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LOVERS, INAUGURAZIONE PERFETTA. FIN TROPPO

Violante Placido, un cioccolatino con gli stivaletti rosa:
 unico momento deliziosamente trash dell'inaugurazione
Faccio davvero fatica. Però la vita continua. E mentre aspetto un gesto di dignità da chi oggi è chiamato innanzi tutto alla dignità, io faccio il mio dovere. Quindi mi tocca scrivere di Lovers, di com'è andata l'inaugurazione, e di quello che succederà adesso. Non sarò molto divertente, ma pazienza. Direi che a Torino, oggi, non c'è proprio niente da ridere.
E se penso a come siamo ridotti, le peripezie di Lovers non mi appassionano granché.
Comunque, a titolo di cronaca, segnalo che al Museo del Cinema si sta discutendo su come agire lunedì, giornata di lutto cittadino. Non  si esclude lo stop del festival; meno radicalmente, è possibile che vengano mantenute solo le proiezioni principali, rinunciando ad alcuni eventi, a partire dalle feste.
Eppure fino a ieri mi sembrava interessante, persino importante, capire se il rivoluzionato festival del cinema Lgbtqi avrebbe retto alla cesura brusca e radicale; e come il pubblico generico e la comunità gay avrebbero accolto questa nuova versione non più diretta, per la prima volta dopo trentuno edizioni, da Giovanni Minerba bensì da Irene Dionisio, regista brava e giovane ma inesperta e etero. Quest'ultimo è un dato oggettivamente non trascurabile se si considera la storia e il sentimento profondo di quello che fu e sempre resterà il "Festival Cinema Gay"; e ne parlo perché nei mesi passati è stato argomento di discussione all'interno della comunità, con valutazioni assai differenti, anche opposte. E io non ci metto lingua, ma mi limito a dire che se ne è parlato, e molto. 

Chi c'è e chi manca

Il primo dato di cronaca è che ieri, per l'inaugurazione, la sala grande del Massimo non era gremita. C'erano parecchi posti vuoti; e per chi conosce la comunità torinese, certe assenze si notavano più che le presenze. La direttrice mi garantisce invece che le presenze ieri sera erano superiori all'anno scorso. E che c'era chi da tempo non si vedeva più al festival.
Poi i politici: a rappresentare Comune e Regione sono venuti i rispettivi assessori alle Pari opportunità, Monica Cerutti e Marco Giusta. Quest'ultimo ne ha approfittato per ribadire la sua opinione a proposito della legge sullo ius soli: opinione nettamente diversa da quella manifestata in Parlamento dal M5S di cui Giusta ha accettato di essere assessore. Una nota di merito a Giusta anche per il doveroso ringraziamento a Minerba e a Marziano Marzano, che fu l'assessore che fece nascere Cinema Gay, 32 anni fa.
In sala non ho avvistato altri amministratori pubblici: può darsi che ce ne fossero, ma in tal caso o non li conosco, o erano ben nascosti. In passato c'erano quasi sempre entrambi gli assessori alla Cultura e il presidente della Commissione cultura, e si vedeva persino Fassino. Ieri Cassiani c'era, ma da ex e privato cittadino, la Parigi era in missione a San Pietroburgo, e credo che l'attuale sindaco di Torino - chiunque esso sia - avesse altro per la testaaltrettanto dicasi della signora Tramonti. Nessuna notizia del nuovo assessore comunale alla Cultura Francesca Leon.

Meno caciara, più mappazza

Veniamo allo show. Ho detto e ripetuto per anni che l'inaugurazione del Tglff era la più divertente inaugurazione di cinefestival della città. Merito anche dei due conduttori, il direttore Minerba e il suo degno socio Angelo Acerbi, che negli anni s'erano affinati, con Minerba nella parte dell'anziano un po' stordito e Acerbi in quella del giovanotto saputello. I loro siparietti toglievano alla "cerimonia d'inaugurazione" ogni sentore di mappazza. Anche le "attrazioni" erano molto pop, con momenti di allegra caciara.
La direttrice del Tff, Emanuela Martini, ospite ieri sul palco
fra un accigliato Minerba e una Dionisio bon chic bon genre
Ecco, a mio modesto avviso questo un po' si è perso. Ieri l'inaugurazione è stata impeccabile, ma senza risate: e tenete conto che, durante la serata, nessuno sapeva ancora della morte di Erika.
Manca, la Premiata Ditta Comica Acerbi & Minerba.
Certo, Minerba è lì, è il presidente del festival e dunque può ben presentarlo: ma con lui, com'è logico, c'è la direttrice Irene Dionisio. Senza la fidata "spalla" Giovanni tenta un paio di gag, ma senza convinzione; e quando parla la voce gli si rompe, la commozione lo tradisce. 
Irene mi dice che avrebbe voluto anche Acerbi sul palco: la conduzione spetta però alla direttrice, sicché lei si adegua e fa quel che può, ma la sua emozione è tangibilissima. E poi - lo ammetterà lei stessa - non ha la vocazione della showgirl. 
Lo spettacolo che presentano è di ottima qualità: a me è piaciuto molto Pino Strabioli con il suo omaggio a Umberto Bindi e Lucio Dalla; e lo Gnu Quartet è inappuntabile; quanto a Violante Placido, mi sembra un vero peccato che si ostini a cantare, però il suo ammirevole travestimento da cioccolatino regala alla serata l'unico momento deliziosamente trash.
A fine serata, incontro Irene Dionisio con la solita faccetta da Gatto con gli Stivali. Mi domanda se lo spettacolo mi è piaciuto. Io le rispondo di sì. Che potrei dire? Sì, è stato un ottimo spettacolo - salvo quando Violante Placido ha cantato Lou Reed. Però dannatamente - come dire? - "normalizzato". Quando sul palco è salita Emanuela Martini, per un attimo ho creduto di essere all'inaugurazione del Tff
La sala risponde adeguatamente: applausi credo sinceri, ma contenuti. Una standing ovation almeno Minerba se la meriterebbe: ma c'è l'aria condizionata, e pochi si scaldano.
A farla breve: serata inaugurale come la mise della direttrice. Precisina, distinta, tanto fine. Senza rischi né trasgressione. Ciò non è mai stata una virtù, a Cinema Gay. Però è dai film, non dalle inaugurazioni, che si giudica un festival. E il film d'apertura, "Tom of Finland", mi è piaciuto.
La sfida, contrariamente a quanto pretende l'assessore Giusta, non è vinta. Comincia adesso. Lovers è sotto esame, e parte della commissione esaminatrice (il pubblico) è non è ben disposta a priori. Anzi. Io stesso non ho apprezzato i modi e i tempi di un avvicendamento che poteva essere gestito con maggiore saggezza. Ma voglio fidarmi della giovanile passione di Irene Dionisio, e del lavoro suo e della sua squadra; e spero, ma davvero di cuore, che i film siano belli e la gente li veda e li apprezzi e torni a vederne altri e porti pure gli amici; altrimenti, per eterogenesi dei fini, andrà a finire che i benintenzionati avranno centrato - il ciel non voglia - il risultato sempre fallito dai cattivi: affossare Cinema Gay. 

