"Buona fatina dai capelli turchini, dammi i numeri giusti!" |
Va bene, quest'anno 23 mila presenze. Ma quante nel 2016?
A questo punto, sarebbe stato corretto da parte del Museo pubblicare l'andamento delle presenze negli ultimi dieci anni. O almeno il dato del 2016.
In mancanza, ho provato a fare qualche ricerca. Intanto ho appurato ciò che già sapevo: nelle cronache sul Tglff non s'è mai dato particolare risalto alle presenze. Ho l'impressione che tutti - me compreso - le considerassero secondarie rispetto ai veri valori del Festival e alla sua mission. Una manifestazione di quel tipo è importante che ci sia, è importante che sia ben fatta e presenti bei film e crei dibattito e riflessione.
Il dato dell'affluenza del pubblico ha assunto un rilievo nuovo di fronte a un cambio di direzione piuttosto traumatico, eterodiretto dalla politica, e presentato come "rigenerativo" di un festival che - dicevano i timonieri della svolta - mancava ormai di appeal e perdeva pubblico. Con simili premesse, va da sé che l'attenzione si sia concentrata proprio sul pubblico: se tu mi dici che il Festival sotto quel profilo non funziona più, e quindi deve cambiare, è logico che si creino certe aspettative.
Uno scorcio del Massimo durante l'inaugurazione di Lovers 2017: si notano diverse poltrone vuote, fatto insolito per un evento tradizionalmente sold out |
Il "trend discendente degli ultimi dieci anni" c'è o è una palla?
Ad ogni modo. Pescando nel web qualcosa si trova sempre. E infatti sul sito Ecoditorino.org http://www.ecoditorino.org/tglff-2014-il-film-festival-a-torino-fino-al-6-maggio-20140503.htm trovo un richiamo all'articolo "TGLFF 2014, il film festival fino al 4 maggio" del 3 maggio 2014 dove leggo che "gli organizzatori auspicano di superare il numero di spettatori dello scorso anno, che furono 35 mila". Prendete nota: 35 mila presenze nel 2013.
Nello stesso articolo di Ecoditorino trovo un post del 26 aprile 2012 "Concluso il Torino GLBT Film Festival 2012" che afferma: "Bilancio positivo per l'edizione 2012 di Torino GLBT Film Festival “Da Sodoma a Hollywood”. Più di 140 film, 40.000 spettatori". Prendete nota: 40 mila presenze nel 2012.
Lo stesso dato per il 2012 è riportato anche dal sito Ultrasonica.it http://www.ultrasonica.it/news/festival/item/27%C2%B0-torino-glbt-film-festival-i-vincitori-dell-edizione-2012: "Una edizione segnata, come del resto tutto il Paese, dalla pesante crisi economica. Crisi che si pensava potesse influire anche sulla presenza di pubblico. Invece i 40mila spettatori dello scorso anno sono tornati e hanno riempito le sale del Cinema Massimo con un sold out per numerose proiezioni. Tutto esaurito anche all’UCI Cinemas Lingotto dove si è svolta la serata di inaugurazione". Prendete nota: 40 mila spettatori nel 2012 e 40 mila pure nel 2011.
Un'informazione che risale al 2011 la trovo sui siti Fmcinema.it https://www.fmcinema.it/2011/05/05/festival/a-tomboy-il-premio-ottavio-mai-e-quello-del-pubblico/ e Movieplayer.it http://movieplayer.it/news/tomboy-vince-il-26esimo-torino-glbt-film-festival_16711/ e su Quotidiano Piemontese http://www.quotidianopiemontese.it/2011/05/05/%E2%80%9Ctomboy%E2%80%9D-trionfa-al-torino-glbt-film-festival/#_ (la fonte è evidentemente lo stesso comunicato stampa): "Si chiude con grande successo di pubblico e di critica il 26° Torino GLBT Film Festival... che quest’anno ha visto un forte incremento di spettatori, pari al 10 per cento rispetto alla scorsa edizione, nonostante una giornata di programmazione in meno". Prendete nota: nel 2010 ci fu il 10 per cento di presenze in meno rispetto al 2011.
Perche delle due l'una: o il Museo del Cinema e la direzione di Lovers mentono oggi, quando dichiarano che negli ultimi dieci anni le presenze al Festival sono state in costante calo da dieci anni ("trend decrescente" questo significa); oppure il Museo del Cinema e la direzione del Tglff mentivano in passato, quando dichiaravano - perlomeno dal 2010 al 2012 - presenze in ascesa o stabili.
Concludendo: dai siti (ma la fonte primaria sembra sempre essere un comunicato stampa dell'organizzazione) risultanto 35 mila presenze nel 2013, 40 mila nel 2012, 40 mila nel 2011. E sappiamo anche che nel 2010 furono il dieci per cento in meno rispetto al 2011: fate voi il conto, non sono mai stato brano nelle percentuali. Però me la cavo abbastanza nel capire quando me stanno a perculare.
