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VIA LIBERA AI BANDI TRIENNALI

Le buone notizie sono tre: 1) ieri il Consiglio regionale ha approvato il Programma triennale per la Cultura; 2) lo ha approvato all'unanimità; 3) anche i relativi bandi sono triennali, il che finalmente assicura alle associazioni una decente certezza di continuità del finanziamento per pianificare le attività con un orizzonte temporale ragionevole. In tal senso la Regione compie un ulteriore passo avanti rispetto al Comune, che ha già sposato il criterio della pluriannalità dei bandi ma più timidamente: per ora, solo due anni anziché tre. Anche il Comune, però, in prospettiva punta alle triannalità. Finché le rivalità fra enti locali sono di questo tipo, siano benedette.
Il documento approvato ieri è lungo e articolato, s'impone una lettura attenta. A questo link trovate l’intero dossier. Mi suscita qualche perplessità la scelta di abolire quasi del tutto lo strumento delle convenzioni e dei protocolli d'intesa. Ecco il relativo paragrafo, giudicate voi:
1.3.4 CONVENZIONI E PROTOCOLLI D’INTESA
La Regione, nell’attuare le proprie politiche di sviluppo culturale sul territorio piemontese, ritiene indispensabile creare sinergie anche con soggetti pubblici e privati per il sostegno di attività culturali ritenute di interesse pubblico, nel rispetto del dettato normativo.
Per quanto riguarda lo strumento della “convenzione” e del “protocollo d’intesa” potranno essere adottati, in casi limitati e circoscritti, per sostenere attività e relative progettualità di rilevante interesse pubblico, con realtà culturali pubbliche e private caratterizzate da:
- unicità del ruolo rivestito in uno specifico ambito culturale o su un determinato territorio, preferibilmente se sancita da riconoscimenti normativi, in primis in ambito statale;
- eccellenza ed interdisciplinarietà delle attività, in particolare se fondate su reali logiche di rete o sistemi territoriali o tematici, con ricadute sul territorio in chiave di innovazione, visibilità, valorizzazione culturale e turistica, inclusione sociale;
- presenza di altri apporti economici, in quanto la Regione svolge un ruolo sussidiario e comunque non esclusivo rispetto ad una pluralità di soggetti sostenitori.
In questo contesto, una particolare attenzione sarà rivolta ai soggetti pubblici e privati o in controllo pubblico, alle progettualità culturali di inclusione sociale e al patrimonio culturale di interesse religioso.
La Regione Piemonte, riconoscendo l’importanza che il patrimonio religioso riveste per la storia e la vita culturale del Piemonte, intende sostenere la fattiva e proficua collaborazione con le istituzioni ecclesiastiche proprietarie, che abbiano stipulato Concordato o Intesa con lo Stato italiano, attraverso la stipulazione di specifiche convenzioni, per la realizzazione di interventi e attività volti alla conservazione e valorizzazione del patrimonio di interesse culturale, riconosciuto ai sensi del Codice dei beni culturali di cui al d.lgs. 42/2004, e allo sviluppo di collaborazioni con le altre istituzioni culturali presenti sul territorio piemontese.
Nel corso del triennio si lavorerà per giungere ad una programmazione pluriennale, al fine di consentire una pianificazione in grado di garantire delle efficaci economie di scala ed un generalizzato miglioramento nell’organizzazione delle attività.

Immagino tuttavia che al momento la parte del documento che più interessa gli operatori sia quella riguardante i bandi. Eccola:
1.3.7. AVVISI PUBBLICI DI FINANZIAMENTO
Nel corso della prossima programmazione si dovrà giungere ad una strutturazione dei bandi con durata pluriennale, per consentire agli enti e alle associazioni culturali del territorio di effettuare una programmazione in grado di garantire delle efficaci economie di scala ed un generalizzato risparmio sulle gestioni e organizzazioni delle attività poste in essere.
L’impostazione di bandi pluriennali consentirà, agli operatori che supereranno la selezione, di programmare le attività nel medio periodo, con benefici innegabili che porteranno il sistema piemontese alla pari con quello statale e delle principali Regioni italiane.
I bandi, per l’impostazione e il dettaglio e l’articolazione dei criteri, hanno dimostrato negli ultimi anni di saper rispondere alle esigenze del territorio, riuscendo a raggiungere un sufficiente equilibrio fra la città metropolitana e le province. Si segnala in particolare che la netta maggioranza dei contributi di importo rilevante (pari o superiore a 50.000,00 euro) sono andati a soggetti o ad attività non torinesi (e ciò, inoltre, prova che in Piemonte esistono e si affermano progetti di rilievo per qualità e quantità).
La declinazione dei criteri (che presentano significativi elementi comuni, ad esempio, ai bandi delle Fondazioni bancarie) ha inciso e indirizzato lo sviluppo di un significativo numero di progetti su elementi quali la corealizzazione fra più soggetti, lo sviluppo di interventi di inclusione sociale, la ricerca di convenzioni con operatori economici (alberghi, ristoranti, trasporti).
Si intende quindi confermare l’impianto attuale, opportunamente attualizzato e aggiornato in particolare in coerenza con gli obiettivi sopra descritti. Il dettaglio dei criteri di valutazione è contenuto nell’allegato finale al Programma Triennale.
Alcune tipologie di istruttorie, in particolare finalizzate a interventi di conoscenza, catalogazione e valorizzazione di beni culturali o condizionate dalla natura giuridica dei beneficiari o degli interventi, non si prestano a una programmazione triennale, in particolare per la ridotta tempistica dell’intervento. Sarà quindi opportuno mantenere, in questi casi, l’abituale scansione annuale.
Va inoltre tenuto in debita considerazione il fatto che una fascia di associazioni e alcuni comparti del mondo culturale, per dimensione o per caratteristica specifica della loro attività, non sono in grado di programmare le attività su base pluriennale. Per rendere efficace e contestualizzare l'intervento regionale si intendono attivare linee di finanziamento specifiche per quella fascia di realtà culturali che rappresentano importanti presidi sul territorio, ma non hanno le risorse interne né l'ambizione di crescere oltre la realtà locale e non possono pertanto soddisfare gli stessi criteri di grandi realtà con le quali oggi si trovano a confronto.
Si rende necessario quindi ragionare sull’attivazione di un doppio binario: annuale e pluriennale:
• sostegno pluriennale a comparti della promozione culturale caratterizzati da continuità;
• sostegno annuale a comparti culturali non riconducibili ad un’attività continuativa che ne
consenta la partecipazione al bando pluriennale.
In relazione alla fase di graduale uscita dall’emergenza sanitaria, che sta caratterizzando e condizionando il primo anno del triennio, gli avvisi pubblici potranno tenere in considerazione per il 2022 gli inevitabili costi che le organizzazioni culturali hanno dovuto e devono affrontare per garantire i necessari standard di sicurezza.

