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MUSEI CIVICI: LA PERDITA C'E', CON O SENZA MONET

Assessore, dica lei. Francesca Leon assediata dai cronisti
La solita fortuna: torno qualche giorno a Torino, questioni di logistica, e ecco che trovo subito di che intrattenermi.
Oggi capito dalle parti di Palazzo Civico proprio mentre è in corso una conferenza stampa del mio amatissimo neoassessore alla Cultura (e Fontane forever) Francesca Leon, che illustra una delibera di giunta testè approvata. La delibera è marginale, magari ve ne parlo in un altro post. Ma alla fine dell'incontro stampa il capo della comunicazione municipale, Luca Pasquaretta, viene da me e mi chiede se desidero porre una domanda in privato all'assessore. 
Io trasecolo. Di solito l'assessore quando mi vede allunga il passo. Dev'essere la Giornata Mondiale della Gentilezza con i Rompicoglioni. Quindi colgo l'attimo: come potrei declinare una così gentile offerta? Ringrazio Pasquaretta e raggiungo l'assessore.
Francesca Leon mi saluta calorosamente. Sono talmente spiazzato che a momenti mi gioco la domanda a mia disposizione chiedendole che ora è.
Ma mi controllo, faccio appello alla mia scarsa professionalità di vacanziero che passa di lì per caso, e le chiedo: "E' vero, come ha scritto in un tweet l'ex presidente Asproni, che nei primi sei mesi del 2017 i musei civici della Fondazione hanno perso 161 mila visitatori rispetto allo stesso periodo del 2016?".
Leon un po' m'annaspa: "Non posso dirlo con precisione, non ho i dati sotto mano", risponde.
A quel punto ritengo di avere diritto a una domanda di riserva: "Avete tagliato un milione e ottocentomila euro alla Fondazione Torino Musei, e ora con la variazione di bilancio gliene 'restituite' duecentomila: questo sarebbe ciò che definite 'ripristinare le risorse'?".
A questa seconda domanda il mio assessore favorito risponde esaurientemente, facendomi scoprire tante cose nuove e interessanti. Talmente interessanti che meritano di essere raccontate con calma. Quindi a questa risposta di Francesca Leon dedicherò un post a parte: e lo scriverò stasera, dopo essermene andato a Flowers perché mi gira di ascoltare Mannarino (Aggiornamento: eccovi il post promesso).

Il dato è confermato: -161 mila nel primo semestre

Quanto alla prima domanda, quella sul calo delle presenze nei musei civici, mi sono permesso di aiutare Francesca, raccogliendo i dati che non aveva sotto mano: e vado a illustrarli qui a seguire, a beneficio non soltanto dell'assessore ma anche dei cortesi lettori.
E' stata una fatica supplementare che mi sono imposto: in questi giorni di solito era la presidente stessa della Fondazione, l'Asproni intendo, a presentare giubilante i numeri sempre in crescita. Stavolta invece il nuovo presidente Maurizio Cibrario non s'è appalesato, così m'è toccato chiamare io e disturbare una preziosa collega dell'ufficio stampa la quale non mi ha negato le informazioni, peraltro pubbliche.
Dunque, ecco le cifre ufficiali.
Da gennaio a giugno 2016 i visitatori dei musei civici della FTM (Gam, Palazzo Madama, Mao e Borgo Medievale) furono 521.470.
Da gennaio a giugno 2017 sono stati 359.771.
Una perdita netta, quindi, di 161.699 presenze.
Sarebbe facile, a questo punto, liquidare la questione con uno sloganazzo, tipo "Il disastro della Fondazione". Ma i dati vanno interpretati. 
Nel 2016 alla Gam c'era la mostra-blockbuster di Monet, che chiuse il 14 febbraio con 313.395 visitatori. A gennaio 2016 i visitatori della Gam furono 102.891 (da attribuirsi nella quasi totalità a Monet), mentre a febbraio furono 61.007: di questi, la mia fonte in Fondazione - fatalmente partigiana - ne attribuisce oltre 50 mila ai primi 14 giorni, quando la mostra di Monet era ancora in corso: e mi fa notare che nel successivo mese di marzo 2016, senza mostre temporanee, la Gam non superò le 5420 presenze totali. 
Questo - lo dico per inciso - deve far riflettere sull'attrattività delle nostre collezioni permanenti.

