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FILARMONICA DEL REGIO, IL CAMBIO AL CAMBIO

"Oh, Walter, poi andiamo al Cambio insieme, eh?"
Riprendo da dove ci eravamo lasciati, all'Aula Magna della Cavallerizza. Una volta vista Francesca, non ho più motivo per trattenermi in quella nobile assise. E' quasi l'una e faccio due passi fino al Cambio.
Al Cambio oggi si celebra il cambio al vertice della Filarmonica del Regio - per gli amici Filarmonica TRT. 
Il cambio si celebra al Cambio non per lucrare sul brillante gioco di parole, ma per il più pratico motivo che il nuovo vicepresidente della Filarmonica è Michele Denegri, imprenditore ben noto per aver rilanciato lo storico ristorante. 
Il nuovo presidente invece è Giuseppe Lavazza, ovviamente proprio quello del caffé: succede a Evelina Christillin, che è stata la prima e finora l'unica a ricoprire quel ruolo. Eve non mi è sembrata troppo dispiaciuta di lasciare: gli incarichi non le mancano.
Per festeggiare il passaggio di consegne, l'appuntamento al Cambio è all'una. L'ora perfetta per trovarsi al Cambio. Così vecchi e nuovi cacicchi, deposte liti e beghe, si attovagliano tra i sorrisi e i saluti, in lieta concordia istituzionale.
Io a pranzo ho appuntamento con un'amica simpatica, quindi evito e mi limito a buttare un occhio sulla varia umanità che attende gli antipasti. 
Districandomi nel consueto gorgo dei muy conocidos a la hora de comer, saluto l'accogliente Filippo Fonsatti che mi presenta a Denegri senza che questi se ne accorga; saluto il sempre fiorente Fiorenzo Alfieri; saluto Evelina e l'Antonellina. A questo punto ritengo di aver dato il giusto e guadagno faticosamente la porta incrociando sulla soglia il trafelato assessore triste Alberto Sacco che s'affretta verso il desco ospitale. Ma appena uscito mi si parano innanzi, magnifica visione, il sovrintendente Vergnano e il sindaco Giordana che, reduci dal Regio, raggiungono il resto della comitiva cambista ciappettando amabilmente; Vergnano, particolarmente di buon umore, mi fa notare - fosse mai che mi sfuggiva... - l'amorosa intesa (ve l'ho già detto, una certa Torino ormai mi considera una specie di messaggero d'amore), e con fare scherzevole aggiunge: "Giordana sarà anche fatto a modo suo" (vabbé, usa un'espressione assai più sbarazzina, ma si sa, tra amici...) "però è intelligente, e l'intelligenza fa la differenza!". Giordana, commosso dal complimento, si schermisce: "Io cerco umilmente di servire la mia città". Il duetto d'affettuosità mi svolta la giornata. Ho la mia notizia, posso andare a pranzo anch'io. 
Mentre m'avvio, ripenso al Coro dei Longobardi.

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