Bella la vita. Studenti d'arte della nostra Università ritratti mentre "studiano" alla Garden Library della Gam (foto Manet) |
Oggi la vicenda della biblioteca della Gam esce trionfalmente dalle pastoie della cronaca per entrare a vele spiegate nella leggenda, in virtù di un'iniziativa che entusiasmerebbe Groucho Marx.
Vi riporto fedelmente l'annuncio. E se non ci credete, andate pure a controllare sul sito.
THE GARDEN LIBRARY
Un progetto della Biblioteca d'Arte
e del Dipartimento Educazione GAM
Opening: 18 giugno, ore 15
Dal mese di giugno la Biblioteca d’Arte della Fondazione Torino Musei, in collaborazione con il Dipartimento Educazione GAM, allestisce nel giardino adiacente all’Education Area un nuovo spazio per la consultazione di alcune pubblicazioni del proprio patrimonio librario. L’idea nasce con l’intenzione di offrire al pubblico, ogni settimana, un’area non convenzionale di lettura e d’iniziative culturali che renda abitabile e creativo uno spazio del museo normalmente non fruibile dai visitatori. Nel Garden Library sarà possibile visionare una selezione di volumi su un tema connesso all’arte e alle collezioni della Fondazione Torino Musei e agli eventi culturali presenti in città. Per ogni appuntamento sarà redatta dal personale della biblioteca una bibliografia ragionata e una sitografia dedicata di approfondimento.INAUGURAZIONE
giovedì 18 giugno, ore 15.00 | “DEDICATO A MODÌ”
The Garden Library aprirà al pubblico con una scelta di titoli su Modigliani e gli ateliers d’artista. Per l’occasione gli studenti del laboratorio coreografico Arkè, diretto da Annagrazia D'Antico, presenteranno, sulle musiche di Vinicio Capossela, autore della canzone “Modì”, un passo a due ispirato al grande amore tra l'artista e la moglie Jeanne Hebuterne. Seguirà la proiezione di una selezione di materiali multimediali di approfondimento sulla vita del pittore bohemien. Ingresso libero.
Prossimi appuntamenti:
25 giugno | Modigliani e gli ateliers d’artista
1 e 8 luglio | Lucio Fontana 15 e 22 luglio | Il Jazz e l’arte del 900
29 luglio e 5 agosto | Fotografi torinesi
12 agosto e 2 settembre | Aspettando Monet
ore 14.00-17.00
Ingresso libero
Città universitaria? Ma mi faccia il piacere!
Formidabile. La Fondazione Musei di una città che si pretende universitaria chiude di fatto (riducendone ai minimi termini gli orari) una biblioteca di enorme importanza per gli studenti universitari. Alle proteste dei malcapitati, la presidente della Fondazione giustifica la stravagante decisione con motivazioni stralunate e contraddittorie. La politica s'indigna, s'impegna e poi getta la spugna con gran dignità. E alla fine la Fondazione medesima trova spiritoso e utile "spettacolarizzare" la biblioteca prendendola a pretesto per un'iniziativa bizzarra e ridicola, di nessuna utilità per gli studiosi e di incerto appeal per il grande pubblico.Comunque notate i riferimenti al "pittore bohemien" (ma decché? e comunque, bohémien vuole l'accento) e a Capossela: siamo pop, ecchediamine!Non ho parole.
Anzi, no. Qualche parola ce l'ho.
