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CERCANDO LEON DISPERATAMENTE

In passato m'era successo di rimproverare benevolmente l'assessore Leon (e pure, dio mi perdoni, Chiarabella) per la brutta abitudine di bigiare le presentazioni di mostre e altre meritorie iniziative culturali. Ma oggi è un giorno di gloria, destinato a confondere e sbugiardare la mia malevolenza: questo mi dicevano i tre inviti che avevo sotto gli occhi. 
Il primo, arrivato un po' di giorni fa, era del Museo Fico: mi scrivevano invitandomi in via Juvarra, dove c'è il prossimamente rinato Teatro degli Artigianelli, per la presentazione della loro nuove mostre dedicate a Niki de Saint Phalle. Del teatro e delle mostre vi dovrò parlare, perché meritano davvero; però non oggi, oggi ho un'altra storia. 
La storia comincia appunto con la mail del Museo Fico: alla conferenza stampa fissata per oggi alle 10,30 - mi precisano con comprensibile orgoglio - ci saranno "l'assessore Leon, la sindaca Appendino, il vicesindaco della Città di Nizza Robert Roux". Ullalà, è una cuccagna, penso fra me e me.
In un affascinante susseguirsi di colpi di scena, mi arriva in rapida sequenza anche l'invito del Regio, che mi convoca sempre per oggi, alle 11,30, alla presentazione del "Tristano e Isotta" che aprirà la stagione: e pure lì sta scritto che ci saranno, e ci mancherebbe!, l'assessore Leon e la sindaca Appendino.
A completarmi il Bloody Monday provvedono un paio di altri uffici stampa, compreso quello del Comune, che mi segnalano l'imperdibile conferenza stampa di "Torino Design of the City" nell'Aula Magna della Cavallerizza, alle ore 12, naturalmente di oggi, e naturalmente con le irrinunciabili Leon & Appendino.
Mi sento come D'Artagnan impegnato per tre duelli dietro il convento dei Carmelitani Scalzi.
Boh, mi dico. E' comunque un buon giorno per morire. E per vedere all'opera le mie eroine delle tre conferenze. 
Alle 10, con principesco anticipo, sono in via Juvarra, bello carico di aspettative. Sono strasicuro di vederle. Beh, proprio strasicuro strasicuro no. Ma ho ottime ragioni per contarci. Il Museo Fico è un'eccellenza che fa bella la periferia disagiata di Barriera di Milano, loro hanno tante volte promesso di sostenerlo, stipuleranno pure una convenzione: vuoi che manchino? 
Ma poi, che diamine: c'è il vicesindaco di Nizza, che combinazione è anche l'assessore alla Cultura. Di Nizza, capito? Musée Chagall, Musée Matisse, Mamac... Dice qualcosa? Oh, c'è pure la direttrice del Mamac... Pensa che occasione per stringere accordi culturali senza sbattersi a volare fino a Madrid. No, non possono mancare.
Beh, mancano. Appendino, mi riferiscono mascherando la mortificazione quelli del Museo Fico, ha fatto sapere che non potrà esserci. Leon invece ha confermato, ma è in ritardo. 
Non mi demoralizzo: lei è sempre in ritardo, arriverà. 
La conferenza stampa comincia puntuale alle 10,30, io aspetto Francesca fino alle 11,10 poi sono costretto ad abbandonare, sennò faccio tardi al Regio. La troverò lì, mi illudo.
Diavolessa d'un'assessora. Mi fa il salto della quaglia. Mentre m'avvicino al Regio, alle 11,20, la vedetta che ho lasciato in via Juvarra mi scrive: "Leon è arrivata adesso". Appena 50 minuti di ritardo, chessaramai. Ma allora, mi domando, al Regio chi troverò? 
Sorpresona. 
E le quote rosa? Vergnano, Giordana, Noseda e Fournier Facio oggi al Regio
Francesca non c'è, ovviamente - alle 11 e venti è in via Juvarra, ma alle 11,35 me la segnalano già in fuga verso la Cavallerizza. 
E non c'è neppure Appendino.
Ma a rappresentare il Comune c'è Paolo Giordana in tutto il suo splendore. Gli domando dov'è finita la sua assistente, e lui molto serio mi domanda a chi mi riferisco, e quando glielo spiego mi comunica con cortese fermezza che in realtà la persona da me nominata è la sindaca della Città di Torino, e si trova a Roma per "impegni col governo"
Sono francamente deluso. Mi pare brutto che il presidente della Fondazione Teatro Regio, ovvero il sindaco di Torino, non partecipi alla presentazione della prima del Regio. Ma il governo prima di tutto. E poi c'è Giordana, che intrattiene i presenti con un'interessante orazione sul tema "Io e Wagner". Più "io" che "Wagner". 
Rinuncio a malincuore agli altri discorsi ufficiali, perché ormai è scoccato mezzodì e la Cavallerizza chiama. Mi scapicollo per via Verdi, m'infilo alla Cavallerizza, entro in Aula Magna e finalmente, dopo tanto inseguirla, la vedo: è là, seduta al tavolo dei conferenzieri, e sta concludendo il suo indirizzo di saluto. 
Ho finalmente trovato Francesca Leon.
Alfin t'incontro: Francesca Leon (a destra) nel corso della
prentazione diTorino Design of the City. A sinistra Licia
Mattioli, la vicepresidente della Compagnia di San Paolo
Dovrei accontentarmi. Ma sono un uomo cattivo, e quindi molesto uno dell'organizzazione: "Mi avete truffato, dite che c'è Appendino e invece è il solito pacco", incrudelisco. E lui, con cristiana rassegnazione, mi spiega che hanno addirittura spostato la data della conferenza, per garantirsi la presenza di Superstar. Tutto vano: venerdì sera è giunta la feral disdetta.
Lascio la Cavallerizza. Devo ancora passare dal Cambio, dove m'attendono nuove emozioni. Ma ve le racconterò nel prossimo post. Qui, invece, chiudo con qualche notizia pratica su "Torino Design of the City".

