ATTENZIONE: QUESTO E' UN LUNGO POST CHE INTERESSA GLI OPERATORI PROFESSIONALI DELLA CULTURA. SE NON LO SIETE E LEGGETE LO STESSO E VI ANNOIATE, NON DITE CHE NON VI AVEVO AVVERTITI.
Vabbé, ho la mattinata libera, e ne approfitto per cavarmi il dente di "FirstLife".
Vabbé, ho la mattinata libera, e ne approfitto per cavarmi il dente di "FirstLife".
Innazitutto ecco i comunicato ufficiale che spiega cos'è - o quantomeno ciò che gli ideatori pensano che sia - il "social della cultura piemontese" presentato ieri.
Il comunicato stampa
"Da oggi in Piemonte associazioni culturali, musei, biblioteche, enti di promozione turistica e gli altri operatori del settore cultura e turismo hanno uno strumento in più per trovare possibili partner, favorire gruppi spontanei di coordinamento e costruire eventi in comune. FirstLife, il nuovo social network civico, sviluppato dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino e messo a disposizione dell’Assessorato alla cultura e al turismo della Regione Piemonte per gli operatori, permetterà di sostenere le reti locali della cultura e del turismo. Sarà non solo una piattaforma per la mappatura degli operatori e dei luoghi, che restituirà un’immagine il più possibile completa e aggiornata dei due settori, ma anche uno spazio di lavoro comune a disposizione degli operatori per nuove iniziative e progetti sul territorio.
L’idea di avere una piattaforma per la cultura e il turismo nasce all’indomani degli Stati generali della cultura del 2016, dove è emersa infatti la necessità di avere degli strumenti nuovi per facilitare la messa in rete e la reciproca conoscenza degli operatori, al fine di consolidare le realtà associative locali e attivare nuove sinergie con musei, consorzi di promozione locale e imprese culturali e creative.
La Regione Piemonte e l’Università di Torino hanno attivato un partenariato per l’utilizzo del social network FirstLife come piattaforma della cultura e del turismo poiché è uno strumento di crowdsourcing basato su una mappa interattiva dove gli operatori possono raccontare le proprie attività e progetti, gli eventi sul territorio, le collaborazioni in corso e molto altro.
L’idea di avere una piattaforma per la cultura e il turismo nasce all’indomani degli Stati generali della cultura del 2016, dove è emersa infatti la necessità di avere degli strumenti nuovi per facilitare la messa in rete e la reciproca conoscenza degli operatori, al fine di consolidare le realtà associative locali e attivare nuove sinergie con musei, consorzi di promozione locale e imprese culturali e creative.
La Regione Piemonte e l’Università di Torino hanno attivato un partenariato per l’utilizzo del social network FirstLife come piattaforma della cultura e del turismo poiché è uno strumento di crowdsourcing basato su una mappa interattiva dove gli operatori possono raccontare le proprie attività e progetti, gli eventi sul territorio, le collaborazioni in corso e molto altro.
“FirstLife dà risposta ad alcune istanze emerse nel corso degli Stati generali della cultura – dichiara Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al turismo della Regione Piemonte – Con questa piattaforma diamo agli operatori uno strumento pratico e accessibile per migliorare la conoscenza reciproca e le possibilità di mettersi in rete, e allo stesso tempo un database utile non solo ad accademici e addetti ai lavori, ma anche alle istituzioni”.
“Ancora una volta l’Università di Torino dimostra la capacità di fare squadra con il territorio. – dichiara il rettore Gianmaria Ajani - FirstLife è finanziato da una serie di progetti Europei su partecipazione e beni comuni. Ora verrà usato a livello regionale in due ambiti, come la cultura e il turismo, che rappresentano dei settori fondamentali del Piemonte.”
“Ancora una volta l’Università di Torino dimostra la capacità di fare squadra con il territorio. – dichiara il rettore Gianmaria Ajani - FirstLife è finanziato da una serie di progetti Europei su partecipazione e beni comuni. Ora verrà usato a livello regionale in due ambiti, come la cultura e il turismo, che rappresentano dei settori fondamentali del Piemonte.”
La piattaforma è accessibile all’indirizzo culturaturismo.piemonte.firstlife.org e dal sito regionale facciamoculturismo.it .
