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SALONE DEL LIBRO: UNA ROAD MAP PER LA SUCCESSIONE

 Picchioni e Ferrero: one more year per il Duo di Librolandia?
Nella mia rubrica "La settimana" su "TorinoSette" di oggi, che potete leggere qui, mi occupo del problema della successione al vertice del Salone del Libro. Ne avevo già parlato nel post  "Pensando al dopo: il Salone degli addii". Il mandato di Picchioni e Ferrero scade subito dopo la chiusura dell'imminente edizione 2014, e sarà qiesta una delle prime questioni che dovrà affrontare il nuovo governo regionale, insieme con il Comune e ciò che resta della dismettenda Provincia.
Do per scontata la disponibilità dei due timonieri a proseguire. Ferrero l'ha pubblicamente dichiarata. Quanto a Picchioni, il presidente vorrebbe chiudere il suo ciclo completando i cantieri ancora aperti, ovvero il gemellaggio con la Fiera di Francoforte e una soluzione definitiva per i rapporti con il Lingotto; nonché un "Salone del Libro" straordinario da tenere l'anno prossimo nel padiglione italiano di Expo2015, come da richiesta degli organizzatori dell'Esposizione Universale milanese.
Posso azzardare un'ipotesi? La azzardo. Un prolungamento del mandato di un anno potrebbe essere la soluzione che bolle in pentola. Soprattutto se gli enti locali avranno l'accortezza di indicare fin da subito il futuro nuovo presidente: costui potrebbe, in quest'anno, affiancare Picchioni come vice nella preparazione del Salone 2015: avrebbe così modo di familiarizzare con la complessa macchina di Librolandia, in una sorta di "passaggio di consegne" non frettoloso. Un progetto simile è tanto sensato da sembrare irrealizzabile: però Chiamparino (che ha forti speranze di essere il prossimo presidente del Piemonte) non ha mai nascosto di apprezzare assai il lavoro di Picchioni (così come quello di Ferrero); e anche Fassino potrebbe valutare la soluzione-ponte, se riuscirà a tenere a bada il branco degli aspiranti al soglio librario. Come sempre in situazioni simili, i cacciatori di poltrone senz'arte né parte sono pericolosissimi: una scelta affrettata rischia di insediare al vertice di uno dei gioielli culturali della città qualche emerita testa di segugio capace di devastare in pochi mesi ciò che di buono s'è fatto in tanti anni. Calma e gesso, quindi. Una mossa sbagliata, e finisce tutto in vacca.

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