proprio prendermi una pausa per Natale.
Tanto non c'è granché da scrivere.
Le solite cazzate.
Il Natale coi fiocchi ogni giorno fa cagare, as usual, e lorsignori con quelle facce da impuniti fanno finta di niente, manco fosse tutto normale, manco fosse normale tentare di riempire la città di baracche e non riuscirci neppure bene, e vi faccio grazia del "programma culturale" (seeee....) e dei manichini acchittati da albero di Natale, e insomma, se è una barzelletta non fa ridere.
Intanto al Salone del Libro continuano a raccontarsi un altro film, tipo che avranno anche Einaudi, ah sì, a Milano fanno lo stand e a Torino il "punto", che è un modo elegante per dire una bancarella, ma tutto va bene signora la marchesa, e chessaramai; e tutti a compiacersi perché hanno strappato la nobile concessione di ospitare una bancarella dove Einaudi venderà i suoi libri dato che all'Einaudi non sono fessi e i soldi dei visitatori del Salone di Torino suono buoni quanto quelli dei visitatori del Salone del Milano.
Dulcis in fundo, l'altro ieri vado al Consiglio comunale e c'è un tipo che dovrebbe essere un tipo affidabile dato che insegna al prestigioso Politecnico, che dice che vuole "decartolarizzare" la Cavallerizza, e restaurarla, e "restituirla ai cittadini", e lasciar fuori i biechi interessi privati, e però non mi spiega per filo e per segno dove pensa di trovare gli 8 milioni per decartolarizzare e i 50 per restaurare, per non dire dei milioni - diciamo a star bassi mezza dozzina all'anno? - per mantenere il baraccone, visto che non c'è un soldo in cassa e sono lì a fare i numeri a colori per quadrare un bilancio che non quadra...
E insomma, dimmi tu se uno, alla mia età, e nella settimana di Natale, dovrebbe perdere il suo tempo ormai limitato per stare dietro a questa inenarrabile montagna di blateramenti a ufo.
Ditemi se sono scemo io o sono scemi loro.
Ieri un comunicato del Comune annuncia che "la Città di Torino ha indicato Maurizio Cibrario alla presidenza della Fondazione Torino Musei, vacante dalle dimissioni di Patrizia Asproni. Il nome dell'ex top manager della Martini - una grande esperienza nel recupero e nella valorizzazione del patrimonio culturale e già presidente della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Storici e Artistici di Torino - ha trovato il consenso degli altri soci della Fondazione; la nomina sarà approvata nel prossimo Consiglio comunale". Seguono le consuete baggianate di rito: "Ringraziamo Cibrario per la disponibilità - dichiara l'assessora alla Cultura (credo si riferiscano all'assessore alle Fontane, NdG), Francesca Leon - La sua esperienza, che coniuga una profonda conoscenza del mondo industriale e di quello culturale, contribuirà a continuare il lavoro di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio storico artistico della Città" e "La nomina mi onora, per il prestigio dell'incarico in se stesso, e per il riferimento alla Città, al ruolo che ha avuto, e che ha e che avrà in futuro - sottolinea Cibrario".
Vabbé, lo sapevano anche i bambini. Io l'ho scritto il 1° dicembre, che avrebbero nominato Cibrario, e il 3 dicembre quelli del Comune si sono degnati di dirlo a quelli della Regione e agli altri soci della Fondazione (Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt); e insomma non si capiva cosa aspettassero il sindaco e Appendino ad annunciarlo ufficialmente a noi poveri fessi che paghiamo il loro ridicolo barnum, dato che hanno cacciato l'Asproni (vabbé, l'hanno costretta a dimettersi...) il 24 ottobre, e in questi due mesi la Fondazione Musei decapitata è andata a schifìo, e ci stavano facendo una figura dimmerda.
Il solito Crociato Padano Fabrizio Ricca già il 21 novembre aveva presentato apposita interpellanza, chiedendo ragione del ritardo; interpellanza che si doveva discutere in Sala Rossa - con molto comodo... - lunedì passato; ma combinazione l'assessore alle Fontane non c'era, e così hanno ancora rinviato la discussione, con Ricca che piantava un casino della madonna.
