Ed ecco che immancabile arriva il "Bando pubblico per l'assegnazione di contributi per la realizzazione della Festa Internazionale della Musica per 2020", approvato stamattina dalla giunta comunale.
Il 21 giugno, Festa della Musica, l'imperativo categorico ancora una volta sarà "coinvolgere gli artisti e il pubblico in una grande kermesse dove si suona e si ascolta musica insieme, per le strade e in spazi non canonici, senza limiti di età, genere sonoro, livello tecnico e professionale".
E tale nobile scopo viene perseguito con il bando per selezionare un progetto che "dovrà prevedere, nella giornata del 21 giugno 2020 e nel fine settimana più vicino a tale data, una serie di eventi e iniziative di natura musicale e aggregativa a fronte di un sostegno economico pubblico quantificato fino a un massimo di 20mila euro. Il costo totale dell’iniziativa però non potrà essere inferiore a 25 mila euro: il proponente, infatti, avrà l’obbligo di sostenere l'evento con un finanziamento in proprio pari ad almeno 5mila euro". E vabbè, bisogna pur vivere. E sconfiggere la povertà.
Ma attenzione. "L'evento sarà aperto a tutti: dilettanti e professionisti, associazioni amatoriali (come cori e bande), insegnanti, autori di programmi, deejay, gruppi e solisti. L'organizzatore, quindi, si impegnerà a promuovere la pratica musicale dal vivo senza fine e spirito lucrativo. È fondamentale (in effetti, rientra nelle regole internazionali della Festa, NdG) che le esibizioni siano a libero accesso per il pubblico e la partecipazione alla ‘Festa’ dei musicisti sia gratuita. Chiunque vorrà esprimersi in ambito sonoro e chiederà di aderire al progetto, rispettando le regole organizzative e di sicurezza, avrà diritto a trovare accoglienza nel programma".
Insomma: ventimila euro per organizzare una rassegna di dilettanti allo sbaraglio. Perché i musicisti veri, i professionisti, quelli che con la musica ci campano, sono professionisti appunto perché quello è il loro mestiere. E non scalpitano per la voglia di partecipare alla simpatica ammucchiata senza speranza di vil danaro. Già tutto l'anno sono costretti a battagliare per ottenere il giusto compenso in un mondo che, grazie anche a queste alzate d'ingegno, è sempre più convinto che l'artista - e il musicista in particolare - sia un allegro perdigiorno che vive d'aria, e dunque non esiste nessun serio motivo per pagarlo per il suo lavoro.
Il 21 giugno, Festa della Musica, l'imperativo categorico ancora una volta sarà "coinvolgere gli artisti e il pubblico in una grande kermesse dove si suona e si ascolta musica insieme, per le strade e in spazi non canonici, senza limiti di età, genere sonoro, livello tecnico e professionale".
E tale nobile scopo viene perseguito con il bando per selezionare un progetto che "dovrà prevedere, nella giornata del 21 giugno 2020 e nel fine settimana più vicino a tale data, una serie di eventi e iniziative di natura musicale e aggregativa a fronte di un sostegno economico pubblico quantificato fino a un massimo di 20mila euro. Il costo totale dell’iniziativa però non potrà essere inferiore a 25 mila euro: il proponente, infatti, avrà l’obbligo di sostenere l'evento con un finanziamento in proprio pari ad almeno 5mila euro". E vabbè, bisogna pur vivere. E sconfiggere la povertà.
Ma attenzione. "L'evento sarà aperto a tutti: dilettanti e professionisti, associazioni amatoriali (come cori e bande), insegnanti, autori di programmi, deejay, gruppi e solisti. L'organizzatore, quindi, si impegnerà a promuovere la pratica musicale dal vivo senza fine e spirito lucrativo. È fondamentale (in effetti, rientra nelle regole internazionali della Festa, NdG) che le esibizioni siano a libero accesso per il pubblico e la partecipazione alla ‘Festa’ dei musicisti sia gratuita. Chiunque vorrà esprimersi in ambito sonoro e chiederà di aderire al progetto, rispettando le regole organizzative e di sicurezza, avrà diritto a trovare accoglienza nel programma".
Insomma: ventimila euro per organizzare una rassegna di dilettanti allo sbaraglio. Perché i musicisti veri, i professionisti, quelli che con la musica ci campano, sono professionisti appunto perché quello è il loro mestiere. E non scalpitano per la voglia di partecipare alla simpatica ammucchiata senza speranza di vil danaro. Già tutto l'anno sono costretti a battagliare per ottenere il giusto compenso in un mondo che, grazie anche a queste alzate d'ingegno, è sempre più convinto che l'artista - e il musicista in particolare - sia un allegro perdigiorno che vive d'aria, e dunque non esiste nessun serio motivo per pagarlo per il suo lavoro.
Ecco perché questa cosa del suonare gratis pure nel giorno in cui si festeggia la Musica proprio non riesco a farmela piacere. Mi pare un Sublime Perculamento.
La ringrazio dell'articolo.
RispondiEliminaIo nel 2017 avevo scritto nel mio blog qualcosa di abbastanza simile domandandomi che funzione assolvesse nei confronti della Musica e della cultura musicale un'Armata Brancaleone di volonterosi pressapochisti della musica (tra cui figuravo anch'io), "coordinata" da un'Amministrazione Assente.
La risposta era già la solita: alle casse esangui dell?Amministrazione Assente.
Ancora grazie e buon lavoro.
Roberto Rua