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LA SIGNORA TRAMONTI CI REGALA UN ASSESSORE ALLA CULTURA E UNA MADAMEMALAUSSENE

Cosa abbiamo negli occhi: un bel tramonto su Torino (cit. Chiara Appendino: "A testa alta, con i tramonti negli occhi")
E fecero voti con faccia scaltra a Nostra Signora dell’Ipocrisia
perché una mano lavasse l’altra, tutti colpevoli e così sia!
E minacciosi e un po’ pregando, incenso sparsero al loro Dio,
sempre accusando, sempre cercando il responsabile, non certo io…

Cari ragazzi e care ragazze, oggi ci sono ben due notizie di giornata.

Da assessore alle Fontane ad assessore alla Cultura


La prima notizia è che Torino ha finalmente un assessore alla Cultura, nella persona di Francesca Leon.
Francesca Leon, nuovo
assessore alla Cultura
Illustrando in Consiglio comunale il suo rimpasto di giunta, Chiara "Tramonti" Appendino ha annunciato di rinunciare alla delega alle "attività e manifestazioni culturali", che finora s'era gelosamente tenuta per sé, per affidarla all'ex assessore alle Fontane, promossa sul campo con ampie lodi per quanto "è cresciuta" nel primo anno del suo mandato. Forse però Leon non è cresciuta abbastanza, poiché la signora Tramonti ha prudentemente preferito conservarsi la delega ai "grandi eventi".
Sarà interessante capire quale sia il confine oltre il quale una "manifestazione culturale" diviene un "grande evento".

Che ne sarà del sindaco Giordana?

Non è dato al momento di sapere che ne sarà del "Servizio di Gabinetto della Sindaca", l'ufficio creato nove mesi fa per concentrare nelle mani di Paolo Giordana tutto il potere su cultura e propaganda. Se Chiara Tramonti non ha più la delega alle attività culturali, tale materia non dovrebbe più dipendere da quell'ufficio, e quindi Francesca Leon proverà finalmente il brivido di prendere decisioni autonome. Almeno spero. Ma quest'aspetto non è stato affrontato nel discorsetto di Chiara Tramonti: ella ha accuratamente evitato di citare Giordana, benché le opposizioni chiedano a gran voce la pelle del potente (o forse ex potente) capodigabinetto / burattinaio / sindaco / Richelieu / Rasputin / ventriloquo

Consigli non indispensabili

Paolo appostato alle spalle di Chiara
C'è pure il consigliere che, in un eccesso d'entusiasmo, piscia fuori dal vaso. E' l'italoforzuto Osvaldo Napoli che, in preda alla vis oratoria, pretende che Chiara induca Paolo a un passo indietro: "Dica al dottor Giordana - sbraita Napoli - di fare il dirigente e lavorare nell'ombra". Perché, finora che ha fatto?
Ad ogni modo: io voglio dar credito a Leon e alla sua dignità, e da oggi la chiamerò - come le compete alla luce dei fatti odierni - assessore alla Cultura. Semmai dovessi accorgermi che l'assessore alla Cultura resta qualcun altro, non mancherò di tornare all'antica denominazione.