In effetti anch'io non mi capacitavo. Capisco tutto, comprese la più prava neghittosità e la più sprezzante protervia. Ma collezionare figure dimmerda per il gusto di collezionarle, questo non me lo spiego neppure in personalità complesse come quelle del sindaco e delle sue girls.
Ora il mistero è in parte chiarito. Se il 1° dicembre Gabo annunciava al popolo la presidenza di Cibrario, e il 3 dicembre il Comune la annunciava alla Regione agli altri soci, soltanto il 5 dicembre Maurizio Cibrario inviava il curriculum vitae per rispondere all'avviso di nomina per la Fondazione Musei, pubblicato sul sito del Comune il 30 agosto.
Di conseguenza soltanto il 13 dicembre il sindaco, tramite lettera a firma Appendino, comunicava l'intenzione di designare Cibrario per la Fondazione Musei. Lo comunicava a chi? Al presidente del Consiglio comunale, al vicepresidente del Consiglio medesimo, e ai capigruppo. Che poi la comunicazione sia arrivata, è da appurare. Di certo Fabrizio Ricca, che è capogruppo (e unico rappresentate) della Lega, lunedì scorso non lo sapeva: sennò sarebbe stato totalmente cretino a insistere tanto per discutere un'interpellanza superata dai fatti.
Riuscite a seguirmi? Bravi. A questo punto sorgono spontanee alcune domande:
1) La Fondazione Musei porta sfiga? Lo chiedo perché già con la nomina di Roberto Coda nel Consiglio direttivo il trio Giordano è riuscito a combinare una supercazzola galattica, da vergognarsi per tutta la vita.
2) Come funzionano le comunicazioni interne in Municipio? Quei genii si parlano? Spediscono le lettere? Leggono la posta? E più in generale, sono in grado di parlare e di leggere?
3) Perché, se la lettera è del 13 dicembre, soltanto il 20 dicembre si degnano di mandare un comunicato per la stampa? Ritengono forse, quei pomposi gradassi, di potersi fare e disfare i cazzacci propri senza neppur degnarsi di informarne con assoluta tempestività i cretini che li stipendiano? Oppure paghiamo un ufficio stampa del Comune giusto per il gusto estetico (assai soggettivo...) di avercelo?
4) Il Crociato Padano, presumo perché lo disegnano così, adesso pianta casino lamentando che Cibrario viene scelto senza bando. Com'è nella sua natura, Ricca guarda il dito. A parte che a Torino bando è sinonimo di carta da culo, Ricca mostra d'ignorare che nessuna legge impone il ricorso al bando per la carica di presidente, che è carica squisitamente politica, non tecnica. Vige invece il sistema dell'"avviso di nomina", al quale ciascun cittadino può rispondere presentando il curriculum, e tra quelle candidature la pubblica amministrazione è libera di scegliere chi preferisce. Ci mancherebbe ancora che pure lì quei perdigiorno si rifugiassero nel bando: in tal caso mi domanderei che ce li teniamo a fare, quei bamboccioni, se non hanno neppure il coraggio civile di scegliere il presidente di una fondazione. Che cosa intendono allora per "amministrare", quei quattro falabracchi? Scaldare poltrone e compiacersi della propria nullità?
Eccheccazzo, non è difficile fare le cose per benino, alla luce del sole. Vuoi nominare Cibrario (persona peraltro degnissima, per cui non capisco cos'abbiano da nascondere) presidente della Fondazione Musei? Magnifico, siamo gente di mondo, comportiamoci da gente di mondo. Prima ti metti d'accordo con gli altri soci, poi chiami in privato Cibrario, gli chiedi di mandare il curriculum, e quando il curriculum arriva lo scegli e comunichi IMMEDIATAMENTE la decisione ai tuoi datori di lavoro-contribuenti.
Non è che prima lasci filtrare le notizie per vedere l'effetto che fa, poi ti occupi delle pratiche burocratiche, quindi ci metti il giusto a convincere la Regione che dopo lo scherzetto del Museo del Cinema ha il dente avvelenato, e infine tieni a bagnomaria la notizia per una settimana finché un consigliere d'opposizione non comincia a fare casino.
