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Il "ripristino" secondo Leon
Francesca Leon mi spiega quanto segue:
1) "in realtà il taglio non era un milione e ottocentomila, ma un milione e mezzo";
2) "avevamo già ripristinato 300 mila euro";
3) "altri duecentomila li abbiamo ripristinati con la variazione di bilancio";
4) "le Fondazioni bancarie hanno accettato di versare un milione in più, sicché alla fine la Fondazione prenderà la stessa cifra dell'anno scorso".
A questo punto faccio notare a Francesca che adesso la Fondazione deve anche pagare il riscaldamento dei musei, finora a carico del Comune. "Solo dal 2018 - precisa l'assessore - e stiamo lavorando per risolvere questi problemi e dare un nuovo assetto della Fondazione".
Questi stanno sempre lavorando per risolvere problemi e dare nuovi assetti. Men at work. Colonna sonora "Who can it be now?". Ah, saperlo...
Però io non ho capito alcune cose. E vado diligentemente a elencarle.
contributo 2016: 6.800.000 euro (di cui 6,3 milioni in spesa corrente e solo 500 mila euro in conto capitale)
contributo 2017: 4.950.000 euro (di cui appena 1.675.000 in spesa corrente mentre ben 3.275.000 euro sono passati in conto capitale, e a questo link potete leggere perché il conto capitale è altamente tossico).
A casa mia, 6.800.000 meno 4.950.000 mi dà un taglio di un milione e ottocentocinquantamila euro, non di un milione e mezzo.
Ora: Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo sono assai generose con Torino. E' nel loro mandato istituzionale. Ma generoso non è sinonimo di fesso. Il milione lo daranno. Però dietro precise garanzie.
Io provo a delineare un scenario plausibile. Voi siete liberi di crederci o no.
Allora: secondo la mia ricostruzione, le due Fondazioni bancarie in cambio del loro pronto soccorso pretendono di vedere un piano di sviluppo concreto per la FTM: e che sia un progetto triennale serio e affidabile. Non ciance e "stiamo lavorando".
Nei prossimi giorni ci sarà una riunione del Consiglio direttivo di FTM al quale parteciperanno anche i Soci fondatori (Comune, Regione, Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo) e lì si comincerà a ragionare di fatti concreti.
Aggiungo però un altro elemento. Sempre ipotetico, per carità!
Il versamento del sospirato e salvifico milione di euro sarebbe subordinato a una seconda condizione: le Fondazioni bancarie sborseranno soltanto per coprire i tagli del Comune, e non quelli, beninteso eventuali, di "altri soci".
E allora, chi mai potrebbe essere il misterioso "altro socio" che potrebbe decidere un ulteriore taglio?
La Regione, dite? Bravi, siete ragazzi perspicaci.
Il pericolo - tutt'altro che teorico, se le Fondazioni bancarie se ne preoccupano - è che dopo il Comune anche la Regione voglia ridurre il proprio contributo ai musei civici, che nel 2016 è stato di 775 mila euro.
Finora la Regione è ampiamente intervenuta a sostenere le attività culturali torinesi, a mano a mano che il Comune tagliava le risorse: e questo già ai tempi di Fassino.
Ma la miseria è una brutta bestia. E poi una simile politica rischia di incarognire il resto del Piemonte (diciamo meglio: il resto dell'elettorato piemontese) nei confronti di un governo regionale percepito come "Torinocentrico". Chiamparino lo sa, e ha spesso dato segni d'impazienza. Le elezioni non sono più così lontane.
A questo punto torno a domandarmi quale sia il vero motivo che ha indotto l'assessore Parigi a dimettersi dal Consiglio direttivo della FTM. Non posso certo entrare nella testa sua: ma dalla mia non mi tolgo l'idea che esistono anche le dimissioni preventive. Insomma: se proprio deve capitare qualcosa di brutto, uno preferisce non essere presente.
Ecco, questo è lo scenario del 2017. Intanto la Gam dismette la sua Biblioteca d'arte, il destino del Borgo medievale è in bilico, i musei perdono visitatori e faticano a organizzare non solo le grandi mostre, ma anche la normale attività. E il personale, che rischia il posto, sta a guardare e spera che tutto fili liscio e si arrivi indenni alla fine dell'anno. Quanto al 2018, nessuno vuole pensarci.
1) "in realtà il taglio non era un milione e ottocentomila, ma un milione e mezzo";
2) "avevamo già ripristinato 300 mila euro";
3) "altri duecentomila li abbiamo ripristinati con la variazione di bilancio";
4) "le Fondazioni bancarie hanno accettato di versare un milione in più, sicché alla fine la Fondazione prenderà la stessa cifra dell'anno scorso".
A questo punto faccio notare a Francesca che adesso la Fondazione deve anche pagare il riscaldamento dei musei, finora a carico del Comune. "Solo dal 2018 - precisa l'assessore - e stiamo lavorando per risolvere questi problemi e dare un nuovo assetto della Fondazione".
Questi stanno sempre lavorando per risolvere problemi e dare nuovi assetti. Men at work. Colonna sonora "Who can it be now?". Ah, saperlo...
Le cose che non capisco
Il nostro colloquio si chiude lì, con una franca e simpatica stretta di mano e la mia promessa di tornarmene al più presto in Sardegna e restarci il più a lungo possibile.Però io non ho capito alcune cose. E vado diligentemente a elencarle.
1) Il taglio: 1,8 o 1,5 milioni?
