Passa ai contenuti principali

VOLTA PAGINA IL "MUSEO SUL TETTO"

Altro avvenimento importante di stamattina era, alla Pinacoteca Agnelli, la direttrice Sarah Cosulich che presentava il "nuovo corso" che intende impostare. Per
sonalmente impedito, come ho detto, non ci sono andato, e me ne sono dispiaciuto assai, perché ho sempre considerato la Pinacoteca Agnelli uno spazio espositivo con potenzialità enormi mai appieno espresse: a causa, fra l'altro, della location stessa, che la isola dalla città. Ne scrivevo sul Corriere già lo scorso ottobre, in occasione dell'inaugurazione della mostra di opere della Fondazione Maeght: sottolineavo l'enorme rilevanza dell'evento, e insieme il pericolo - poi inveratosi - che richiamasse meno pubblico del dovuto: "La collocazione stessa della Pinacoteca costituisce da sempre la sua unicità, ma anche il suo principale handicap. Appollaiata sul tetto del Lingotto, accessibile solo con un ascensore sperduto fra i corridoi banali di un megacentro commerciale, resta un museo che persino molti torinesi ignorano". Sarah Cosulich, già dinamica direttrice di Artissima, sembra decisa a cambiare questo stato di cose. Ma non sono ancora abbastanza pimpante per scriverne approfonditamente, e quindi mi limito a onorare l'impegno di cronaca pubblicando per esteso l'intero (e dettagliato) comunicato diffuso al termine della conferenza. Ho cercato di eliminare dal testo tutte le ricorrenze - ma qualcuna mi sarà sfuggita - del vezzo tutto meneghino di eliminare articoli e preposizioni articolate davanti al nome di un'istituzione. "Le progettualità di Pinacoteca", o "La nuova identità visiva di Pinacoteca Agnelli" (manco stessimo a parlare della signora Pinacoteca Agnelli, lontana cugina), può anche darsi che faccia figo, ma proprio non si può vedere.