Ma c'era Monet!

Quindi nel 2016 c'era Monet (me l'ha ancora ripetuto oggi la Leon). La mostra di Monet alla Gam è rimasta aperta dal 2 ottobre 2015 al 14 febbraio 2016. Non ho il dato preciso su quanti siano stati i visitatori nel 2015, al 31 dicembre: però erano arrivati a 205 mila il 5 gennaio 2016, e negli ultimi giorni d'apertura si registrò un afflusso eccezionale con una punta di 25 mila presenze nell'ultima settimana. Ma non facciamola lunga: voglio essere generoso, e prendo per buona una  cifra vicina a quella ipotizzata dalla collega dell'ufficio stampa della Gam: diciamo che i visitatori per Monet nel 2016 furono 150 mila, e gli faccio buon peso.

Sì, ma c'è anche Colori

A questo punto va ricordato che le due mostre successive a Monet ospitate dalla Gam nel 2016, "Organismi" e Carol Rama, non si schiodarono da un modestissimo 20 mila ingressi la prima e 36 mila la seconda.
Altro discorso per "Colori": inaugurata il 14 marzo di quest'anno, chiuderà il 23 luglio, e domenica scorsa aveva toccato i 72 mila visitatori alla sola Gam, che salgono a 125 mila con la sezione ospitata al Castello di Rivoli. Ricordo che il Castello di Rivoli non rientra tra i musei civici, quindi i suoi visitatori non valgono in questo calcolo.
Queste 72 mila presenze (vabbè, un po' di meno, togliamone cinque-settemila mila per i primi dieci giorni di luglio, ma esagero), vanno a equilibrare il bilancio semestre su semestre della Gam: se Monet in gennaio e febbraio 2016 ha fruttato - nella migliore delle ipotesi - 150 mila visitatori, "Colori" da marzo a giugno 2017 ne vale all'incirca 65 mila. 
Proviamo ora a sottrarre il "fattore grandi mostre" dai dati totali semestre su semestre: senza i 150 mila di Monet, le 521.470 presenze nei musei civici del primo semestre 2016 diventano 371.470; ma senza "Colori" il primo semestre 2017 degli stessi musei crolla da 359.771 a 294.771

Al netto delle grandi mostre, siamo a -76 mila

Ne consegue che i 161 mila visitatori che i musei civici hanno perso, da un anno all'altro, nello stesso periodo di sei mesi, depurati del "fattore grandi mostre" danno comunque un "ammanco" di 76.699 visitatori.
Insomma, un battutaro - non certo io - direbbe che tutto procede come da programma, e siamo a metà dell'opera.
Seriamente, invece, è necessario sottolineare che per quegli oltre settantaseimila signori e signore che mancano all'appello non vale dire "ma c'era Monet!".  Se è vero che Monet portava pubblico, è altrettanto vero che - vivaddio - anche "Colori" ne ha portato. E allora - con tutto che tra Monet e "Colori" ci passa ancora una bella differenza - non teniamone conto e consideriamo quanto valgono i nostri musei senza le grandi mostre.
Poco. 

Chi sta bene e chi sta male

Pro memoria: "Colori" chiude il 23 luglio. Al momento non si sa che cosa si prepari per il futuro. Stamattina, a specifica domanda (non mia: in conferenza stampa), l'assessore Leon ha risposto che qualcosa si sta preparando, ma non vuole anticipare nulla. 
Francesca Leon ha quindi elencato i musei torinesi che "stanno andando molto bene": "I Musei Reali, l'Egizio, Venaria, e anche il Museo del Cinema e la Fondazione Accorsi, pure Camera ha incrementato le presenze". Non ha citato neppure uno dei quattro musei civici affidati alla Fondazione Torino Musei.
E adesso vi do appuntamento al prossimo post, nel quale vi spiegherò come e qualmente l'assessore Leon prevede di far quadrare i conti della Fondazione Torino Musei. Ma prima, come bonus track, vi propongo un resumé dei post con i quali ho riferito in passato l'andamento dei visitatori nei musei civici.