Attualmente sulla piattaforma sono presenti già oltre 1500 realtà locali tra associazioni culturali, musei, centri rete delle biblioteche, consorzi turistici, imprese culturali o creative, e agenzie turistiche, con le proprie schede informative di base costruite sulla base del censimento degli operatori dalla Regione Piemonte. Il caricamento degli open data regionali di settore continuerà nei prossimi mesi in collaborazione con la Direzione cultura e turismo, ma in parallelo tutti gli operatori possono registrarsi sulla piattaforma e inserire autonomamente anche dal cellulare aggiornamenti sulle attività in corso, eventi locali, gruppi di lavoro o di progetto attivi sul territorio, proposte di collaborazione.
Oltre alla mappa, la piattaforma include una bacheca e un sistema avanzato di ricerca per tag e filtri, che consente di esplorare i contenuti su base geografica e trovare rapidamente le organizzazione che si occupano di un ambito specifico o che hanno partecipato a un progetto, oppure i luoghi e gli eventi programmati per il prossimo mese o accaduti nell’ultimo anno. Infatti, il calendario globale associato ad ogni area consente di coordinare in modo semplice le attività sul territorio, ma costituisce anche un archivio pubblico delle iniziative passate, in corso o pianificate. Infine, gli operatori possono pubblicare news su bandi e ricerca di collaborazioni e risorse a livello locale ed entrare così in rete con gli altri".
Attualmente sulla piattaforma sono presenti già oltre 1500 realtà locali tra associazioni culturali, musei, centri rete delle biblioteche, consorzi turistici, imprese culturali o creative, e agenzie turistiche, con le proprie schede informative di base costruite sulla base del censimento degli operatori dalla Regione Piemonte. Il caricamento degli open data regionali di settore continuerà nei prossimi mesi in collaborazione con la Direzione cultura e turismo, ma in parallelo tutti gli operatori possono registrarsi sulla piattaforma e inserire autonomamente anche dal cellulare aggiornamenti sulle attività in corso, eventi locali, gruppi di lavoro o di progetto attivi sul territorio, proposte di collaborazione.
Oltre alla mappa, la piattaforma include una bacheca e un sistema avanzato di ricerca per tag e filtri, che consente di esplorare i contenuti su base geografica e trovare rapidamente le organizzazione che si occupano di un ambito specifico o che hanno partecipato a un progetto, oppure i luoghi e gli eventi programmati per il prossimo mese o accaduti nell’ultimo anno. Infatti, il calendario globale associato ad ogni area consente di coordinare in modo semplice le attività sul territorio, ma costituisce anche un archivio pubblico delle iniziative passate, in corso o pianificate. Infine, gli operatori possono pubblicare news su bandi e ricerca di collaborazioni e risorse a livello locale ed entrare così in rete con gli altri".
Cosa non mi convince di FirstLife
Ok. Ho già detto che, in sé e per sé, FirstLife mi pare un'idea bellissima. Non so quanto utile in concreto, ma le potenzialità ci sono.
Il comunicato però non spiega a sufficienza come funziona FirstLife, e soprattutto non mette l'accento sulle modalità d'accesso e sul tipo di utenza cui FirstLife si rivolge.
Va da sé che in un simile contesto la mostra di Teomondo Scrofalo vale quanto quella di Damien Hirsh. Ma queste sono ubbìe passatiste: la gente, si sa, è perfettamente in grado di valutare con la propria testa. Siamo o non siamo un popolo di poeti, santi, navigatori e tuttologi?
Voglio dire: il comunicato parla sempre di "operatori" e non dice che in realtà chiunque - non soltanto gli operatori culturali - può iscriversi a FirstLife.
Ciò comporta una serie di possibili inconvenienti che sintetizzerei con la proverbiale espressione "todos caballeros" (se non sapete che cosa significa, informatevi qui).
Prima di illustrarvi le mie ampie riserve, desidero premettere che ieri le ho sommessamente esposte a lorsignori. Non so se le abbiano capite o apprezzate: mi hanno però spiegato che si tratta di un "work in progress" e che modifiche sono sempre possibili.
Tutto chiaro? Benissimo. Procediamo.
Todos caballeros 1: cultura per tutti
L'apertura di FirstLife a chiunque, anche ai "non operatori", ha una motivazione pratica, e una ideologica.
La motivazione pratica, addotta dagli ideatori del social network, è la seguente: solo chi è iscritto può accedere alle pagine del social, e quindi alle mappe che indicano giorno per giorno che cosa succede in una data zona. Se tutti possono iscriversi, tutti potranno informarsi su quanto di culturale offre il "territorio" (mammamia quanto gli piace questa parola, "territorio"...).