1) La trattative fra Comune e Regione per la direzione del Museo del Cinema e la presidenza della Fondazione Musei viaggiano in parallelo, suppongo cercando una mediazione. Questo spiegherebbe l'incredibile ritardo delle nomine. Quando, il 12 dicembre, scoppia il merdone del Museo del Cinema, la Regione si mette di traverso sulla Fondazione Musei; ma il sindaco e Appendino reagiscono a muso duro, forzando la mano e nominando Cibrario l'indomani stesso, 13 dicembre, con firma suggellata in gotico latino e bulla del pontefice.
2) A questo punto, presumo, la Regione minaccia di scatenare l'inferno al momento del voto in Consiglio direttivo. Oh già, perché a norma di Statuto la nomina deve essere votata dal Consiglio direttivo su proposta (rpt. proposta) del sindaco. Nel Consiglio direttivo della Fondazione Musei siedono, oltre al fedelissimo appendiniano Coda, per la Regione Antonella Parigi (che come ben si sa di questi tempi ama tantissimo il trio Giordano...), per la Fondazione Crt Cristina Giovando, e per la Compagnia di San Paolo Piero Gastaldo, già bersaglio degli strali di Appendino quando entrò nella Fondazione per il Libro (per non dire di quel che è capitato con Profumo...). Fate un po' voi...
3) Di conseguenza i comunardi tengono la notizia sottotraccia per una settimana, strologando su come uscire dal merdone; e chissà se l'ufficializzazione a mezzo stampa è segno che con la Regione si sono messi d'accordo, e se è un'altra forzatura...
Oggi mi tocca appurare, maledetti loro.
Ma intanto, posso dire che comincio ad averne le palle che versano?
No, carini. Questo non è lavorare bene. Questo è un circo.
E io, fin da bambino, ho sempre detestato i circhi.
Volevo proprio prendermi una pausa per Natale.
Tanto non c'è granché da scrivere.
Le solite cazzate.
Il Natale coi fiocchi ogni giorno fa cagare, as usual, e lorsignori con quelle facce da impuniti fanno finta di niente, manco fosse tutto normale, manco fosse normale tentare di riempire la città di baracche e non riuscirci neppure bene, e vi faccio grazia del "programma culturale" (seeee....) e dei manichini acchittati da albero di Natale, e insomma, se è una barzelletta non fa ridere.
Intanto al Salone del Libro continuano a raccontarsi un altro film, tipo che avranno anche Einaudi, ah sì, a Milano fanno lo stand e a Torino il "punto", che è un modo elegante per dire una bancarella, ma tutto va bene signora la marchesa, e chessaramai; e tutti a compiacersi perché hanno strappato la nobile concessione di ospitare una bancarella dove Einaudi venderà i suoi libri dato che all'Einaudi non sono fessi e i soldi dei visitatori del Salone di Torino suono buoni quanto quelli dei visitatori del Salone del Milano.
Dulcis in fundo, l'altro ieri vado al Consiglio comunale e c'è un tipo che dovrebbe essere un tipo affidabile dato che insegna al prestigioso Politecnico, che dice che vuole "decartolarizzare" la Cavallerizza, e restaurarla, e "restituirla ai cittadini", e lasciar fuori i biechi interessi privati, e però non mi spiega per filo e per segno dove pensa di trovare gli 8 milioni per decartolarizzare e i 50 per restaurare, per non dire dei milioni - diciamo a star bassi mezza dozzina all'anno? - per mantenere il baraccone, visto che non c'è un soldo in cassa e sono lì a fare i numeri a colori per quadrare un bilancio che non quadra...
E insomma, dimmi tu se uno, alla mia età, e nella settimana di Natale, dovrebbe perdere il suo tempo ormai limitato per stare dietro a questa inenarrabile montagna di blateramenti a ufo.
L'incomprensibile minchiata
Ma quest'ultima minchiata stento a capirla.Ditemi se sono scemo io o sono scemi loro.
