Ogni promessa è debito. Avevo rimandato i commenti su C2C, e ieri il commento è uscito sul Corriere. Poiché l'articolo non è disponibile on line, lo ripubblico qui per chi se lo fosse perso (ma ogni tanto comprateli, 'sti giornali!)
Ci sono voluti vent'anni perché un'amministrazione civica torinese arrivasse a investire seriamente sul fenomeno C2C, il festival delle “nuove musiche” nato con il nome di Club to Club nel marzo del 2002, immaginato dai suoi padri fondatori (Sergio Ricciardone, Giorgio Valletta e Roberto Spallacci, ovvero l'associazione X-Plosiva) come il viaggio di una notte in un circuito club torinesi, e cresciuto fino a diventare un evento di richiamo mondiale. Oggi C2C è – insieme con i “cugini” Futur Kappa e Movement, interamente organizzati e gestiti da privati – l'unico evento musicale torinese riconosciuto e riconoscibile a livello internazionale. Con pubblico internazionale. Visibilità internazionale. Sponsor internazionali. E adesso, finalmente, anche con un Comune di Torino impegnato in un sostegno convinto e non formale.
“Se cresce il Festival, cresce la città”, dice l'assessore alla Cultura Rosanna Purchia. “Questo è un Grande Evento nella playlist di Torino”, dice l'assessore ai Grandi Eventi Mimmo Carretta. E stavolta non sono soltanto chiacchiere: il Comune quest'anno investe, per l'edizione del ventennale di C2C, ben 91 mila euro. Soldi – va detto – che non arrivano dalle stremate casse municipali: sono denari che il Comune ha messo regolarmente a bando, dopo averli ottenuti dal ministero della Cultura, presumo in virtù di buoni rapporti che chissà se rimarranno tali col nuovo governo. Ma intanto, almeno per quest'anno, i soldi ci sono. E, ciò che più conta, c'è un clima nuovo, di reciproca fiducia e spirito di collaborazione, tra festival e amministrazione civica.
Ricorda oggi la Purchia di essere rimasta stupita, al primo incontro con gli organizzatori di C2C: le erano sembrati guardinghi, quasi ostili. Arrivando da fuori, Rosanna Purchia non conosceva gli antefatti, la ventennale storia di indifferenza e promesse non mantenute da parte di amministrazioni comunali che hanno sempre lesinato attenzioni e risorse a C2C. Fassino preferiva investire sui “festival comunali” - Torino Jazz, Todays... - in sostanziale concorrenza con gli organizzatori privati: con estrema riluttanza, quindi, a C2C elargiva 16 mila euro, cifra che Chiara Appendino in campagna elettorale definì giustamente “una miseria”, facendo balenare chissà quali investimenti in caso di vittoria. Una volta sindaco la vispa Chiara portò il contributo a 17.700 euro. Che nel corso degli anni salirono pian piano a 21 mila. Per un festival con un budget complessivo che oscilla tra il milione e il milione e mezzo. Quelli di C2C avevano qualche buon motivo per andare un po’ prevenuti all'incontro con i nuovi assessori.
Ripudiata la politica del “Municipio impresario” - “Noi dobbiamo accompagnare e sostenere chi per mestiere organizza gli spettacoli dal vivo, non fargli concorrenza”, dice l'assessore Carretta – ora si parla di collaborazione, soprattutto per promuovere meglio l'offerta musicale (“la playlist”, come la definisce Carretta) della città. Intanto, i 91 mila euro della Purchia sono un segnale di buona volontà. Sono anche una bella cifra, intendiamoci, benvenuta benché C2C abbia le spalle robuste: quest'anno almeno il 50 per cento del budget complessivo di un milione e 200 mila euro sarà coperto con gli incassi (il festival è praticamente sold out a due settimane dall'inizio), il 20 per cento dagli sponsor privati, l'8 per cento dalle fondazioni bancarie, mentre il rimanente 22 per cento è rappresentato da voci varie come i fondi del Fus (quasi 80 mila euro, confermati per il prossimo triennio) il finanziamento della Regione (ancora da stabilire) e per l’appunto i 91 mila euro assegnati dal Comune tramite un bando di cui, va precisato, hanno beneficiato anche altri soggetti. Ma per C2C, più che un contributo, è una medaglia attesa da due decenni.
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