L'allestimento della mostra "Sfida al Barocco" che si apre a Venaria il 13 marzo (rendering dal sito della Fondazione 1563) |
Lì per lì ho concluso che il 2020 sarà l'Anno del Cinema Barocco a Torino e in Piemonte, per mettere tutti d'accordo e celebrare il centenario del più grande e più barocco di tutti i genii del nostro cinema: ma poi mi sono ricordato che da queste parti non è in vista nessun grande evento in onore di Federico Fellini, e la mia debole mente s'è smarrita nell'immenso pelago delle stramberie sabaude.
Tornato in me, ho ascoltato i pezzi grossi che magnificavano l'Anno del Barocco. C'era pure la mia amica Maiunagioia, e stavolta anche lei magnificava l'Anno del Barocco anziché, come al solito, quello del Cinema.
Alla fine qualcosa ci ho capito. Ho capito che il 2020 è l'Anno del Cinema per il Comune, mentre per la Regione è l'Anno del Barocco. In piena coerenza con il clima di buon vicinato e fattiva collaborazione che regna fra le due giunte.
Ora non vorrei scatenare drammi in famiglia, sul genere "vuoi più bene al papà o alla mamma?": tuttavia devo dichiarare per onestà intellettuale che, almeno a giudicare da ciò che hanno raccontato i pezzi grossi, rispetto all'Anno del Cinema quello del Barocco mi sembra meno farcito di fuffa. Non è un gran complimento, considerato che l'Anno del Cinema rappresenta il paradigma assoluto della fuffa. Comunque è un'impressione mia, ma basata su alcuni (seppur pochi) dati di fatto.
Almeno qui c'è un Evento. Vero
Gli obiettivi dichiarati sono i soliti, banali della loro genericità: valorizzare i nostri tesori d'arte, far conoscere le nostre eccellenze, incentivare il turismo, e patipìm e patapàm, la solfa che sta bene su tutto, dal Barocco al Cinema passando per la pesca sportiva e l'artigianato del legno.
Rispetto all'Anno del Cinema, tuttavia, quello del Barocco nasce sulla base di un presupposto concreto: un Evento. La grande mostra "Sfida al Barocco" che si terrà dal 13 marzo al 14 giugno alla Reggia di Venaria, e che promette - almeno nella narrazione che ne fanno i responsabili - di eguagliare quella leggendaria, e finora ineguagliata, del 1963 dedicata al Barocco Piemontese.
Trattasi almeno sulla carta di evento solido, tale da giustificare e sostenere, da solo, l'intero estemporaneo caravanserraglio di manifestazioni che gli viene abborracciato intorno con il consueto sistema dell'etichetta da appiccicare su qualsiasi manifestazione che nel corso del 2020 abbia a che fare con il tema dato (in questo caso il Barocco) in campo artistico, musicale, turistico e (manco a dirlo) enogastronomico.
Un regalo di Compagnia di San Paolo
Il merito della mostra in sé, com'è logico, non è delle istituzioni pubbliche che si limitano ad andare a rimorchio, adeguando la propria strategia alla circostanza favorevole. "Sfida al Barocco" poggia su un investimento serio, circa due milioni e mezzo di euro, ed è voluta, pagata, progettata e realizzata dalla Compagnia di San Paolo (anche nota come "Zio d'America") tramite il braccio operativo della Fondazione 1563, con il contributo concreto di Intesa San Paolo e la collaborazione del Consorzio delle Residenze Sabaude, che la ospita a Venaria.
Mostra, dicevo, pensata e progettata: nel senso che non c'è improvvisazione, bensì il lavoro lungo e serio dei curatori nell'ambito di un più vasto progetto di studi, ricerche e pubblicazioni della Fondazione. Poi, l'anno scorso, l'allora assessore Parigi ebbe l'idea di prendere al volo l'occasione e inventarsi l'Anno del Barocco, coordinare a contorno della Grande Mostra un bouquet di qualcosa come duecento manifestazioni minori riunite sotto l'etichetta "L'essenziale è Barocco", e cercare di vendere il pacchetto sul mercato del turismo. I nuovi inquilini della Regione hanno confermato, creando un tavolo di consultazione, coinvolgendo enti e associazioni, e insomma presentandosi perlomeno pronti all'appuntamento con il 2020.
Digressione: che fastidio i gagni che non fanno i compiti!