Anselmo d'Aosta e il calcio in culo alla Giannuzzi

La seconda notizia è più complessa, poiché riportarle senza ridere implica ciò che purtroppo non ho mai avuto: la Fede.
Vabbé, io ci provo: Chiara "Tramonti" Appendino ribadisce con veemenza che lei non ha mai detto e mai dirà che Stefania Giannuzzi è stata cacciata a pedate nel culo dall'assessorato all'Ambiente in quanto "responsabile" del disastro di piazza San Carlo.
Inoltre, Chiarabella assicura che sfilare il cadrenghino da sotto le natiche della Giannuzzona per farci sedere il fedelissimo grillino Alberto Unia (qui il curruculum), capogruppo M5S in Consiglio, non è una mossa politica per ricompattare la maggioranza, bensì un "avvicendamento": dal che apprendo che in giunta vige il sistema degli assessori a scadenza, come le uova.
Era l'8 maggio 2016: Giannuzzi è al centro
E qui s'impone un excursus a proposito del lavoro degli assessori. La signora Tramonti rivela infatti un suo astuto piano, architettato fin dall'inizio del mandato: si è tenuta tante deleghe, spiega, per "dare tempo agli assessori di impratichirsi" (sulla mia pelle, aggiungo io...) e adesso che sono "cresciuti" gli può affidare incarichi più impegnativi.
(Io tradurrei così: con quel cazzo di idea del bando m'ero ritrovata con 'sta manica di buoni a nulla, così m'è toccato far tutto da sola sperando che intanto quelli lì imparassero qualcosa).
Ci può stare: se non ti fidi di chi hai scelto, è meglio se fai tu, che fai prima e stai più tranquillo. 
Ma dalle parole di Chiara Tramonti dovrei dedurre che la Giannuzzona s'è rivelata più testona dei colleghi, e al termine del periodo di prova viene estromessa per conclamata inettitudine.
Invece no. Chiara sostiene che Stefania Giannuzzi è stata un ottimo assessore, e che il suo allontanamento non è causato dalla sua inadeguatezza. Non ho capito allora perché l'abbia messa alla porta, se era così brava; e perché l'abbia messa alla porta proprio adesso. Se l'operazione era prevista e scontata, non poteva far passare almeno un mesetto? Giusto per non indurre i malevoli a presumere, sulla scorta del fattore temporale, un rapporto di causa-effetto fra il disastro di piazza San Carlo e la pedata nel culo alla Giannuzzona. Che poi, secondo Chiarabella, non è neppure una pedata nel culo, ma quasi un riconoscimento per la sua bravura. 
Ne approfitto per avvertire Chiarabella che semmai io dovessi distinguermi per qualche bel gesto civico (chessò, salvare un bambino o abbracciare un cavallo) non si disturbi a largirmi simili riconoscimenti: un grazie basta e avanza.
Riassumendo: la signora Tramonti garantisce che la Giannuzzi non è stata cacciata per i fatti di piazza San Carlo, e in fondo non è neppure stata cacciata. Trattasi di "avvicendamento": una pura formalità.
(Giuro, è tutto vero, non sto inventando una sola parola. La signora Tramonti la racconta così. Ho registrato, perché non credevo alle mie orecchie).
Chiarabella si arrabbia molto se qualcuno sostiene il contrario.
Io detesto farla arrabbiare, proprio oggi che compie 33 anni, e pure lei si ritrova messa in croce.
Però in questo caso la ragazza Tramonti sembra - a me, cinico materialista - molto meno convincente di Anselmo d'Aosta quando pretende di spiegare il mistero della Trinità.
E non sono soltanto io l'incredulo: negli uffici del Municipio i dipendenti più acculturati adesso chiamano la Giannuzzi "madame Malaussène".

La ricerca del colpevole: una strategia 

Alla luce del mio scetticismo da senzadio - figuratevi che da piccolo non credevo neppure a Gesù Bambino - do atto a Chiara di quel che Chiara sostiene, però resto sulle mie incredule posizioni.
Ho elaborato una mia personale ricostruzione della strategia difensiva seguita di Chiara Tramonti per fronteggiare il merdone e trovare un responsabile (non certo lei) di quell'infausto 3 giugno.
A mio modesto avviso, trattasi di una strategia flessibile basata sull'antico principio dello scaricabarile (Legge di Murphy, punto 4 della Teoria delle fasi di un Progetto: la ricerca di un colpevole). Ella procede per gradi, testando di volta in volta il livello della credulità popolare.
Il primo tentativo, nella concitazione dell'emergenza, è il ground zero della banalità: tirare in ballo Turismo Torino, braccio operativo del Comune nella sciagurata vicenda. Non funziona; anche perché la responsabilità oggettiva risale comunque alla volontà del Comune di organizzare l'evento: e se il Comune ha deciso di affidarne l'organizzazione a chi non possedeva l'adeguato know how, la responsabilità oggettiva (oltre che politica) non diminuisce: anzi, aumenta. Quindi Turismo Torino come capro espiatorio non vale. La gente è incazzata. 
Chiara Tramonti ci pensa su per una settimana e poi scrive la celebre letterina-Harmony con le scuse stiracchiate. A parte le risate per "i tramonti negli occhi", neanche la letterina funziona. La gente ride, ma resta incazzata.
Allora - e qui entro nel campo delle mie personali convinzioni che non coincidono con la versione ufficiale - Chiarabella decide di dare in pasto alle belve incazzate una scartina. Caccia l'assessore all'Ambiente Giannuzzi.  C'erano i vetri in piazza e la tapina non era andata a ramazzarli, è la motivazione messa in giro sulle prime: una "illazione giornalistica", si sdegna adesso la signora Tramonti. Sta di fatto che gente ride sempre meno ed è sempre più incazzata: ormai sospetta che la stiano a perculare, e che Chiara Tramonti sia di quelli di San Damiano che tirano la pietra e nascondono la mano.
Chiara Tramonti si rende conto, persino lei, che dare all'assessore all'Ambiente la colpa per i vetri in piazza San Carlo non funziona neppure come gag del Bagaglino, per quanto è improbabile. Quindi aggiusta la mira e precisa che la cacciata della Giannuzzi non dipende dai vetri in piazza San Carlo, ma era già prevista e - combinazione - capita proprio adesso
Giannuzzi, alla quale come consolazione viene fatto balenare un remunerativo "ruolo tecnico" in Comune, conferma. La gente ride ancora, ma è sempre più incazzata e comincia a dar segni di impazienza. Adesso, però, riderà meno la Giannuzzi, immagino, perché giusto oggi in Consiglio comunale i maliziosi oppositori hanno segnalato la loro totale contrarietà a eventuali contratti di consulenza o altri incarichi tecnici alla tapina, a meno che non siano a titolo gratuito: eccheddiavolo, o dentro o fuori...