I risultati del 2015

Ne 2015 i visitatori totali dei quattro musei della Fondazione furono 789.680 (come da comunicazione della Fondazione stessa, da me riportata nel post del 5 gennaio 2016). In pratica Gam, Palazzo Madama, Mao e Borgo all'epoca valevano, insieme, quanto l'Egizio. E miglioravano del 38 per cento l'exploit del 2014 quando i visitatori dichiarati erano stati 571.120 (loro volta in crescita del 42% rispetto al 2013). Sono tutte cifre e percentuali fornite dall'ufficio stampa.
Aggiungo che, secondo i calcoli del Comune, i musei torinesi nel 2015 avevano avuto in totale circa quattro milioni di visitatori: alle 800 mila presenze nei quattro gestiti dalla Fondazione Torino Musei si aggiungono 800 mila all'Egizio, 650 mila alla Reggia di Venaria, 630 mila al Museo del Cinema, 500 mila al Polo Reale, 180 mila al Museo dell'Automobile, 140 mila al Museo del Risorgimento. Più i minori.
La Gam, soprattutto grazie a Monet, nel 2015 arrivò a 371.769 visitatori, con una crescita del 43% rispetto al 2014.
Sempre nel 2015 il Mao aveva
 messo a segno un più 88% rispetto al 2014 arrivando a 106.330 visitatori (fu l'anno dei nuovi allestimenti ma anche degli attacchi furibondi di Appendino ai metodi gestionali dell'allora presidente della Fondazione, Patrizia Aproni).
Il Borgo Medievale, dopo la gestione esternalizzata del 2014 (era affidato al Circolo del Lettori), nel 2015 ebbe 112.690 visitatori tra Rocca e Giardino Medievale e la Sala Mostre, con un incremento del 244%.
Palazzo Madama rimase stabile con 200.000 visitatori.

Il primo semestre 2016

E veniamo al primo semestre 2016: il 13 luglio pubblico i risultati del consueto report di metà anno. Sono positivi: e la presidente Asproni li sbandiera come risposta agli attacchi che sta ricevendo dal nuovo triumvirato al potere (Appendino-Giordana-Leon). Non bastano a cambiare una sentenza già scritta, ma vabbè, i presidenti passano, i dati restano: ed ecco quelli che Asproni presentava nel torrido luglio di un anno fa. Nel primo semestre del 2016 - stava scritto nel report - la Fondazione Torino Musei registra un ulteriore aumento del 32% e un incremento del 320% delle sponsorizzazioni relative alle iniziative dei singoli musei (da 160.000 a 667.500 euro). E c'era anche un commento interessante: "Le imprese premiano i progetti culturali di valore e investono volentieri qualora si superi la logica della mera erogazione, ormai obsoleta, per abbracciare invece la pratica della partnership nello sviluppo di progetti condivisi".
Le entrate proprie della Fondazione Torino Musei (biglietti, affitto sale e altre attività lucrative) nel primo semestre 2016 erano cresciute del 21% sullo stesso periodo del 2015.
Il commento di Asproni era lapidario: “Sono dati ... che nascono da una pianificazione e organizzazione specifica della Fondazione e dei suoi musei, e che ci danno una proiezione ottimistica sul futuro, sia per quanto riguarda i visitatori (puntiamo a superare 1 milione nel 2016) sia per quanto riguarda l’autofinanziamento e le sponsorizzazioni”.