Insomma: l'Anno del Barocco, per quanto appiccicato con lo sputo, si propone come un preclaro esempio di preveggenza e pianificazione a lungo termine, se lo si confronta con l'Anno del Cinema: talmente "pensato", quest'ultimo, che solo a fine dicembre 2019 il Comune ha pubblicato l'avviso "per la presentazione di proposte progettuali in ambito culturale, artistico e ricreativo che presentino una chiara attinenza con il cinema, da inserire nella programmazione". Ridicolo. Con tutto che su 'sta roba di Torino Città del Cinema 2020 Chiarabella e l'Assessore Triste la menavano già nel 2017. E vi svegliate soltanto a dicembre del 2019 per rabastare qualche idea per il 2020? Niente, non voglio insistere che poi frignano che ce l'ho con loro: ma 'sti atteggiamenti mi urtano peggio dei gagni che non fanno i compiti delle vacanze e poi, la vigilia di tornare a scuola, scassano i santissimi a tutta la famiglia.
Fare marketing senza soldi is the new volar senz'ali
Ma vabbè, è meglio che torniamo all'Anno del Barocco. Mentre tutti insieme mettevano insieme uno straccio di programma, hanno passato a Visit Piemonte, l'agenzia regionale creata giusto per il marketing del territorio, l'incarico di provvedere alla promozione.
E questa è l'altra singolarità - e vantaggio - dell'Anno del Barocco rispetto a similari trovate con le quali di tanto in tanto i nostri zuavi si provano a convincerci che lavorano: stavolta c'è un piano di comunicazione. Ma sul serio, non soltanto a parole come di solito accade. Hanno ingaggiato tramite bando una società torinese di comunicazione, Ydee, e stanziato un budget allo scopo di informare dell'esistenza dell'Anno del Barocco in Piemonte non solo chi vive nel cantuccio di mondo fra le Alpi e il Ticino, ma anche il resto d'Italia e persino un po' d'Europa.
Ma è ormai scritto nel destino della nazione sabauda di scivolare ogni volta, pur fra mille buone intenzioni e altrettanti sogni di gloria, sulla Poverata Manifesta: a fronte di un progetto tanto ambizioso, il budget è risibile. "Visit Piemonte" - ovvero la Regione - dispone in totale di 250 mila euro, di cui 13 mila andranno a compensare il lavoro di Ydee che di conseguenza fa quel che può: persino il teaser dell'iniziativa, ad esempio, è fatto in economia, recuperando materiale filmato di repertorio per risparmiare sulle riprese.
Qualsiasi esperto di markenting sa che l'investimento promozionale del 10 per cento sul valore totale della manifestazione (e consideriamo soltanto il valore della mostra della Venaria) è del tutto inadeguato. Lo sa anche l'ottimista direttrice di Visit Piemonte, Luisa Piazza, convinta che la mancanza di denaro possa essere compensata con la creatività. Un po' come quando qualcuno mandò i nostri alpini in Russia con i moschetti '91 e gli scarponi di cartone, sicuro che il valore del milite italiano avrebbe compensato il lieve svantaggio rispetto ai tank dell'Armata Rossa.
Non è vuota perfidia, bensì dovere cronistico, ricordare che una cifra analoga verrà spesa per pubblicizzare in ogni dove l'Anno del Cinema, con i brillanti risultati che cominciamo ad apprezzare, e le relative spedizioni dell'Assessore Triste nella gaia Parigi).
Ciascuno per sé e Azathoth per tutti.
Alla Fiera del Turismo
Eppure confido che Torino riuscirà a comunque a farsi conoscere. Almeno nel senso torinese di "sempre a fese cunose".
Già me li vedo i nostri baldi promoter alle varie fiere del turismo, a strattonare i tour operator:
"Quest'anno venite a Torino, la Città del Cinema!".
"Macché, venite a Torino perché quest'anno è la Città del Barocco!".
"Non date retta a quell'infame, Torino è la Città del Cinema!".
"No, del Barocco!".
"Del Cinema!".
"Del Barocco!".
"Cialtrone!".
"Mestatore!".
"Servo del Barocco!".
"Avanzo di cinematografo!".
E vanno avanti così finché non arrivano due signori in camice bianco e li fanno salire sull'ambulanza.
Mentre li ricoverano noi, unendo la fame con la sete, trarremo evidenti benefici dalla formula paghi due e prendi niente.
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