Ieri un comunicato del Comune annuncia che "la Città di Torino ha indicato Maurizio Cibrario alla presidenza della Fondazione Torino Musei, vacante dalle dimissioni di Patrizia Asproni. Il nome dell'ex top manager della Martini - una grande esperienza nel recupero e nella valorizzazione del patrimonio culturale e già presidente della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Storici e Artistici di Torino - ha trovato il consenso degli altri soci della Fondazione; la nomina sarà approvata nel prossimo Consiglio comunale". Seguono le consuete baggianate di rito: "Ringraziamo Cibrario per la disponibilità - dichiara l'assessora alla Cultura (credo si riferiscano all'assessore alle Fontane, NdG), Francesca Leon - La sua esperienza, che coniuga una profonda conoscenza del mondo industriale e di quello culturale, contribuirà a continuare il lavoro di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio storico artistico della Città" e "La nomina mi onora, per il prestigio dell'incarico in se stesso, e per il riferimento alla Città, al ruolo che ha avuto, e che ha e che avrà in futuro - sottolinea Cibrario".
Vabbé, lo sapevano anche i bambini. Io l'ho scritto il 1° dicembre, che avrebbero nominato Cibrario, e il 3 dicembre quelli del Comune si sono degnati di dirlo a quelli della Regione e agli altri soci della Fondazione (Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt); e insomma non si capiva cosa aspettassero il sindaco e Appendino ad annunciarlo ufficialmente a noi poveri fessi che paghiamo il loro ridicolo barnum, dato che hanno cacciato l'Asproni (vabbé, l'hanno costretta a dimettersi...) il 24 ottobre, e in questi due mesi la Fondazione Musei decapitata è andata a schifìo, e ci stavano facendo una figura dimmerda.
Il solito Crociato Padano Fabrizio Ricca già il 21 novembre aveva presentato apposita interpellanza, chiedendo ragione del ritardo; interpellanza che si doveva discutere in Sala Rossa - con molto comodo... - lunedì passato; ma combinazione l'assessore alle Fontane non c'era, e così hanno ancora rinviato la discussione, con Ricca che piantava un casino della madonna.
In effetti anch'io non mi capacitavo. Capisco tutto, comprese la più prava neghittosità e la più sprezzante protervia. Ma collezionare figure dimmerda per il gusto di collezionarle, questo non me lo spiego neppure in personalità complesse come quelle del sindaco e delle sue girls.
La lettera del 13 con cui Appendino designa Cibrario |
Di conseguenza soltanto il 13 dicembre il sindaco, tramite lettera a firma Appendino, comunicava l'intenzione di designare Cibrario per la Fondazione Musei. Lo comunicava a chi? Al presidente del Consiglio comunale, al vicepresidente del Consiglio medesimo, e ai capigruppo. Che poi la comunicazione sia arrivata, è da appurare. Di certo Fabrizio Ricca, che è capogruppo (e unico rappresentate) della Lega, lunedì scorso non lo sapeva: sennò sarebbe stato totalmente cretino a insistere tanto per discutere un'interpellanza superata dai fatti.
Riuscite a seguirmi? Bravi. A questo punto sorgono spontanee alcune domande:
1) La Fondazione Musei porta sfiga? Lo chiedo perché già con la nomina di Roberto Coda nel Consiglio direttivo il trio Giordano è riuscito a combinare una supercazzola galattica, da vergognarsi per tutta la vita.
2) Come funzionano le comunicazioni interne in Municipio? Quei genii si parlano? Spediscono le lettere? Leggono la posta? E più in generale, sono in grado di parlare e di leggere?
3) Perché, se la lettera è del 13 dicembre, soltanto il 20 dicembre si degnano di mandare un comunicato per la stampa? Ritengono forse, quei pomposi gradassi, di potersi fare e disfare i cazzacci propri senza neppur degnarsi di informarne con assoluta tempestività i cretini che li stipendiano? Oppure paghiamo un ufficio stampa del Comune giusto per il gusto estetico (assai soggettivo...) di avercelo?
4) Il Crociato Padano, presumo perché lo disegnano così, adesso pianta casino lamentando che Cibrario viene scelto senza bando. Com'è nella sua natura, Ricca guarda il dito. A parte che a Torino bando è sinonimo di carta da culo, Ricca mostra d'ignorare che nessuna legge impone il ricorso al bando per la carica di presidente, che è carica squisitamente politica, non tecnica. Vige invece il sistema dell'"avviso di nomina", al quale ciascun cittadino può rispondere presentando il curriculum, e tra quelle candidature la pubblica amministrazione è libera di scegliere chi preferisce. Ci mancherebbe ancora che pure lì quei perdigiorno si rifugiassero nel bando: in tal caso mi domanderei che ce li teniamo a fare, quei bamboccioni, se non hanno neppure il coraggio civile di scegliere il presidente di una fondazione. Che cosa intendono allora per "amministrare", quei quattro falabracchi? Scaldare poltrone e compiacersi della propria nullità?