Il naufragio dell'Immacolata 2016

Nel secondo semestre, però, le cose cambiano. Dopo le forzate dimissioni di Patrizia Asproni la Fondazione rimane a lungo senza presidente, oltre a precipitare nella figuraccia epocale della mostra di Manet che ci facciamo soffiare da Milano. Grandi mostre non se ne vedono all'orizzonte e la Gam, dopo il flop della mostra "Organismi", ne becca un secondo con Carol Rama.
Una prima avvisaglia delle crisi si ha con l'Immacolata 2016, assolutamente disastroso: nei quattro giorni del ponte i visitatori sono 8.250: 4.200 a Palazzo Madama, 1300 alla Gam, 1600 al Mao, e 1150 paganti al Borgo Medievale. Nello stesso periodo del 2015, i musei della Fondazione avevano registrato in totale 27.232 ingressi. Di questi, ben 13.200 furono alla Gam, dov'era in corso la mostra di Monet che il 17 dicembre aveva già superato le 150 mila presenze.
Poiché anche per il ponte dell'Immacolata 2016 il flusso turistico in città fu notevole veniva facile immaginare che il problema stesse nell'attrattività dell'offerta espositiva dei quattro musei civici: in quegli stessi giorni la Reggia di Venaria, che non dipende dalla Fondazione Musei, offriva una mostra di forte richiamo (Bruegel) e mise a segno un altro record di presenze, mentre volavano pure l'Egizio (21.433) e il Museo del Cinema (14.500).

I risultati del 2016

Così arriviamo al post del 31 dicembre 2016, nel quale riporto i dati forniti dalla Fondazione Musei sulle presenze totali dell'anno: sono 809 mila visitatori. Lontani dalla speranza di arrivare a un milione, che ancora in luglio Asproni accarezzava: ma comunque ventimila presenze in più rispetto al 2015. Niente, in confronto allo score del 2015 sul 2014, che fu di 218 mila visitatori in più. Però il dato viene pubblicizzato ampiamente, perché a prima vista appare rassicurante.
Ma conviene approfondire. 
Nel 2016 a Palazzo Madama i visitatori risultano in netto aumento, passando dai 200 mila del 2015 ai 310 mila del 2016. Cos'era successo a Palazzo Reale nel 2016? Intanto c'era stata l'ultima "Grande Mostra" torinese, ovvero quella della pittura francese da Poussin agli Impressionisti con i quadri in prestito dall'Ermitage. Da sola, quella mostra valeva più di sessantamila presenze in due mesi, ed è stata aperta per quattro: fate voi. Poi il direttore Guido Curto aveva piazzato una serie di piccole mostre di qualità mantenendo viva l'attenzione del pubblico e imbroccando pure il colpaccio: la mostra delle fotoreporter di guerra che ha totalizzato 27 mila presenze.
I dati erano accettabili anche per Mao e Borgo Medievale: il Borgo saliva dai 112 mila del 2015 a 143 mila nel 2016, e il Mao da 106 mila del 2015 a 109 mila nel 2016. Non una marcia trionfale, ma insomma...
La Gam, invece, al 31 dicembre 2016 perdeva quasi 125 mila presenze anno su anno, precipitando dalle 371.769 del 2015 alle 247 mila del 2016.  E questo nonostante Monet. Un secondo semestre disastroso aveva evidentemente annullato i benefici dei primi due mesi dell'anno.

Commenti

  1. Vorrei ricordare che nel 2015 la GAM non usufruì solo della prima parte di Monet, ma anche dell'ultima di Renoir, altra mostra blockbuster.

    Poi, che della collezione permanente freghi nulla a nessuno, è cosa ampiamente risaputa, purtroppo.

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    Risposte
    1. L'osservazione è veritiera, ma impropria: il confronto che rivela una perdita di 161 mila presenze (76 mila al netto dei grandi mostre) è condotto sui primi sei mesi degli anni 2016 e 2017, pertanto il 2015 non è rilevante per tale calcolo. E' comunque utile ricordare Renoir per comprendere il dato del 2015. Grazie per il contributo.

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