Isaia (Fondazione Cultura) e Purchia ieri al Mauto |
Per questo scrivo che ieri è stato un pomeriggio da volta-pagina. Almeno, tale è la mia fervida speranza.
Ora vi racconto.
Nella sala conferenze del Museo dell'Auto c'è un incontro per tirare le somme di "Circoscrizioni al centro", ovvero il pacchetto di "politiche e azioni per lo sviluppo culturale del territorio cittadino" che la Capatosta Purchia aveva esposto tempo fa in Commissione (e quindi vi rimando al relativo link per non stare a ripetermi) suscitando spassose reazioni tra i consiglieri-commissari.
Insomma, ieri c'è questo incontro e io ci vado per dovere di cronaca, già paventando gli usuali blabla. E invece no. Con mia indescrivibile sorpresa, assisto a qualcosa di serio. Di professionale. Una sala gremita di operatori che ascoltano, e ricevono da persone competenti in formazioni concrete su concrete risorse a disposizione per realizzare progetti concreti. Tre bandi: il primo, il bando React Ue, con una dotazione di un milione e mezzo abbondante; il secondo, il bando Città Metropolitane, finanziato dal ministero della Cultura con quasi un milione e novecentomila euro; e il terzo, il solito bando per i Punti estivi, con la formula già sperimentata l'anno scorso (ma mi auguro stavolta meglio declinata), bando del quale al solito non si sa ancora di quanti denari disporrà (l'anno passato furono 300 mila euro) perché al solito dipende da quanto sganceranno i soliti sponsor. Ma - e questa è la novità vera - perlomeno è biennale, copre anche l'estate 2023: insomma, un minimo di prospettiva per gli imprenditori della cultura, gli unici imprenditori al mondo condannati finora a lavorare anno per anno senza nessuna certezza per il futuro, anche prossimo.
Ciò che voglio sottolineare, però, è il fatto che ieri al Mauto, in poco più di un'ora, si è detto tutto ciò che è utile sapere per chi con la cultura ci lavora, e ci vive. Un incontro professionale anziché dieci passerelle da sbruffoni: giuro, non credevo che l'avrei visto mai. Se per caso ieri non c'eravate, e lavorate nel settore, l'incontro guardatevelo a questo link: vi potrebbe essere utile.
Per il pubblico normale credo invece che risulterebbe un po' noioso: ciò che conta è che funzioni, e i risultati confermino le buone premesse, e i soldi vengano ben spesi. In fondo, non mi sembra di pretendere la luna.
Quanto a me, ho incrociato la Capatosta Purchia fin troppo trullera per la buona riuscita del suo piano, per cui non m'è parso vero di farle notare che ok, va bene, però pur sempre di bandi si parla, mentre Lo Russo in campagna elettorale dichiarava la volontà di "andare oltre i bandi" per l'assegnazione dei contributi, a favore di "un sistema di accreditamenti di durata almeno triennale, con forme di compartecipazione e co-progettazione" (dichiarazione del 15 settembre 2021 al teatro Colosseo).
La malcapitata replica che i bandi sono richiesti dalla legge (e ci può stare, ma allora Lo Russo in campagna elettorale l'ha fatta fuori dal vaso) e che per quanto le risulta (ma le risulta male) Lo Russo ha sempre parlato di bandi non più annuali bensì almeno biennali. Ordinariamente, su questi particolari mi intignisco. Ma stavolta no. La povera Purchia e il suo compagno di sventura Mimmo Carretta sono gli assessori incaricati dal callido Lo Russo di farsi carico dell'Eurovision Song Contest: e chi si è beccato sui denti un simile pacco non merita altre persecuzioni.
P.S. Quasi dimenticavo: tra i relatori, ieri, c'era il vicedirettore del Salone del Libro Marco Pautasso che ha annunciato che quest'anno vorrebbero organizzare, il 21 maggio, sabato di Salone, una Notte bianca. Vabbè. L'ho scritto.
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