Quando mai il taglio del contributo comunale alla Fondazione Torino Musei previsto dal bilancio 2017 è stato inferiore a un milione e ottocentomila euro? Nel prospetto del bilancio previsionale 2017 distribuito in Commissione dalla Leon in persona lo scorso 5 aprile stava scritto così:contributo 2016: 6.800.000 euro (di cui 6,3 milioni in spesa corrente e solo 500 mila euro in conto capitale)
contributo 2017: 4.950.000 euro (di cui appena 1.675.000 in spesa corrente mentre ben 3.275.000 euro sono passati in conto capitale, e a questo link potete leggere perché il conto capitale è altamente tossico).
A casa mia, 6.800.000 meno 4.950.000 mi dà un taglio di un milione e ottocentocinquantamila euro, non di un milione e mezzo.
2) Mi sono perso 300 mila euro?
Mi è sfuggito inoltre il "ripristino di 300 mila euro" che a detta dell'assessore Leon si sarebbe già verificato. Penso che dipenda da una mia disattenzione, ma sono in buona compagnia: anche persone più competenti e informate di me sono completamente all'oscuro di tale benefico provvedimento. Domani vedo il presidente Cibrario e provo a chiedergli lumi: lui ne saprà qualcosa. Almeno spero. Sennò archivierò alla voce bufale...Ma 3) Un milione spartito fra tanti è poco per tutti
Nulla da obiettare sui 200 mila euro "ripristinati" con la recente variazione di bilancio. Mi ha però lievemente infastidito sentire l'assessore Leon dichiarare, in conferenza stampa, che hanno "trovato un milione in più per mettere in sicurezza le istituzioni culturali". Beh, qui potete leggere il dettaglio della spartizione dei pochi pani e dei pochissimi pesci: sono cifre molto lontana dal reale fabbisogno, e nessuna istituzione culturale viene "messa in sicurezza" da quel che le arriverà del famoso milione. Nessuna. Ad eccezione del Sistema delle Arti Perfomative (ex Sistema Teatro) che si ritroverà con ulteriori 70 mila euro: nell'assestamento 2016, il primo firmato da Appendino, il "vecchio" Sistema Teatro aveva ricevuto 578 mila euro (contro gli 800 mila promessi nel previsionale da Fassino); ma già il bilancio previsionale 2017 già gliene destinava 696 mila. Così arriviamo a 764 mila euro: questo sì che si chiama "ripristinare". Tanta abbondanza in tempi di ristrettezze si spiega con il fatto che la rinnovata struttura dovrà sfamare molte più bocche della precedente; in particolare i numerosi genii incompresi che nel passato non avevano goduto di adeguati riconoscimenti e sovvenzioni, e che molto si aspettano dai nuovi padroni del vapore.4) Le Fondazioni bancarie ci mettono una pezza: ma dettano le condizioni
Ma il punto più interessante è il milione che verrebbe elargito (o forse soltanto anticipato) dalle Fondazioni bancarie.Ora: Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo sono assai generose con Torino. E' nel loro mandato istituzionale. Ma generoso non è sinonimo di fesso. Il milione lo daranno. Però dietro precise garanzie.
Io provo a delineare un scenario plausibile. Voi siete liberi di crederci o no.
Allora: secondo la mia ricostruzione, le due Fondazioni bancarie in cambio del loro pronto soccorso pretendono di vedere un piano di sviluppo concreto per la FTM: e che sia un progetto triennale serio e affidabile. Non ciance e "stiamo lavorando".
Nei prossimi giorni ci sarà una riunione del Consiglio direttivo di FTM al quale parteciperanno anche i Soci fondatori (Comune, Regione, Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo) e lì si comincerà a ragionare di fatti concreti.
Aggiungo però un altro elemento. Sempre ipotetico, per carità!
Il versamento del sospirato e salvifico milione di euro sarebbe subordinato a una seconda condizione: le Fondazioni bancarie sborseranno soltanto per coprire i tagli del Comune, e non quelli, beninteso eventuali, di "altri soci".
Che cosa farà la Regione? E perché s'è dimessa Antonellina?
Facciamoci una domanda e diamoci una risposta: gli "altri soci" sono Comune e Regione, giusto? Il Comune ha già tagliato, giusto?E allora, chi mai potrebbe essere il misterioso "altro socio" che potrebbe decidere un ulteriore taglio?
La Regione, dite? Bravi, siete ragazzi perspicaci.
Il pericolo - tutt'altro che teorico, se le Fondazioni bancarie se ne preoccupano - è che dopo il Comune anche la Regione voglia ridurre il proprio contributo ai musei civici, che nel 2016 è stato di 775 mila euro.
Finora la Regione è ampiamente intervenuta a sostenere le attività culturali torinesi, a mano a mano che il Comune tagliava le risorse: e questo già ai tempi di Fassino.
Ma la miseria è una brutta bestia. E poi una simile politica rischia di incarognire il resto del Piemonte (diciamo meglio: il resto dell'elettorato piemontese) nei confronti di un governo regionale percepito come "Torinocentrico". Chiamparino lo sa, e ha spesso dato segni d'impazienza. Le elezioni non sono più così lontane.
A questo punto torno a domandarmi quale sia il vero motivo che ha indotto l'assessore Parigi a dimettersi dal Consiglio direttivo della FTM. Non posso certo entrare nella testa sua: ma dalla mia non mi tolgo l'idea che esistono anche le dimissioni preventive. Insomma: se proprio deve capitare qualcosa di brutto, uno preferisce non essere presente.
Ecco, questo è lo scenario del 2017. Intanto la Gam dismette la sua Biblioteca d'arte, il destino del Borgo medievale è in bilico, i musei perdono visitatori e faticano a organizzare non solo le grandi mostre, ma anche la normale attività. E il personale, che rischia il posto, sta a guardare e spera che tutto fili liscio e si arrivi indenni alla fine dell'anno. Quanto al 2018, nessuno vuole pensarci.
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