Passacarte & centralinista: un uomo multitasking

L'opposizione non dorme
Insomma: dopo tanti tentativi - per la verità alquanto maldestri - il colpevole non s'è ancora trovato, e a Chiara Tramonti serve urgentemente un capro espiatorio più grosso e succulento della povera Giannuzzi. 
Il sindaco Giordana sarebbe perfetto. Ma lei ci è affezionata, al suo Paolo; e quando i malignazzi dell'opposizione glielo attaccano e glielo sbertucciano lei alza gli occhi al cielo e sbuffa e mette su l'arietta da Signorina Tumistufi; e ad ogni modo Paolo non è tanto dell'idea di pagare per tutti, quindi per parare il colpo distribuisce interviste ai giornali cittadini (lui, di solito così riservato...) dichiarando alla Stampa di essere "solo un passacarte", e a Repubblica di essere "la centralinista di Chiara", la quale Chiara ricambierebbe quei preziosi servigi ammannendogli saggi consigli sulla vita sentimentale.
Così oggi - con il sindaco Giordana che si ricicla come passacarte-centralinista e Chiara Tramonti nello stravagante ruolo del Gramellini di "Cuori allo specchio" - la farsa approda in Consiglio comunale. Ma il pubblico pagante non ride più. 
Speriamo soltanto che per la seratona di piazza San Carlo sia stata stipulata una robusta assicurazione e i massimali coprano le milionarie richieste di risarcimento che arriveranno dai feriti. In caso contrario il Comune andrebbe in bancarotta. E la gente, a quel punto, s'incazzerebbe sul serio. 

Ma state tranquilli, ci pensano i commissari Basettoni

Ad ogni modo, sappiate che la Sala Rossa è pur sempre the best show in town, quando ci si mettono di buzzo buono. Menzione speciale quest'oggi per il Notaio, che con fare notarile smonta la bizzarra ipotesi che Giordana sia solo un "passacarte". Il documentato Alberto Morano legge in aula una mail che il 22 novembre scorso il "passacarte" scriveva a Anna Tornoni, all'epoca direttrice finanziaria del Comune, dandole dettagliate istruzioni su cosa inserire nelle voci di bilancio. Diciamo che ha l'aria di essere un passacarte piuttosto assertivo.
Però, ridendo e scherzando, resta la questione delle responsabilità per la sciagurata impresa del 3 giugno. I nostri allegri zuavi hanno deciso all'unanimità di costituire una "commissione d'inchiesta" sulla vicenda. Notoriamente, il modo migliore per non cavare un ragno dal buco. Sicché cinque grillini e quattro dell'opposizione (Lavolta e Lo Russo del pd, Magliano dei Moderati e Ricca della Lega) perderanno un po' di tempo per non concludere un cazzo. In compenso pare che tra quelli dell'opposizione ci sia chi è già riuscito ad accapigliarsi per decidere chi andava in commissione.
Senza offesa per i nove commissari Basettoni avventizi: io mi fido molto di più della procura della Repubblica.

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