Adelante, Pedro, con juicio. O, per dirla alla veneziana, avanti adagio, quasi indrio. Eppur qualcosa si muove persino nella statica tragicommedia della riapertura del Forte di Exilles. Un giubilante comunicato della Regione annuncia oggi che "è stata approvata la deliberazione che prevede un accordo tra la Regione Piemonte e il Comune di Exilles per l’utilizzo del Forte quale parte integrante della stagione estiva del Comune per la gestione e organizzazione di eventi e attività a carattere culturale e turistico finalizzati alla fruizione pubblica del bene".
Analizziamo: "è stata approvata la deliberazione che prevede un accordo...", quindi l'accordo con il Comune di Exilles non è ancora effettivo. Oggi, intanto, scade il bando del Comune medesimo volto a individuare il soggetto che poi, nella pratica, s'incaricherà della "gestione e organizzazione di eventi e attività a carattere culturale e turistico finalizzati alla fruizione pubblica del bene". Il quale bene, ovvero il Forte, non è quindi ancora fruibile, e siamo al 7 di luglio. Ciò restringe notevolmente l'arco temporale dell'auspicato (da tre anni...) "utilizzo del Forte quale parte integrante della stagione estiva", essendo la stagione estiva medesima già alquanto avanzata. E sì, non è stato difficile prevedere che sarebbe andata così. Con buona pace dell'assessore Poggio che ai primi di aprile vagheggiava la riapertura "entro giugno". Sì, ciao.
Pare che l'intera pratica burocratica si fosse arenata sullo scoglio del "nulla osta alla concessione d'uso" da parte della Sovrintendenza, che è arrivato soltanto a fine giugno dando così il via libera alla laboriosissima operazione. Il problema era tutt'altro che imponderabile, essendosi già verificato l'anno scorso, quando il "nulla osta" arrivò a fine luglio: purtroppo, è stato detto e ripetuto dalla Sovrintendenza, la pratica e le relative verifiche richiedono circa un mese, e quest'anno la richiesta è stata presentata a fine maggio, per cui il "nulla osta" non poteva che arrivare a fine giugno. Già meglio dell'anno scorso, quando la richiesta fu presentata a fine giugno. Se stavolta baldi regionali avessero mosso il culo a fine aprile, sarebbe arrivata a fine maggio. Sembra semplice, no? Con il tempo e lo studio magari la capiscono.
Adesso il Comune di Exilles dovrà scegliere il vincitore del bando, e intanto l'accordo con la Regione andrà formalizzato, e solo allora al Forte qualcosa, forse, magari, accadrà.
Questa simpatica pantomima è dipinta con i colori dell'autocompiacimento dall'ufficio stampa regionale: "Il forte, di proprietà della Regione Piemonte, già in passato è stato oggetto di accordi tra l’ente regionale e quello comunale per facilitarne proprio la fruizione da parte di cittadini e turisti (quindi non si trattava di una mission impossible irta di incognite, da improvvisare sui due piedi, NdG). Il Comune di Exilles ha manifestato anche per la stagione 2022 la disponibilità a collaborare con la Regione per l’organizzazione di eventi e attività di carattere culturale e turistico (fosse che fosse la volta buona, e seguissero i fatti... NdG). Con questo atto si dà il via alla collaborazione, ottenuta anche l’autorizzazione da parte del Segretariato regionale per il Piemonte del Ministero della Cultura (Aut. ex art. 106 comma 2bis del Codice dei beni culturali), per il suo completo e formale utilizzo (a parte la sintassi sotto schiaffo - il "suo utilizzo" di chi o di che? dell'atto? della collaborazione? dell'autorizzazione? - la frase dimostra, semmai ve ne fosse bisogno, che i baldi regionali non erano all'oscuro della necessità di richiedere l'autorizzazione... NdG)".
E adesso vai con il gran finale in gloria: "Il forte di Exilles – dichiara l’assessore al patrimonio Andrea Tronzano – è un patrimonio piemontese che merita di essere conosciuto e vissuto e questa collaborazione con il Comune serve proprio a questo scopo. Stiamo lavorando anche per avere, di concerto con il Segretariato regionale del Ministero della Cultura, un’autorizzazione pluriennale in modo di poter disporre della stessa struttura su più stagioni per permettere agli organizzatori di lavorare su più anni e rendere ancora più appetibile la fruizione di questo patrimonio”. Ma dai, state lavorando? E ve ne vantate pure? Bon, facciamo così: voi lavorate, perché è vostro dovere e vi paghiamo per farlo, e lavorate bene e in fretta. Se e quando il vostro indefesso lavorìo darà qualche frutto, allora sì, venite pure e diteci "abbiamo fatto". Ma intanto, per favore, voi politici smettetela una buona volta con 'sta insopportabile manfrina dello "stiamo lavorando". E' inutile, è irritante, e a dirsela proprio tutta fa cagare.
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