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NIRVANA, LA VERA STORIA DI QUANDO NON SUONARONO A TORINO

Il manifesto del (mancato) concerto dei Nirvana allo Studio 2 (courtesy Cosimo Ammendolia)
Gironzolando su Fb vedo un post di Cosimo Ammendolia che sento l'assoluta urgenza di riportare sul blog perché racconta una volta per tutte la vera storia del famoso concerto mancato dei Nirvana allo Studio 2.
Era il 1991 e Ammendolia curava i live che la celebre agenzia Metropolis di Luciano Casadei organizzava nel locale di via Nizza 32 gestito dall'incredibile Michele Rubino (Michele oggi esercita con successo il mestiere di elettricista, con ovvia specializzazione in servizi per i concerti; Cosimo tra le altre cose organizza ancora concerti).

Quella sera aspettavamo i Nirvana

I Nirvana in settembre avevano pubblicato "Nevermind" ed erano partiti per un tour europeo mentre non era ancora ben chiaro ciò che sarebbe accaduto. In Italia erano previste quattro date: Trieste, Milano, Roma e, per l'appunto, Torino allo Studio 2 il 18 novembre. Intanto "Nevermind" scalava le classifiche, e anche da noi qualcuno cominciava ad accorgersi della band. Sia chiaro: il grande pubblico li ignorava, i Nirvana erano esattamente, in quel momento, una "band da Studio 2": roba figa per intenditori.
Insomma, allo Studio 2 quella sera li aspettavamo in tanti (o pochi, i ricordi sono soggettivi). Non arrivarono mai. C'era un durissimo sciopero dei benzinai, e la giustificazione ufficiale fu proprio quella: la band era bloccata, causa sciopero.
Era una balla.

La vera storia: uno scazzo fra promoter

La vera storia riceve definitiva conferma dalle parole dell'amico Ammendolia, che riporto: "Lo sciopero in effetti fu la scusa che i promoter nazionali inizialmente mi rifilarono. La realtà è che le 4 date furono divise fra 2 promoter italiani dell'epoca. Trieste e Torino con uno, Roma e Milano con l'altro. La sera del primo concerto a Trieste ci furono problemi fra uno dei promoter e il management inglese. Il risultato fu che gli inglesi cancellarono la seconda data di quel promoter ovvero Torino".
Finì lì: quando i Nirvana tornarono negli States, "Nevermind" vendeva quattrocentomila copie la settimana, e i Nirvana erano le nuove superstar globali. Due anni e mezzo dopo, Kurt Cobain era morto.

Nove righe in cronaca

Da "La Stampa" del 17 novembre 1991
A questo punto mi ha preso la curiosità: tanto il tempo è uno schifo e con il temporale mi salta pure la tv, quindi sono andato a vedere cos'era uscito sulla "Stampa". All'epoca curavo sulla pagina degli spettacoli in Cronaca di Torino una rubrichina intitolata (per favore, non ridete) "Notte giovane", dove riferivo dei concerti e delle serate in discoteca. La pagina non usciva il lunedì, e il 18 novembre 1991 era un lunedì. Però, grazie a una ricerca on line nell'archivio storico della "Stampa", sul giornale di domenica 17 ho beccato l'annuncio, un trafiletto di poche righe (per l'esattezza nove): il massimo che si potesse estorcere ai capiservizio dell'epoca per un gruppo "alternativo". Allora non si diceva ancora "indie". E prego comunque notare nella notizia soprastante chi suonava quella domenica sera allo YoYo.
Quanto ai Nirvana e alla loro visibilità mediatica, va un po' meglio lunedì 18 su "Stampa Sera": sempre poche righe, ma con titolo forte, in un articolo-pastone sui concerti della settimana, firmato da Noemi Romeo, oggi redattrice della Tgr Rai, e allora giovanissima collaboratrice.
Ma la parte più divertente della storia la trovo sulla "Stampa" del 19 novembre, nella solita rubrichina "Notte giovane". E' una notizietta che evidentemente quella notte avevo dettato in diretta dal locale. Il titolo è giustappunto "Il forfait dei Nirvana": "Delusi i fans dei Nirvana: il gruppo Usa non s'è presentato al concerto in programma ieri sera allo Studio 2. Motivazione del manager: "C'è lo sciopero dei benzinai, temiamo di non poter rientrare a Roma dove mercoledì abbiamo un concerto e un programma Rai". Inutile l'impegno degli organizzatori (Metropolis e Radio Flash) a trovare comunque il gasolio per i camion. Torino è stata snobbata ancora una volta da un rock business sempre più scorretto e avventuristico". Beh, così a distanza di quasi un quarto di secolo, direi che m'ero incazzato il giusto... E ora che ci ripenso, faceva pure un freddo dell'ostia, quella sera davanti allo Studio 2 a guardare se arrivavano i Nirvana...

Commenti

  1. Cazzo c'ero pure io ,che delusione .
    Però al mitico studio 2 ho avuto la fortuna di vedermi altri bellissimo concerti Negazione ,D.R.I., corrosion of conformiti e molto altri .e stato un bellissimo periodo ciao a tutti.

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