Riporto infine per completezza l'imparziale cronaca, ad opera dell'ufficio stampa, della discussione in Consiglio regionale. Tal cronaca ben descrive i peculiari caratteri della "unanimità con distinguo" per cui tutti sono d'accordo ma ciascuno deve fare la sua precisazioncina e piantare la sua bandierina per sembrar migliore degli altri. Ma vabbé, so' regazzi, l'importante è che abbiano fatto la cosa giusta, e il resto son le solite cazzate di repertorio.
I nuovi bandi destinati al comparto cultura, che partiranno entro il mese di luglio, avranno per la prima volta durata pluriennale, per consentire a enti e associazioni culturali del territorio di fare una programmazione di medio periodo e risparmiare sulle gestioni delle attività. Lo prevede il Programma triennale per la cultura 2022-24, approvato all’unanimità dal Consiglio regionale e presentato dall’assessore Vittoria Poggio. “Il Piano è frutto del lavoro condiviso con tutti gli attori dei Tavoli della cultura - ha detto l’assessore - ed è in linea con quanto previsto dal Testo unico sulla cultura. Le principali novità riguardano appunto la programmazione su base triennale, fatta salva la cadenza annuale per alcune tipologie di istruttorie per interventi che richiedono tempistiche ridotte, l’attribuzione di un maggior ruolo a enti partecipati e controllati dalla Regione a favore della crescita del sistema culturale, il potenziamento di intese e collaborazioni con i vari livelli della Pa”.
“La Regione continuerà a lavorare anche attraverso il crowdfunding - ha aggiunto Poggio - con l’obiettivo di costruire una comunità di sostenitori, anche in collaborazione con fondazioni bancarie e atenei”.
“Il Piano è frutto di un lavoro iniziato nella scorsa legislatura - è intervenuto Diego Sarno (Pd) -. Bene la decisione sui bandi triennali, mentre convince poco la scelta di limitare le convenzioni, perché vengono annullate le scelte politiche regionali e questo riduce la progettualità e la visione futura delle politiche pubbliche in materia culturale”.
Su proposta del Partito democratico, nei bandi saranno previsti criteri di premialità per le realtà culturali che svolgeranno le loro attività all’interno dei beni confiscati alle mafie, che in Piemonte sono numerosi e ancora in attesa di assegnazione. E sempre il gruppo Pd ha ottenuto voto favorevole unanime ad un atto di indirizzo collegato che chiede alla Regione di emanare i bandi nella prima metà dell’anno, di abbreviare i tempi di erogazione dei contributi e di coinvolgere Finpiemonte e gli istituti di credito piemontesi per anticipare le risorse regionali a enti e associazioni: “L’iter di partecipazione ai bandi e di rendicontazione vanno semplificati - ha sottolineato il primo firmatario Daniele Valle - così come si dovrà lavorare per cercare di garantire risorse a tutti gli idonei in graduatoria”.
Alberto Preioni (Lega), ha spiegato che “il pubblico deve fare la sua parte, ma per il settore è fondamentale l’apporto dei privati, servono mecenati in grado di investire sugli eventi culturali”; Paolo Bongioanni (FdI) ha chiesto prudenza rispetto alla stipula di convenzioni “che possono diventare rischiose se si cementano nel tempo”; Alessandra Biletta (FI), ha espresso soddisfazione per “un documento aperto a interventi innovativi per superare le difficoltà del sistema, duramente colpito dalla pandemia”.
“Fondamentale migliorare l’accessibilità ai luoghi della cultura per le persone con disabilità” ha ricordato Silvio Magliano (Moderati), mentre Francesca Frediani (M4o) ha parlato della cultura come strumento di contrasto al disagio e dell’importanza di riconvertire spazi abbandonati in luoghi della cultura e Marco Grimaldi (Luv) ha riaffermato l’esigenza di riqualificare spazi come le aree verdi per ospitare grandi eventi pubblici, fruibili da tutti.

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