Torino Design of the City: il sogno di Filura, lo struscio di Chiara

Su Torino Design of the City, dal 10 al 16 ottobre, troverete tutto - programmi, scopi e storia - a questo link. Se volete leggervi pure un articolo, ecco qui uno tra i tanti che affollano il web. Non mi dilungo: la candidatura di Torino risale all'inizio del 2016, quindi ancora riconducibile a un Fassino in preda a bulimia per elettorale: a Filura piacevano da matti queste passerelle, e poi Torino era stata nel 2008 la prima "Capitale mondiale del design" e dunque scalpitava per ospitare la convention biennale della WDO (World Design Organization), che nel 2017 compie sessant'anni. 
La candidatura è andata in porto, e adesso Chiarabella, in giusta continuità istituzionale e ancor più giusta legge del contrappasso, può menar vanto di una Torino che accoglie i delegati di cinquanta nazioni offrendo a visitatori e cittadini una novantina di eventi, workshop, meeting e diporti assortiti. Sono iniziative in gran parte pensate per l'occasione; poi come al solito per fare buon peso ci hanno ficcato dentro la qualunque abbia il pur minimo collegamento col design, dalle mostre di Ferrè e Giansone a Palazzo Madama all'immancabile retrospettiva "Cinema e design" al Massimo. 
Né poteva mancare la sezione "Design e partecipazione" con significative occasioni per "sperimentare un metodo adattivo per il co-design e il design diffuso nel territorio cittadino attraverso le diverse Case di Quartiere". Ah beh, se è adattivo siamo tutti più tranquilli. 
Però dai, nell'insieme è un bel programmone, con gli ospiti stranieri faremo la nostra porca figura.
Quello che non trovate da nessuna parte, come al solito, è il costo: provvediamo subito. L'investimento complessivo cash è di 250 mila euro, di cui 150 mila li mette il Comune e i restanti contomila le solite due fondazioni bancarie. Gli altri partner - Università, Politecnico e Camera di Commercio - anziché contanti offrono servizi (location, produzioni, hostess, contenuti) per un valore che viene quantificato attorno ai 60-70 mila euro.

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