Il programma di oggi, venerdì 16

Stasera Lovers ospita Stuart Milk, attivista per i diritti e nipote di Harvey Milk, che sarà nella Sala 1 del Cinema Massimo alle 20.30 per un evento speciale, durante il quale premierà l’attivista russa Lyudmilla Alexeyeva. Il riconoscimento sarà ritirato da Igor Kochetkov (Russian LGBT Network)
Segue un incontro sulle ultime vicende cecene, al quale interverranno Yuri Guaiana (All Out), Alessandro Battaglia (Coordinamento Torino Pride), Igor Kochetkov (Russian LGBT Network) e Piernicola D’Ortona (Amnesty International Torino). L’incontro è organizzato in collaborazione con Coordinamento Torino Pride, All Out e Amnesty International Torino.
Seguirà la proiezione di "Varichina – La vera storia della finta vita di Lorenzo De Santis", documentario di Mariangela Barbanente e Antonio Palumbo.
I concorsi
Partono le proiezioni della sezione All the Lovers – Concorso internazionale lungometraggi, con i film "Just Charlie" di Rebekah Fortune, che sarà presente in sala (Sala 1, 18.30), e "Women Who Kill" di Ingrid Jungermann (Sala 1, 22.30).
In Sala 2 prende il via Real Lovers – Concorso internazionale documentari. Le proiezioni sono sempre accompagnate dai Lovers Debates, la cui madrina è Emanuela Martini, direttrice del Tff.
Si comincia alle 20.30, con la proiezione del “centerpiece” fuori concorso "Pagani", con la regista Elisa Flaminia Inno in sala, cui seguirà un dibattito con Mario Di Martino, direttore artistico del festival Divergenti e vicepresidente del Mit, e Stefania Cartasegna, presidentessa dell’Associazione Tessere le Identità.
Alle 22.30 "Mr Gay Syria", documentario in concorso diretto da Ayse Toprak. Dopo il film, seguirà un dibattito con Rossella Schillaci, documentarista e regista torinese, e Alessandro Battaglia, coordinatore Torino Pride.
Oggi sono in programma anche le prime proiezioni di Future Lovers – Concorso internazionale cortometraggi, con cinque film, di cui uno fuori concorso, "Cipka" di Renata Gasiorowska. Inizio alle 16.30 in Sala 3.
Alle 18.30, sempre in Sala 3, inizia Irregular Lovers – Concorso internazionale iconoclasta, con una performance di Roberto Fassone, "Nothing Compares 2 Prince" (durata 20 minuti), prima della proiezione di "Les Iles" di Yann Gonzalez, opera fuori concorso cui seguiranno altri quattro film in concorso.
Alle 21, poi, sempre per il concorso Irregular Lovers, in Sala 3, "Mephobia" di Mika Gustafson e "#BKKY" di Nontawat Numbenchapol.
Sezioni non competitive
Prosegue Before Moonlight, alle 16 in Sala 2, con le proiezioni di "Pronouns" di Michael Paulucci e di "Check It" di Dana Flor e Toby Oppenheimer.
Per il focus Queering the Borders, invece, alle 18 in Sala 2 sarà proiettato "The Death and Life of Marsha P. Johnson" di David France. Segue incontro con Mario Di Martino, vicepresidente del MIT e direttore artistico di Divergenti-Festival Internazionale di Cinema Trans, e con Monica Romano, scrittrice e attivista trans.

Alle 22.45 in Sala 3 l’evento speciale Sex & Revolution, in collaborazione con Fish & Chips Film Festival, sarà introdotto dalla performance di Irene Pittatore, "Habitus". Seguiranno le proiezioni di "Heimat XXX" di Sebastian Dominic Auer e di "The Misandrists" di Bruce Labruce.
Eventi Off
A partire dalle 23 c'è la festa Portafortuna Lovers con Débruit live al Circolo Canottieri Esperia, con il dj set di Gio&Tonic e Paprika&Daniele. Ingresso 10 euro, omaggio per tutti gli accreditati al festival.

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