La Pinacoteca Agnelli presenta il nuovo corso che, con la nomina di Sarah Cosulich nel ruolo di direttrice, si propone di trasformare l'istituzione in un centro culturale dinamico, aperto ai linguaggi multidisciplinari del presente in dialogo con la storica collezione di Pinacoteca.
La nuova Pinacoteca aprirà al pubblico il 27 maggio 2022. Sarà un luogo dedicato alla produzione di mostre inedite e di progetti site-specific commissionati ad artiste e artisti italiani e internazionali per i suoi spazi: attraverso progetti espositivi di ricerca e collaborazioni con istituzioni italiane e internazionali, Pinacoteca diviene un luogo aperto alla riflessione sulle tematiche della contemporaneità, votato all’inclusione e alla partecipazione di una molteplicità di pubblici diversi.
La nuova programmazione della Pinacoteca si estende anche sull'iconica pista sul tetto del Lingotto. Lo spazio esterno si arricchisce di installazioni di artiste e artisti internazionali pensati per dialogare con l'architettura industriale, con lo spettacolare paesaggio sulla città e con il giardino recentemente realizzato sulla pista. Grazie al progetto di riconversione di Fiat, la Pista 500 è oggi il parco pensile più alto d'Europa con le sue 40.000 piante di oltre 300 specie autoctone diverse: un polmone verde a 28 metri di altezza che, coerente alla sua identità originale di circuito storicamente dedicato al collaudo delle automobili, è oggi anche suggestivo test drive per la Nuova 500, la prima all-electric di casa Fiat.
LE PROGETTUALITÀ
Tre sono le linee progettuali che caratterizzano il programma espositivo della Pinacoteca attraverso una prospettiva curatoriale organica. Il punto di partenza comune consiste nella riflessione sulle narrazioni prodotte dall’eredità industriale del Lingotto e dall’identità del museo, fortemente legata alla sua collezione permanente.
BEYOND THE COLLECTION - Collezione Giovanni e Marella Agnelli
A vent'anni dall’inaugurazione dell'allestimento dello Scrigno di Renzo Piano, per la prima volta Pinacoteca introduce un inedito progetto espositivo continuativo dedicato alla rilettura e riattivazione della sua collezione permanente attraverso le sue presenze e le sue assenze. Partendo ogni volta da un’opera diversa messa in relazione con altre, provenienti da istituzioni internazionali, la Collezione Agnelli diviene punto di partenza privilegiato per una riflessione sulla storia dell'arte e sulla storiografia, oltre che strumento critico per approcciarsi al presente.
MOSTRE
Il Terzo Piano ospiterà mostre ideate e prodotte da Pinacoteca: sia progetti monografici dedicati ad artiste e artisti contemporanei che collettive focalizzate su percorsi transtorici e multigenerazionali, per aprire nuove letture della storia dell’arte in relazione alle pratiche artistiche contemporanee.
SYLVIE FLEURY
Turn Me On
27.05.22 - 15.01.23
A cura di Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti
La mostra che inaugura il nuovo corso di Pinacoteca è dedicata all’artista Sylvie Fleury. Pioniera e punto di riferimento importante per le pratiche emergenti, negli ultimi trent’anni Fleury ha portato avanti una ricerca poliedrica che elude correnti e categorie. Attraverso una molteplicità di media - dalla scultura alla pittura al neon all’installazione, Fleury attinge nel suo vocabolario a oggetti e immaginari provenienti dall’ambito della moda, della fantascienza, delle sottoculture pop, indagando i meccanismi di costruzione del valore e la fabbricazione di desideri della società contemporanea. Fleury produce opere che con intelligenza e ironia affrontano la tensione tra le politiche di genere, il consumismo e la cultura contemporanea – prima tra tutte, la storia dell’arte. Il suo lavoro risuona con la volontà di Pinacoteca di ampliare la narrazione tradizionale del Lingotto, segnata dall’immaginario maschile della fabbrica e dell’automobile, ma anche con quello di una collezione storica rappresentata da artisti uomini.
LA PISTA 500
Un progetto di sculture e installazioni esterne commissionate ad artiste e artisti internazionali sulla storica pista automobilistica sul tetto del Lingotto.
Divenuto un giardino pensile nel progetto degli architetti Camerana&Partners, la Pista 500 viene aperta alla città come spazio inclusivo e multifunzionale dedicato all’arte pubblica. I progetti sulla Pista includono installazioni ambientali, opere luminose, installazioni sonore e di cinema espanso, progetti architettonici funzionali alle necessità di chi attraversa la pista. Lo spazio è costruito con le artiste e gli artisti coinvolti, ragionando sulla trasformazione dell’archeologia industriale del Lingotto da circuito chiuso a strada cittadina, da luogo produttivo a spazio aperto da abitare insieme. I progetti, interattivi e coinvolgenti, invitano chi visita la pista a riflettere su quale sia il significato di spazio pubblico oggi, e quali le storie e i monumenti con cui vogliamo abitarlo. Le opere si confrontano con l’eredità della fabbrica, per esplorare le implicazioni sociali, culturali e politiche della sua trasformazione, o entrano in dialogo con il paesaggio naturale e urbano che circonda l’edificio, facendo emergere la tensione tra naturale e artificiale che lo caratterizza.
Il programma si arricchirà di nuove installazioni gradualmente nel corso dei prossimi tre anni, costruendo un percorso espositivo sempre in evoluzione disseminato nei diversi spazi della Pista.
MISSIONE
I progetti espositivi sono mirati a costruire una forte identità programmatica per l’istituzione, risultato anche di un confronto con la specificità del luogo che la ospita: la storia culturale e sociale del Lingotto; la relazione con l’immagine dell’automobile, quale simbolo della velocità e dell’innovazione e con il contesto produttivo di Torino; la presenza dell’archeologia industriale e il suo sviluppo architettonico.
Il nuovo corso di Pinacoteca Agnelli identifica il museo come luogo depositario di una molteplicità di storie e allo stesso tempo motore di nuove narrazioni: un luogo che guarda al passato con gli occhi del presente, per riattivare esperienze, raccontare figure dimenticate e complicare la narrazione canonica della storia dell’arte alla luce delle esigenze della società contemporanea.
I progetti di Pinacoteca nel 2022 mettono anche in discussione il racconto tradizionalmente maschile della storia dell’arte fino al ventunesimo secolo ma anche dell’immaginario dell’automobile, portando prospettive plurali in un luogo storicamente connotato da iconografie, simboli e narrazioni fatte da uomini.
A portare avanti la nuova missione di Pinacoteca insieme alla nuova direzione artistica, anche una nuova squadra articolata nei dipartimenti curatoriale, comunicazione, collezione ed educazione, con l’inserimento di figure di staff responsabili delle singole attività.
Pinacoteca riconosce un ruolo centrale all’educazione, coerentemente con una prospettiva che vede l’arte come strumento fondamentale per conoscere il mondo e affrontare la sua complessità. L’attività dell’istituzione prevede anche un public programme performativo e discorsivo, volto ad approfondire ed espandere la programmazione espositiva e a renderla accessibile ad un vasto pubblico.
LA NUOVA IDENTITÀ VISIVA DELLA PINACOTECA AGNELLI
L’istituzione si dota di una nuova identità visiva, che mantiene gli elementi chiave dell’identità storica di Pinacoteca trasformandoli per rispondere alla sua nuova direzione programmatica. Nel nuovo logo di Pinacoteca la “A” di “Agnelli”, pur restando sempre presente, diventa minuscola, per sottolineare una nuova direzione per il museo come spazio accessibile e inclusivo, dinamico e contemporaneo, aperto a tutte e tutti. L’identità visiva sottolinea l'apertura della programmazione della Pinacoteca sulla Pista 500: la forma circolare del logo deriva dalla curva stessa della pista.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la