Stasera alle 21 al cinema Massimo si apre il Torino Gay & Lesbian Film Festival, in acronimo Tglff, per tutti semplicemente Cinema Gay. Ventinovesima edizione: l'ultima, si spera, senza il patrocinio della Regione dopo che nel 2011 un diktat di Cota e dei suoi sodali privò il Festival diretto da Giovanni Minerba di un riconoscimento importante, seppur formale; e più che altro privò Cota e i suoi sodali dei parametri minimi della dignità umana. Salve clamorose smentite dei sondaggi, l'edizione del trentennale, nel 2015, riavrà il patrocinio regionale, strappando il Piemonte da una condizione di vergogna che in questi tre anni lo ha assimilato ai più oscurantisti regimi del Terzo mondo, o alla Russia di Putin, che è poi lo stesso. Il candidato presidente del centrosinistra, Sergio Chiamparino, ieri ha rilasciato una dichiarazione definitiva, seppur scontata: "Oltre che doveroso per me è anche facile rispondere alla
sollecitazione del direttore del Tglff Giovanni Minerba, per la semplice
ragione che nella mia decennale esperienza come sindaco di Torino ho
sempre fatto ogni sforzo per
garantire il rispetto dei diritti di tutte le persone a prescindere
dalle loro scelte di vita, e lo dimostrano tutte le iniziative sia
istituzionali che politiche da me promosse a sostegno del movimento Lgbt
e delle loro proposte. A maggior ragione, se dovessi
essere io il nuovo Presidente della Regione, non farò mancare il
patrocinio a un festival che peraltro ha sempre avuto, ed ha, un alto
valore artistico e culturale".
Nei giorni scorsi è anche arrivata - abbastanza a sorpresa - la presa di posizione dell'assessore uscente Michele Coppola, che seppur tardivamente ha rinnegato l'odiosa decisione della sua stessa maggioranza. La sua sortita, che potete leggere nel post "Coppola, io vado al Cinema Gay", non ha convinto gli avversari politici. Cassiani, del pd, ha scritto su questo blog: "Siamo fuori tempo massimo. Non si possono chiudere le stalle ora che i buoi sono scappati. Troppo facile. Noi facciamo politica, non giochiamo con queste cose. Bisognava avere coraggio prima". Ma neppure la comunità gay l'ha presa bene: un tardivo ravvedimento - è il giudizio corrente in rete - non cancella l'umiliazione inflitta da Cota e non contrastata, a suo tempo, da Coppola. Dal canto suo, l'assessore stasera sarà in sala: non prenderà la parola, come d'altronde tutti gli altri politici presenti (con l'eccezione istituzionale del sindaco Fassino), però rischia di prendersi una bella dose di fischi. Fischi magari ingenerosi, seppur meritati perché davanti a certe nefandezze il silenzio è complicità; ma certo imbarazzanti per lo stesso direttore Minerba, che si è ritrovato per le mani una situazione comunque difficile da gestire. Ad ogni modo, Coppola mostra se non altro coraggio, e si smarca pure dalle posizioni di certi suoi soci del Ncd che fino all'ultimo non rinunciano alle loro stravaganti crociate.
Nei giorni scorsi è anche arrivata - abbastanza a sorpresa - la presa di posizione dell'assessore uscente Michele Coppola, che seppur tardivamente ha rinnegato l'odiosa decisione della sua stessa maggioranza. La sua sortita, che potete leggere nel post "Coppola, io vado al Cinema Gay", non ha convinto gli avversari politici. Cassiani, del pd, ha scritto su questo blog: "Siamo fuori tempo massimo. Non si possono chiudere le stalle ora che i buoi sono scappati. Troppo facile. Noi facciamo politica, non giochiamo con queste cose. Bisognava avere coraggio prima". Ma neppure la comunità gay l'ha presa bene: un tardivo ravvedimento - è il giudizio corrente in rete - non cancella l'umiliazione inflitta da Cota e non contrastata, a suo tempo, da Coppola. Dal canto suo, l'assessore stasera sarà in sala: non prenderà la parola, come d'altronde tutti gli altri politici presenti (con l'eccezione istituzionale del sindaco Fassino), però rischia di prendersi una bella dose di fischi. Fischi magari ingenerosi, seppur meritati perché davanti a certe nefandezze il silenzio è complicità; ma certo imbarazzanti per lo stesso direttore Minerba, che si è ritrovato per le mani una situazione comunque difficile da gestire. Ad ogni modo, Coppola mostra se non altro coraggio, e si smarca pure dalle posizioni di certi suoi soci del Ncd che fino all'ultimo non rinunciano alle loro stravaganti crociate.
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Ambra Angiolini stasera al Massimo, madrina del Tglff |
Ma di queste poverate da baluba ho scritto fin troppo. Preferisco occuparmi della festa di stasera, alla quale parteciperò come orgoglioso componente della giuria dei lungometraggi. L'appuntamento è, come già detto, alle 21 nella Sala 1 del Massimo. Madrina della serata inaugurale sarà
Ambra Angiolini, e ci sarà un intervento musicale di Orietta Berti. Ospiti della serata saranno anche Carlo Gabardini, attore teatrale e cinematografico,
Fabio Canino, conduttore televisivo, e Vladimir Luxuria, testimonial di “Dalla Russia con amore”, sezione che denuncia la situazione della comunità Lgbt in Russia. A proposito di Luxuria, vi ricordo che domani pomeriggio, Primo Maggio, alle 18, presentiamo al Circolo dei Lettori il suo romanzo "L'Italia migliore", edito da Bompiani. Sto finendo di leggerlo, e mi è piaciuto.
Torniamo a stasera: all’ingresso del Massimo l’artista torinese
Cecilia accoglierà gli ospiti suonando la sua arpa a partire dalle ore 20,30. Dopo la cerimonia di inaugurazione, in sala 1, sarà proiettato il film di apertura,
Azul y no tan rosa (Blue and Not So Pink) del regista
venezuelano Miguel Ferrari, pellicola in concorso nella sezione
lungometraggi. Al centro del film la storia di Diego e Fabrizio e
dell’arrivo inaspettato nelle loro vite di Armando, figlio
adolescente di Diego, rimasto per molti anni lontano dal padre. A
questa situazione si somma un grave episodio di omofobia che riduce
Fabrizio in coma. Una menzione speciale per la colonna sonora, dove troneggia la canzone di Ivano Fossati
Non sono una signora, cavallo di battaglia della mitica Loredana Bertè, e nel film interpretata in spagnolo dalla trans Delirio del Rio.
In Sala 2 saranno proposte, alle 22, due pellicole che inaugurano la sezione
Open Eyes: Lez Drama!, dedicata alla cinematografia a tematica lesbica. Si tratta di
Polaroid Song di Alphonse Giorgi e Yann
Tivrier, che racconta le vicende di una rock band al femminile viste
attraverso gli occhi di una fotografa che segue il gruppo in tour, e di
Amar es bendito (Blessed Love) della
regista argentina Liliana Paolinelli, nel quale la vita sentimentale di
Ofelia e Mecha viene scossa dall’intromissione di un uomo e di una
donna.
Buone visioni ai cinefili. E sul resto - polemiche, pregiudizi, ignoranza e miserie umane - cali un pietoso silenzio.
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