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ZALONI, CAVALLI & SEGUGI: UN POST SCAZZATO DAL LINGOTTO

Il dibattito alla lounge del Circolo dei Lettori, con giornalisti, editori, scrittori e variegati intellettuali. Al centro, Favino e Maurizia Rebola
Siamo franchi. Non succede un tubo. Cioé, c'è il Salone. La gente arriva al Lingotto, gira per il Lingotto, esce dal Lingotto. Non so se ne arriva di più o di meno dell'anno scorso, e francamente me ne infischio. Dopo le figuracce del passato, mi sembra che tutti se ne freghino, delle presenze. O fingano di. Quelli del Salone non ne parlano perché su quest'argomento glissare è meglio. I giornalisti ne parlano il meno possibile perché un po' si vergognano di essersi lasciati uccellare per tanto tempo. E alla gente non frega niente perché non gliene è mai fregato niente. 
Buoni motivi per andare al Salone: la coda per Checco
Comunque, da stasera l'apertura è prolungata fino alle 23; ci provano, dato che ieri nemmeno con il biglietto scontato s'è mosso un granché.
Adesso, però, almeno in giornata si vede un bel movimento. Ma vorrei possedere gli strumenti per capire. A occhio c'è un adulto ogni cinque minorenni. O dieci. O magari venti. Insomma, è pieno di ragazzini deportati dalle scuole, e di ragazzoni che vanno al Salone come vanno in qualsiasi altro posto dove succede qualcosa - non importa cosa - e puoi fare casino con gli amici. Tra gli adulti, ci sono i veri Salon-goers, attrezzati con borse e trolley per stivare i libri che comprano compulsivamente. E ci sono persino i seriamente motivati che seguono i dibattiti, e oggi le sale mi sembrano mediamente affollate, e vedo persino gente seduta ad ascoltare dei tizi sconosciuti che parlano negli stand, in un canaio tale che mi domando se si sentano mentre parlano, però parlano della qualunque e mi è capitato di sedermi stanco dove qualcuno stava parlando e mi è planato addosso un inquietante report sul trapianto dell'utero.
E poi ci sono quelli che hanno trascorso un paio d'ore pigiati davanti alla Sala Gialla per vedere Checco Zalone. Non un film di Checco Zalone, ma Checco Zalone in person. E dietro la Sala Gialla s'accalcavano fotografi e inviati di testate prestigiose, compreso l'Eco del Badola e Cavalli&Segugi (quello di Cavalli&Segugi aveva un segugio al guinzaglio, anch'esso con un pass stampa al collo) - ma adesso non credetemi troppo, Cavalli&Segugi non esiste e non è Horse&Hound di Notting Hill, però un segugio con il pass stampa al collo l'ho visto davvero. O forse era un levriero. Con il pass stampa al collo. 
E quando è arrivato Checco Zalone tutti, fotografi e inviati compreso quello di Cavalli&Segugi, si sono precipitati fuori dalla Sala Gialla perché arrivava Checco Zalone e poi si sono precipitati dentro la Sala Gialla perché era entrato Checco Zalone, e sembravano i tonni nella tonnara, mi ha fatto notare il mio amico Carlo che sa di tonni e tonnare; e l'aspetto straordinario della faccenda è che dentro alla Sala Gialla c'era ancora Ernesto Olivero che parlava, e magari pensava che tutto quell'andirivieni di fotografi e inviati compreso quello di Cavalli&Segugi fosse per lui. 
L'unico posto dove si sta decentemente, ve l'ho già detto, è la lounge del Circolo dei Lettori, dove stamattina ho assistito a un alto dibattito sulla cultura e altri temi connessi, anche se ho capito poco per via del brusio di fondo, che è il rumore del Salone, il rombo leggero e impastato di mille voci e mille passi, che alla lunga ti tira matto, come si può ben dedurre da questo post; e però ho capito benissimo quando uno dei presenti al dibattito, il noto attore Pierfrancesco Favino, ha detto "ammettiamolo, per quarant'anni abbiamo spacciato fuffa per cultura", e si riferiva al teatro e al cinema, ma credo che l'analisi possa essere estesa ad altre fuffe, e comunque lo avrei abbracciato.
Adesso dovrei, per completezza, riferire altre piccolezze e polemicuzze da due soldi.  Però nessuno mi paga per farlo e sono cose talmente noiose che proprio non ho voglia di scriverle, perché non mi divertirei. Oggi va così. Tanto le leggerete sui giornali di domani, ci scommetto. Io vado a una cena. Forse ci sarà anche Checco Zalone. Sono bei momenti. 

P.S. Non esiste neppure l'Eco del Badola. Almeno, non con questo titolo.

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