La domanda delle cento pistole
Ma in realtà la domanda delle cento pistole è questa: dovete per forza essere sempre così furtivi?Eccheccazzo, non è difficile fare le cose per benino, alla luce del sole. Vuoi nominare Cibrario (persona peraltro degnissima, per cui non capisco cos'abbiano da nascondere) presidente della Fondazione Musei? Magnifico, siamo gente di mondo, comportiamoci da gente di mondo. Prima ti metti d'accordo con gli altri soci, poi chiami in privato Cibrario, gli chiedi di mandare il curriculum, e quando il curriculum arriva lo scegli e comunichi IMMEDIATAMENTE la decisione ai tuoi datori di lavoro-contribuenti.
Non è che prima lasci filtrare le notizie per vedere l'effetto che fa, poi ti occupi delle pratiche burocratiche, quindi ci metti il giusto a convincere la Regione che dopo lo scherzetto del Museo del Cinema ha il dente avvelenato, e infine tieni a bagnomaria la notizia per una settimana finché un consigliere d'opposizione non comincia a fare casino.
Tento di spiegare l'inspiegabile: e se fosse tutto collegato?
E' impossibile dare un senso logico alla gestione ridolinesca di un affare in apparenza semplicissimo. Per puro gusto della speculazione intellettuale, posso azzardare un'ipotesi di spiegazione che fila, pur nella sua evidente assurdità:1) La trattative fra Comune e Regione per la direzione del Museo del Cinema e la presidenza della Fondazione Musei viaggiano in parallelo, suppongo cercando una mediazione. Questo spiegherebbe l'incredibile ritardo delle nomine. Quando, il 12 dicembre, scoppia il merdone del Museo del Cinema, la Regione si mette di traverso sulla Fondazione Musei; ma il sindaco e Appendino reagiscono a muso duro, forzando la mano e nominando Cibrario l'indomani stesso, 13 dicembre, con firma suggellata in gotico latino e bulla del pontefice.
2) A questo punto, presumo, la Regione minaccia di scatenare l'inferno al momento del voto in Consiglio direttivo. Oh già, perché a norma di Statuto la nomina deve essere votata dal Consiglio direttivo su proposta (rpt. proposta) del sindaco. Nel Consiglio direttivo della Fondazione Musei siedono, oltre al fedelissimo appendiniano Coda, per la Regione Antonella Parigi (che come ben si sa di questi tempi ama tantissimo il trio Giordano...), per la Fondazione Crt Cristina Giovando, e per la Compagnia di San Paolo Piero Gastaldo, già bersaglio degli strali di Appendino quando entrò nella Fondazione per il Libro (per non dire di quel che è capitato con Profumo...). Fate un po' voi...
3) Di conseguenza i comunardi tengono la notizia sottotraccia per una settimana, strologando su come uscire dal merdone; e chissà se l'ufficializzazione a mezzo stampa è segno che con la Regione si sono messi d'accordo, e se è un'altra forzatura...
Oggi mi tocca appurare, maledetti loro.
Ma intanto, posso dire che comincio ad averne le palle che versano?
No, carini. Questo non è lavorare bene. Questo è un circo.
E io, fin da bambino, ho sempre detestato i circhi.
Ciao Gabriele, ti leggo sempre molto volentieri, e grazie a te mi faccio un'idea più precisa di come avvengono certe scelte.
RispondiEliminaPer la nomina di Cibrario trovo un nesso curioso, che vale per Damilano alla Film Commission e Vallarino Gancia al Teatro Stabile.
Tutta gente che ha a che fare col vino. E al Museo del Cinema c'è Barbera! Ma nel complesso l'offerta culturale della città non si può certo definire ubriacante, anche se il contesto rivela questo strano fil rouge alcolico. Un saluto e complimenti.