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LEON: "MENO SOLDI DAL FUS, NUOVE DIFFICOLTA' PER IL REGIO"

Ieri sera Palazzo Civico ha diffuso una nota piuttoste inquietante: l'assessore Leon, più che mai Maiunagioia, ha fatto sapere che al Regio si prevedono "misure strutturali per far fronte a difficoltà finanziarie" causate da una probabile riduzione del contributo del Fus (Fondo unico dello spettacolo). 
Nei giorni scorsi a Roma si è riunita la Commissione che decide l'assegnazione dei contributi statali alle fondazioni liriche. Ma sul sito del Mibac non è ancora pubblicato il decreto con le graduatorie e le cifre esatte. Quindi, considerata l'ora e la nebulosità delle informazioni, non mi azzardo a tentare nessuna analisi o ipotesi. Mi limito per il momento a riportare, paro paro, la dichiarazione di Maiunagioia: "Il Consiglio di indirizzo del Teatro Regio si è riunito a Palazzo di Città per esaminare la situazione economico-finanziaria, alla luce dei problemi di bilancio creatisi nel corso degli anni - già ampiamente evidenziati - e a seguito della comunicazione dell'entità delle risorse stanziate dal Fondo Unico per lo Spettacolo.
Considerando le pregresse difficoltà finanziarie e le minori risorse (circa il 12%) per le attività del 2017 assegnate dal Fus al Teatro Regio, il Consiglio di Indirizzo ha deciso di attivarsi per individuare idonee soluzioni e misure urgenti e strutturali in grado di far fronte alle attuali difficoltà, derivanti soprattutto dalla gestione dei precedenti esercizi”.
Tutto qui: senza uno straccio di cifra, senza un riferimento documentale. Fantastico. Da informazioni ufficiose - che valgono quel che valgono - è dato di capire che il nuovo buco del Regio sarebbe causato per l'appunto dalla riduzione dei fondi statali del Fus e ammonterebbe ad altri due milioni (ne verrebbero assegnati 13 anziché i 15 previsti), perdita da sommare al precedente rosso che oscilla, a seconda delle fonti, da 1,8 a 3 milioni. 
Sempre da canali non ufficiali si apprende che il Regio avrebbe perso posizioni nella graduatoria ministeriale che determina la distribuzione dei contributi, ma solo relativamente al criterio del "costo di produzione" (in pratica la quantità di spettacoli andati in scena) che influisce per il 50% sulla ripartizione dei fondi messi a disposizione dello Stato per le Fondazioni liriche (e che quest'anno sono scesi in totale da 182,2 a 178,8 milioni); mentre avrebbero tenuto la "qualità artistica dei programmi" e "il miglioramento di risultati di gestione in base alla capacità di reperire risorse", criteri che pesano ciascuno per il 25%.
Resto in attesa di dati certi. Ciò che pare sicuro è che stavolta le fondazioni bancarie - piuttosto nervose per l'aria che tira al Regio - non siano intenzionate a metterci un'altra pezza.
Aggiornamento: Tutti i dati sul Regio

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