In effetti, così com'è concepito FirstLife è anche una piattaforma sugli eventi e gli spettacoli in Piemonte: una delle tante che offrono al pubblico il quadro degli appuntamenti, in sostanza il classico "Dove andiamo stasera". Ne esistono già moltissime, una in più o una in meno non fa né bene né male. Per gli operatori/organizzatori comunque è un vantaggio: un'opportunità in più di far conoscere le loro iniziative e raggiungere nuovi potenziali spettatori.
La celebre opera di Teomondo Scrofalo |
Todos caballeros 2: tutti esperti di cultura
Però - e qui scatta il fattore "ideologico", non enfatizzato come tale dai progettisti ma a mio avviso piuttosto evidente - FirstLife non fa distinzione fra utenti "professionali" (quelli che producono cultura ed eventi) e utenti "fruitori" (il pubblico potenziale di quelle iniziative): tutti hanno, indistintamente, la possibilità non soltanto di vedere le "mappe degli eventi", ma anche di intervenire aggiungendo nuovi eventi, o valutazioni sugli eventi segnalati. "Non per fare recensioni ma per condividere esperienze" si affrettano a precisare i ricercatori che hanno elaborato FirstLife, i quali sanno molto di informatica e un po' meno di lingua italiana e vita vissuta.
Circa la lingua italiana, qualcuno mi spieghi la differenza concreta tra "fare recensioni" e "condividere esperienze": per quanto ne capisco, alla fin fine siamo sempre nel mood del "mi piace/non mi piace". E badate: non ci vedo nulla di male, se uno visita una mostra e poi dice che gli è piaciuta. Ci mancherebbe: lo scopo di una mostra è anche quello.
Al limite, qui intravvedo la "deriva Trip Advisor", con tutti gli sminchiamenti ben noti a chi frequenta Trip Advisor.
Todos caballeros 3: tutti artisti
La criticità maggiore riguarda invece la vita vissuta, poiché i ricercatori universitari che hanno ideato FirstLife pare non abbiano nessuna consapevolezza della potenza dell'ambizione nell'agire umano.
Mi spiego: stanti le attuali specifiche e la "filosofia" fondante di FirstLife, nulla impedisce - e nemmeno vieta - al signor Tizio, geometra di professione ma pittore per passione, di inserire nella mappa degli eventi la mostra dei suoi dipinti nel garage di casa.
Tale opportunità viene motivata - secondo l'ideologia oggi prevalente nel Paese - con espressioni quali "accessibilità", "condivisione", "partecipazione", senza dire della fondamentale "possibilità di presentare più dimensioni del proprio quotidiano".
Adesso, per raccogliere questi nobili concetti in un'unica parole moderna e suggestiva, lorsignori parlano di "crowdsourcing". Sono dei veri genii. Li adoro. Io mi sarei fermato a espressioni obsolete tipo "ogni cretino che passa butta lì la sua cazzata".
Adesso, per raccogliere questi nobili concetti in un'unica parole moderna e suggestiva, lorsignori parlano di "crowdsourcing". Sono dei veri genii. Li adoro. Io mi sarei fermato a espressioni obsolete tipo "ogni cretino che passa butta lì la sua cazzata".
Quindi chiunque può arricchire FirstLife con le sue segnalazioni.
Di conseguenza su FirstLife molto democraticamente hanno pari dignità la mostra del geometra Tizio e quella al Castello di Rivoli (scelgo un esempio a caso, per indicare una grande istituzione nel campo dell'arte).
Di conseguenza su FirstLife molto democraticamente hanno pari dignità la mostra del geometra Tizio e quella al Castello di Rivoli (scelgo un esempio a caso, per indicare una grande istituzione nel campo dell'arte).
Non è infatti prevista nessuna forma di filtro o - dio ce ne scampi! - di selezione a monte.
Di più: il geometra Tizio è anche libero, se lo ritiene, di andare a scrivere la segnalazione della sua mostra sotto la scheda della mostra del Castello di Rivoli, godendo così della visibilità di una grande istituzione culturale; e magari inducendo qualche sprovveduto a credere che la mostra del geometra Tizio sia in qualche modo collegata al Castello di Rivoli.
