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ARTURO MOSTRA IL LATO OSCURO. E QUESTO E' UN DOPPIO SENSO

Arturo Brachetti
Sui giornali non si capisce mica tanto, che cosa fa stasera il commendator Arturo Brachetti: vabbè, sta scritto che da oggi a sabato presenta al teatro Baretti (via Baretti 4, nel cuore di San Salvario, ore 21, replica anche sabato alle 18) un misterioso spettacolo intitolato "Off Off - Anche Arturo mostra il lato oscuro". Ecco, il titolo è un indizio. Appuntatevelo. Però strano spettacolo: intanto a basso costo (12 euro) e su un palcoscenico decisamente alternativo rispetto alle ribalte internazionali cui è abituato il re dei trasformisti. Re dei trasformisti che comunque, sappiatelo per certo, stavolta non fa il trasformista. Nemmeno un po'. Sui giornali sono vaghi, scrivono che Brachetti ha voglia di "misurarsi con copioni diversi dal solito". Ecco, "diversi" mi pare il termine corretto. Decisamente diversi.
Casualmente, l'altro ieri ero a pranzo da Scannabue e vedo Arturo che sta entrando al Baretti. Ciao ciao, che fai? "Vado a provare lo spettacolo", mi risponde. Io gli dico che andrò a vederlo volentieri. E lui, premuroso, mi mette sull'avviso: "Guarda che è uno spettacolo sporcaccione...". E mi racconta che quello che presenta da stasera a sabato è un divertivemento suo, uno sfizio che voleva togliersi. Al Baretti non ci sarà il re dei trasformisti, ma un Brachetti privato che vuole concedersi una parentesi burlesca: una di quelle serate fra vecchi amici quando per ridere va bene pure qualche barzelletta osée. Da come me l'ha raccontata, una festa decisamente goliardica: Brachetti dirà e farà quello che sui grandi palcoscenici internazionali sarebbe poco elegante dire e fare. Non a caso lo spettacolo è sconsigliato ai bambini e ai musoni. Niente di terribile, anche in relax un gentiluomo resta un gentiluomo, ma insomma, è richiesto un pizzico di ironia per godersi uno show un po' scollacciato e molto "pop". Dai doppi sensi delle canzonette Anni Venti al kitsch marca Carrà.  E in repertorio, mi ha rivelato Arturo, c'è persino il capolavoro della letteratura goliardica, la mitica "Ifigonia in Cùlide". Quella dei versi immortali "Noi siamo felici, noi siamo contenti / le chiappe del culo porgiam riverenti". Il che svela l'arcano del misterioso titolo "Arturo mostra il lato oscuro". Il lato oscuro è proprio quello lì.


Bonus track: "Ifigonia in Cùlide", un'eccellenza torinese

Scritto nel 1928 dallo studente dell'università di Torino Hertz De Benedetti (1904-1989), astigiano, il poemetto goliardico in tre atti "Ifigonia in Cùlide" fu recitato in pubblico per la prima volta nello stesso 1928 sotto i portici di piazza Carlo Felice, davanti alla "Casa del Caffé": l'autore ne declamò le prime strofe per sottoporle al giudizio degli amici. Nel 1939 venne portato in scena per intero al teatro Carignano, in una rappresentazione che ottenne il visto della censura solo come spettacolo ad inviti, riservato a un pubblico di maschi maggiorenni. Giò Lanza, un altro goliarda, compose le musiche.

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