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UN PRIMO PASSO PER LA BIBLIOTECA A TO EXPO

Il rendering della Biblioteca centrale a Torino Esposizioni

Ricevo dall'UCAS (Ufficio complicazione affari semplici) e volentieri pubblico:

Questa mattina, al termine dei lavori della Giunta, la SCR - Società di Committenza Regione Piemonte S.p.A. - a cui la Città ha affidato mediante convenzione l’incarico di gestire l’affidamento e lo sviluppo del ‘Studio di fattibilità degli interventi di recupero e rifunzionalizzazione del complesso di Torino Esposizioni’ (azione che rientra nel quadro delle attività previste dal PNRR-Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Fondo Complementare e finanziato con risorse messe a disposizione dall’UE nel programma Next Generation EU nonché con ulteriori risorse aggiuntive statali) - insieme al raggruppamento temporaneo di progettisti di ICIS Srl e degli studi di architettura Rafael Moneo e Isolarchitetti, ha presentato al Sindaco e agli assessori il ‘Progetto di fattibilità tecnico economica’ della nuova Biblioteca Centrale (fin qui, in concreto, hanno detto che s'è fatto finalmente un primo passo per recuperare il disgraziato falansterio di To-Expo. Mi piace ricordare qui che già nel 2014 l'allora assessore all'Urbanistica Lo Russo s'era inventato l'idea di fare di To-Expo una "cittadella della letteratura", portandoci non soltanto la Biblioteca civica centrale, ma pure il Circolo dei Lettori. Poi è rinsavito, per fortuna sua e del Circolo, che tra l'altro è della Regione e non lo può certo spostare il Comune. NdG).
Lo studio rientra all’interno di “Torino, il suo parco e il suo fiume: memoria e futuro”, piano di riqualificazione dell’area del fiume Po e in particolare del Parco del Valentino e degli immobili di proprietà pubblica ivi ubicati. La Biblioteca, che avrà tra i suoi principali obiettivi quello di rispondere ai nuovi bisogni della cittadinanza, si estenderà per 20mila mq e sarà ospitata, secondo l’indicazione data dalla Città, nei padiglioni 2 e 4 di Torino Esposizioni.
Realizzato secondo le più moderne tecnologie, il nuovo complesso dovrà proporsi come luogo aperto alla molteplicità dei suoi fruitori, fulcro di connessione di un sistema culturale che lega, in una straordinaria cornice ambientale, presenze di eccezionale valore architettonico e paesaggistico (sfrondato da orpelli e birignao, significa che la Biblioteca occuperò i padiglioni 2 e 4 di To Expo, per un totale di 20 mila metri quadrati, e che sarà molto bella. NdG).
“Il progetto del Parco del Valentino rappresenta un'opportunità straordinaria per riqualificare un patrimonio architettonico unico e al contempo valorizzare il parco e il tratto interessato del Po in raccordo con il Castello del Valentino del Politecnico – dichiara Stefano Lo Russo, sindaco di Torino -. Sono risorse importanti provenienti dal Governo attraverso il PNRR che ci consentiranno di realizzare una delle più grandi opere culturali e ambientali della storia della città. Grazie a questo intervento Torino verrà dotata, in un'ottica integrata, della nuova Biblioteca civica centrale, del recupero del Teatro Nuovo, del restauro del Borgo Medievale e del ripristino della navigazione sul fiume Po. Tutti i lavori, che partiranno all'inizio del 2024, dovranno essere completati entro il 2026. Un sforzo tecnico e amministrativo impegnativo che la Giunta ha compiuto in questo anno di cui siamo orgogliosi e che seguiremo attentamente per rispettare i tempi di progettazione ed esecuzione”
(in pratica, al netto delle vanteria d'ordinanza, il sindaco dice che recupereranno anche il Teatro Nuovo - tanto per cambiare: sono decenni che ne parlano, con trovate spesso stravaganti - restaureranno il derelitto Borgo Medievale - l'eterno che-ne-facciamo? - e torneranno i battelli sul Po che non ci sono più dai tempi del celebre naufragio di Valentino e Valentina all'inizio dell'era appendiniana. Notate inoltre che il sindaco garantisce che i lavori inizieranno nel 2024 e finiranno nel 2026. E questa me lo segno. NdG).
All’interno di questo modello, ampio e flessibile, la nuova Biblioteca si qualificherà come un ambiente dinamico e interattivo dove poter connettere la memoria delle collezioni con la contemporaneità del digitale. Un luogo che favorirà le relazioni cognitive ed esperienziali tra testi, informazioni, libri, documenti e persone. Sarà possibile accedervi tramite due ingressi, uno da corso Massimo D'Azeglio e l’altro dal parco. L’atrio sarà una vetrina sulla città, sempre aperto al pubblico, con caffetteria e bookshop, servizi innovativi e automatizzati. All’interno gli spazi di studio e lettura, le aree per bambini e ragazzi e i laboratori favoriranno accessibilità e inclusività (traduzione: la nuova Biblioteca sarà fighissima, avrà addirittura due ingressi, una caffetteria, un book shop, degli spazi dove leggere - insolito, vero?, per una biblioteca - e delle aree per le attività didattiche. Insomma, proprio come una biblioteca. NdG).
L’unione tra spazio architettonico e bibliotecario sarà resa esplicita dalla rappresentazione e comunicazione narrativa degli spazi e delle funzioni della nuova Biblioteca (non chiedetemi che vuol dire, sta scritto così nel comunicato... NdG) che offrirà servizi di lettura, apprendimento permanente e produzione di contenuti creativi (vabbè, finora ho tentato di tradurre in linguaggio corrente il comunicatese municipale, ma lo sforzo mi stronca, quindi d'ora in avanti lascio il testo originale. NdG).  L’assegnazione di nomi intuitivi ed evocativi alle aree funzionali, dalla Galleria del Sapere alla via delle Storie alla Macchina della memoria (qui siamo oltre, è psichedelia pura... NdG), in linea con le suggestioni estetiche e architettoniche dell’edificio di Torino Esposizioni, costituirà un elemento essenziale per la creazione di un immaginario condiviso e comune (eh beh, se è condiviso non può che esser comune... NdG), dando nuovo valore a uno dei complessi architettonici più significativi del Novecento. E, oltre a fondarsi sulla propria specifica identità culturale, documentaria e sociale, la Civica dovrà valorizzare e rafforzare le relazioni tra la struttura principale e i fondamentali servizi di prossimità che le altre biblioteche del Sistema continueranno a erogare (esticazzi... NdG).
A fianco della futura sede di Architettura, la nuova Centrale diventerà un polo culturale integrato di livello internazionale (wow! NdG), reinterpretato e rivisitato (ma perché "rivisitato"? Perché? In che senso? NdG) in chiave contemporanea per accogliere sistemi avanzati di divulgazione e produzione di contenuti, condivisione di culture, incontro fra generazioni e fruizione di spazi aperti alle iniziative delle collettività (no, davvero, rileggetevi quest'ultima frase: si può essere più pomposi? NdG).
Il passo successivo sarà la presentazione ufficiale dello studio di fattibilità tecnico economica in seguito al quale SCR bandirà l’appalto integrato per identificare il soggetto che si dovrà occupare della progettazione esecutiva e della realizzazione dell’intervento.
E bon.

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