E lo stesso principio vale per tutto: se mi garba, tecnicamente posso associare la recita del mio dopolavoro a uno spettacolo dello Stabile, o il saggio di chitarra di mio figlio a un concerto del Regio. Al limite, potrei segnalare in simili contesti che nel mio negozio di fruttarolo vendo le banane sottocosto.
Certo, sarebbe un comportamento scorretto: però - sempre in ossequio al principio che siamo tutti uguali, valiamo tutti uno e nessuno ci può giudicare - il Castello di Rivoli non ha l'opzione di scollegare dalla scheda della propria mostra la segnalazione aggiunta del geometra Tizio, che si configura - per intenderci - come un "commento" in un post di Facebook. Però su Facebook io ho la possibilità di cancellare dal mio post i commenti che ritengo inadatti, e pure di bloccare l'autore.
Niente di tutto ciò in FirstLife, il social più partecipativo del mondo: l'unico sistema per liberarsi dell'importuno è segnalare quel "contenuto" come "inappropriato" all'amministratore del social, il quale deciderà se cancellare il contenuto ed eventualmente sospendere il molestatore. Campa cavallo.
Gli ideatori di FirstLife, tuttavia, si dicono fiduciosi nell'intelligenza altrui, e convinti che nessuno farà un uso improprio del social network.
A questo punto proclamo la mia ferrea convinzione che i bambini li porta la cicogna.
Todos caballeros 4: la mina vagante dei cittadini attivi
Ma lasciamo da parte il geometra Tizio e i suoi sogni di gloria artistica, e rivolgiamo la nostra attenzione al Cittadino Attivo ansioso di rendersi utile alla comunità. Egli, in ossequio ai principii della "condivisione" e della "partecipazione" nonché dell'"inclusione" e dell'"informazione dal basso" - in una parola, "crowdsourcing" - potrà inserire su FirstLife schede di propria fattura in cui descriverà iniziative, proposte ed eventi di qualsiasi istituzione o associazione culturale, di cui sia venuto a conoscenza e che ritiene non siano adeguatamente segnalate. Accuratezza, precisione, congruità e attendibilità della segnalazione sono affidate alla buona volontà e alle capacità personali del Cittadino Attivo.
Tale prospettiva angoscia - chissà mai perché... - i responsabili delle istituzioni culturali che potrebbero beneficiare dei generosi aiuti non richiesti dei Cittadini Attivi.
Todos caballeros 5: il Principio di Competenza
A tali preoccupazioni gli ideatori di FirstLife replicano appellandosi al "principio di competenza": poiché qualsiasi informazione è "firmata" con il nome e la qualifica dell'autore, ogni utente - sostengono gli accademici che arrivano dal pianeta Papalla - potrà agevolmente rendersi conto se sta leggendo una notizia riguardante, poniamo, un dato museo scritta dal direttore del museo stesso e quindi autorevole e attendibile, oppure se l'autore della segnalazione è un Cittadino Attivo che s'è preso la briga di annunciare che quel dato museo ospita una bella mostra, e chissenefrega se quella bella mostra è già finita o è stata annullata o magari non è nemmeno di quell'artista lì e non è in quel museo lì e il Cittadino Attivo non ha capito un'ostia.
Social professionali e social-chiavica
Ho domandato a uno dei professoroni che hanno ideato FirstLife se ha mai sentito parlare di fake news, ma il mio argomento forse non era esposto in maniera accademicamente corretta e di conseguenza non ho capito la risposta.
Piuttosto mi si potrebbe obiettare che in effetti tutti i social che quotidanamente bazzichiamo pullulano di fake news, inesattezze, fanfaronate, minchiate all'ingrosso e al dettaglio. Questo è verissimo. Ma chiunque di noi sa, per consumata esperienza, che quei social sono delle chiaviche aperte a qualsiasi idiota e predilette dagli idioti per mettersi in mostra e fare massa critica con altri idioti. E dunque, se siamo dotati di un Qi appena appena normale, prendiamo Facebook e affini per quello che valgono. Siamo, insomma, premuniti. Quanto agli idioti, si arrangino: tanto per loro non c'è redenzione.
Se invece mi si parla di FirstLife presentandomelo come "non solo una piattaforma per la mappatura degli operatori e dei luoghi... ma anche uno spazio di lavoro comune a disposizione degli operatori", io presumo di trovarmi di fronte a uno strumento professionale. Uno spazio, quindi, dedicato a professionisti seri che lo utilizzano con serietà, rispondendo a principi operativi e deontologici condivisi. Non un parco giochi accessibile a chicchessia.
