Andatevene tutti affanculo. Gianandrea Noseda ha annunciato l'addio al Regio: "Scelte deludenti e scoraggianti" |
Ieri pomeriggio Gianandrea Noseda s'è chiamato definitivamente fuori dal merdone del Regio annunciando coram populo che non aspetterà di farsi mettere alla porta dal primo Graziosi che arriva.
In effetti, con le dimissioni di Vergnano sarebbero comunque decaduti sia il direttore musicale Noseda, indipendentemente dalle sue dichiarazioni della prima ora, sia il direttore artistico Gaston Fournier Facio: a meno che il nuovo illuminato sovrintendente non decidesse di confermarli. Con stabellaceppa, che li confermava.
A Fournier Facio, per fargli capire l'aria che tira, gli hanno disdetto l'alloggio a Torino dal 28 aprile: tanto, Graziosi si sceglierà un direttore artistico a sé più confacente, e sono pronto a scommettere che sarà il mitico Giancarlo Del Monaco.
Quanto a Noseda, non è il tipo da farsi dare il benservito dall'ex vicesovrintendente dell'Opera di Astana; per cui ha preferito mandarli tutti, preventivamente, affanculo, con la dichiarazione che potete leggere a questo link. Notate la bellezza tacitiana dell'incipit: "Alla luce di quanto avvenuto negli ultimi giorni e preso atto che la qualità che ha portato il teatro alla ribalta della scena internazionale non è stata minimamente tenuta in considerazione, mi pare chiaro che non esista la volontà di condividere un progetto per il futuro del Teatro Regio Torino". Ho visto pochi vaffanculo così ben scritti. La classe non è acqua.
Però questa è la versione edulcorata, che ieri l'agente di Noseda ha inviato a scelti giornalisti italiani, bypassando il Regio. Il testo originale, che ci regala per esteso Slippedisc e viene ripreso da tutta la stampa americana, è ancor più incisivo: "The recent actions taken by the board of the Teatro Regio Torino are disappointing and disheartening": le recenti decisioni dell'amministrazione del Regio sono deludenti e scoraggianti.
Altro che "alla luce di quanto avvenuto negli ultimi giorni". Qui Noseda non lesina gli aggettivi per definire le scelte brillantemente operate l'altro ieri da quattro settimi del Consiglio d'indirizzo del Regio, su diktat dell'Appendino e nella sostanziale indifferenza, se non connivenza, del Chiampa e delle Fondazioni bancarie: non bastasse l'elevazione alla gloria degli altari dell'ex sovrintendente della Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, per mandare ai matti il Noseda furioso hanno pure messo il carico da novanta dell'annullamento della tournée americana del Regio. Sappiamo quanto ci tiene, alle tournée, il Gianandrea dei Due Mondi.
In virtù dell'uscita di Noseda, il futuro teatro provincia riesce a finire ancora una volta - seppure non per meriti artistici - sulle pagine dei più influenti quotidiani americani. Ci eravamo già abituati, ma stavolta abbiamo fatto bingo. "Tumulto in un ente lirico italiano: un direttore di primo piano si dimette" titola il New York Times, e non manca di ricordare che siamo dei paccari: "La Carnegie Hall conferma che il Teatro Regio ha comunicato l'annullamento del tour negli Stati Uniti; un portavoce del teatro non ha risposto alla richiesta di un commento".
Invece la Washington Post sottolinea con soddisfazione che Noseda adesso avrà più tempo per dedicarsi alla National Symphony Orchestra che dirige dalla stagione 2016/2017, avendo mollato il teatrino della "natia Italia" il cui nuovo sovrintendente, ci ricorda il quotidiano che ci ha tolto dai coglioni Nixon, "un tempo lavorava per la ormai defunta Opera Lirica di Baltimora".
E' ufficiale: sotto molti aspetti Torino sarà pure una piccola città di provincia, e sempre più lo sarà. Ma se c'è da diventare lo zimbello del mondo, non è seconda a nessuno.
Hanno imparato molto dai politici della "Seconda Repubblica"
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