Sprezzo del ridicolo
Intanto, lo sprezzo del ridicolo. C'è un problema serio, che tocca uno dei punti qualificanti del programma dell'amministrazione Fassino, ovvero la valorizzazione di Torino come città universitaria. E la risposta qual è? Una sorta di "Déjeneur sur l'herbe" della lettura: gli studenti (ma soprattutto la gggente) potranno consultare fra le fresche frasche i libri che saranno "selezionati" da chissà chi. E chissenefrega se non sono i libri che gli servono. Tanto gli studenti, per definizione, non hanno un cazzo da fare e possono permettersi di frescheggiare. Fortunelli...Salvate la mostra insalvabile
Poi, le reali motivazioni di questa strampalata iniziativa. E' chiaro a chiunque che della biblioteca (e degli studenti) alla Fondazione Musei e alla sua presidente non importa una benamata ceppa: il problema è attirare pubblico e tentare di rabberciare i dati dei visitatori della sventurata mostra avventurosamente intitolata a Modigliani. Mostra che sta andando di schifo, dacché è girata la voce che di Modigliani in mostra ce ne sono pochissimi.Parla come mangi
Infine, l'intitolazione in inglese, vezzo caro alla presidente Asproni (quella del #factchecking) ma assolutamente surreale in un contesto di tristissimo provincialismo. The Garden Library? Ma parla come mangi.E in ogni caso (anzi: anyway), è chiaro ormai che they are picking us by the cul.
Ma possibile che la dirigenza di Fondazione Torino Musei non sia in grado d'infilarne una giusta??? Perchè se un subalterno sbaglia può venire licenziato o trasferito e i dirigenti sono invece inamovibili???
RispondiEliminaGià...leggetevi il commento all'articolo di Gabo del 4 giugno riportato in "studentiarteto.com": mi sembra che più chiaro di così! Strano che nel dibattito delle ultime settimane sia passato inosservato...
RispondiEliminaEcco il commento apparso sul sito degli studenti torinesi di storia dell'arte:
RispondiElimina"Da bravo utente senior della biblioteca, è da un po’ che seguo le ultime e ultimissime vicende cercando di capirne qualcosa. L’audizione mi ha confermato la strategia dell’Asproni: dare un contentino sperando che l’estate e i proverbiali pigrizia, rassegnazione e fatalismo italiani facciano il resto archiviando la semi chiusura della biblioteca d’arte come l’ennesimo disservizio contro cui non si può far niente. I continui cambiamenti di versione riguardanti il provvedimento, cioè la strumentazione informatica obsoleta poi la digitalizzazione e infine le infiltrazioni, mi hanno fatto capire anche altro: che la Fondazione probabilmente non naviga finanziariamente in buone acque e che la biblioteca costa e non produce. Alla luce di questo fatto, alcuni aspetti che sembrano collaterali e secondari nell’interesse di noi utenti prendono forza e si prestano ad una lettura ben diversa. Se la Fondazione, per risollevarsi una costola, puntasse al realizzo mettendo da parte la sua vocazione di rendere disponibile alla fruizione del pubblico l’intero suo patrimonio anche quando questa non generi profitti, ecco che avrebbe bisogno di riversare sui musei tutte le sue risorse, economiche e umane che siano. Tutto questo vi dice qualcosa? Stiamo parlando del personale, ebbene sì, di quelle sei persone laureate e competenti che, insieme al prezioso posseduto librario, rendevano unica la nostra biblioteca. L’obiettivo, a parer mio, è questo: mandare truppe fresche dove si può guadagnare, drenando forza lavoro da quelle realtà che, ahimè, producono solo cultura. Ecco allora spiegato questo nefasto ed improbabile trasferimento alle casse di tre bibliotecarie di cui in verità ne rimangono solo due dal momento che una terza (perché i sindacati tacciono?) ha dato le dimissioni. Quest’ultimo segnale è bruttissimo: da una parte mostra un’azienda che non sa valorizzare il suo personale prendendo provvedimenti, probabilmente con decisione unilaterale visto l’epilogo, che non hanno alcun senso, dall’altra evidenzia l’irreversibilità della decisione di lasciare l’orario della biblioteca così com’è, dando per assodato che non saranno gli studenti, i professori, il consiglio comunale a costringere ad un ripensamento. Cosa resta da fare? Rivedersi a settembre come i rimandati, sperando, anche in questo caso, che ci sia ancora qualcosa da salvare e che la mia profezia si riveli errata. Continuiamo perciò a tener vivo il dibattito, a coinvolgere sempre più i media perché la Fondazione rispetti un po’ di più il pubblico che silenziosamente si nutre e produce cultura e non solo chi non è mai sazio di eventi."