Di conseguenza, pensando a torto di muovermi in un ambiente "professionale", posso più facilmente essere turlupinato.
Livelli diversi: un concetto antidemocratico
L'apertura ai non addetti ai lavori avrebbe un senso se FirstLife prevedesse due livelli differenti. Se cioé il social fosse visibile da chiunque, sicché ogni cittadino - attivo o passivo che sia - possa usufruirne per informarsi su quanto avviene in ambito culturale nella sua città, o nel suo quartiere; ed eventualmente esprimere, in appositi spazi ben contraddistinti e non equivocabili, il proprio gradimento o insoddisfazione (ciò è senz'altro legittimo e gusto). E fosse invece accessibile, con la possibilità di inserire dati, notizie e segnalazioni, soltanto da chi la cultura la produce davvero: gli operatori professionali, insomma.
Ma una simile distinzione, ahinoi, creerebbe inaccettabili steccati, minerebbe la partecipazione popolare, imbavaglierebbe l'informazione dal basso e urterebbe il principio di eguaglianza fra tutti i cittadini, escludendo antidemocraticamente alcuni a vantaggio di una kasta di privilegiati che altro merito non hanno se non quello di aver studiato e lavorato per anni, con passione e sacrifici inauditi, e in base a tali ridicolaggini adesso pretenderebbero di essere riconosciuti come operatori professionali e non come una banda di simpatici perditempo indistinguibili dal primo cretino che passa.
La prevalenza dell'idraulico
Questi concetti sarebbero lampanti se FirstLife, anziché un "social culturale", fosse putacaso un network per cardiochirurghi: in tale ambito risulterebbe singolare se accanto alla comunicazione dell'illustre clinico trovasse spazio pure la dotta opinione di Gigetto l'Idraulico (vedi il post "La prevalenza dell'idraulico"), autore della brillante teoria in base alla quale una cardiopatia gravissima non necessita di trapianto, potendola agevolmente curare con un bicchiere di rosso e una bisteccazza al sangue.
Eppure ieri, presentando FirstLife, professori e politici magnificavano la possibilità concessa agli utenti tutti - e non solo alle istituzioni e alle associazioni del settore - di inserire dati e notizie. Mi domando se gli stessi professori e politici, nella denegata eventualità di un grave scompenso cardiaco, gradirebbero di ritrovarsi al capezzale Gigetto l'Idraulico.
La cultura non è un mestiere
Ne deriva la logica e consueta conclusione: la cultura - e pure l'informazione culturale - non è un mestiere, bensì un hobby facile facile, che chiunque può praticare agevolmente, senza neppure il minimo di preparazione richiesto dallo sci o dalla costruzione di navi in bottiglia. Il lavoro culturale non esiste, non è un lavoro serio che presuppone competenza, esperienza, conoscenze tecniche. Ma figuriamoci. Orecchie per fingere di ascoltare, occhi per fingere di vedere, e soprattutto un buco in faccia per sparare cazzate, sono l'unica attrezzatura necessaria per discettare di cultura. Tutto il resto è privilegio, lobby, discriminazione, censura, complotto, connivenza, corporativismo, corruzione, kasta.
L'anno scorso, dovendo sostenere un esame col prof. Dansero, ho dovuto registrarmi sul sito Firstlife e, con nome e cognome, andare ad inserire informazioni, in quel caso dedicate agli studenti universitari. Insomma si doveva cercare di fornire notizie utili condividendole con gli altri. Ognuno di noi. Doveva poi presentare una ricerca di gruppo su un dato argomento che doveva basarsi sui punti registrati in mappa. Nessuno ha preso veramente il lavoro sul serio. Sono state prese informazioni dagli altri siti e ribaltate sulla piattaforma, tanto è vero che continuavo a chiedermi che senso avesse visto che erano informazioni facilemente reperibili con una ricerca su google. C'erano punti ripetuti, punti del tutto inutili (es. La terrazza della palzzina einaudi x mangiarsi un panino). Insomma a me non sembrava così utile e l'efficacia dell'informazione dipendeva dall'intelligenza di chi lo inseriva. L'unica cosa interessante era che ci si può "muovere nel tempo" x verificare in un dato luogo e in tempi diversi che tipo di evento ci possa essere. Per il resto non mi convinceva.
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