Chi dice le bugie?
Inoltre vorrei capire. Preso per buono (altrimenti torniamo alla grave ipotesi di mendacio a carico di Museo e Tglff) il dato che nel 2013 le presenze erano ancora 35 mila, mentre quest'anno si sono ridotte a 23 mila, mi vorrebbero lorsignori cortesemente dire se il calo nelle cinque edizioni tra i 2013 e il 2017 è stato graduale o se invece c'è stata una perdita anomala tra il 2016 e il 2017?
Poiché il comunicato di Lovers e Museo del Cinema parla di "presenze", ritengo che queste siano state calcolate con gli stessi criteri del passato. Se trassavano prima, trassano anche adesso, e se invece adesso giocano pulito non c'è motivo di pensare che non facessero altrettanto prima. A ben guardare, anzi, il pepe al culo sulla faccenda delle presenze ce l'avrebbero più quelli di adesso che quelli di prima.
Va pure detto che Lovers nel 2017 ha avuto a disposizione trecento-trecentocinquantamila euro stentati e i suoi sei giorni, dal 15 al 20 giugno, sono diventati in concreto cinque e mezzo per via della mattinata di lutto cittadino.
Ad ogni modo. Fonti attendibili mi confermano che il Tglff ebbe in effetti un calo di presenze significativo attorno al 2013-14, quando il budget subì i tagli più pesanti. Ma dopo quel calo, mi confermano le fonti, le presenze si erano "stabilizzate".
Le testimonianze orali sembra concordino con alcuni dati trovati on line: la crisi del 2013-14 corrisponderrebbe alle 35 mila presenze che ci risultano nel 2013, dopo un 2012 e un 2011 di stabilità a quota 40 mila, raggiunta con un aumento del 10 per cento rispetto al 2010. Noto che nel 2010 i giorni di programmazione furono otto, contro i sette del 2011: un fattore in controtendenza, che resta da analizzare.
Al momento le mie fonti, sia orali sia documentali, sono però concordi nel dirmi che "il trend decrescente degli ultimi dieci anni" di cui parla il comunicato congiunto di Lovers e Museo del Cinema è un parto di fervide fantasie in cerca di giustificazioni. Ma per dissolvere ogni ombra basterà che il Museo del Cinema pubblichi un diagramma con le presenze al festival negli ultimi anni (non si tratta di informazioni riservate né lesive di alcuna privacy). Nell'attesa che faccia il suo corso la richiesta di accesso ai dati presentata da Chiara Foglietta, consigliere comunale del pd.
Tutta questa noiosissima gabola nasce perché mi ho avuto l'ardire di scrivere che quest'anno al Festival c'era meno gente che in passato.
I vuoti nelle sale balzavano agli occhi, e un cronista non può fare altro che rendere conto di ciò che vede.
Come si calcolano le presenze?
Ma che cosa si intende per "presenze"? I biglietti staccati risultano dal borderò Siae, che sarebbe interessante vedere. Poi, al Tglff come in tutte o quasi tutte le manifestazioni, entrano in gioco altre voci: si calcolano gli ingressi con abbonamenti, gli accrediti, gli omaggi; alla fine si arrotonda, sempre per eccesso, e alla fine la si racconta ai giornalisti che sono costretti a fidarsi, non avendo accesso ai borderò Siae. E' un sistema spannometrico, ne convengo. Ma - se non arriva agli eccessi del Salone del Libro - tutto sommato dà le proporzioni del fenomeno.Poiché il comunicato di Lovers e Museo del Cinema parla di "presenze", ritengo che queste siano state calcolate con gli stessi criteri del passato. Se trassavano prima, trassano anche adesso, e se invece adesso giocano pulito non c'è motivo di pensare che non facessero altrettanto prima. A ben guardare, anzi, il pepe al culo sulla faccenda delle presenze ce l'avrebbero più quelli di adesso che quelli di prima.
Festival più corto, presenze decrescenti?
Bisogna però considerare altri fattori. Da quando la crisi economica ha cominciato a farsi sentire sui conti pubblici, il budget del Tglff ha subito continui tagli. Di conseguenza si è ridimensionato, anche nella durata. Gli otto giorni (15-22 aprile) nel 2010 erano già diventati sette nel 2011 (28 aprile-4 maggio), e nel 2015 (quando il finanziamento era ormai calato a quota 400 mila euro) perse un altro giorno di programmazione, passando da sette a sei (29 aprile-4 maggio). Un "trend decrescente" delle presenze non sarebbe una gran stranezza, se decresce la durata del Festival. Ma credo che molto dipenda anche dalla programmazione: meno soldi significa anche meno film, meno ospiti, meno eventi, e dunque meno pubblico.Va pure detto che Lovers nel 2017 ha avuto a disposizione trecento-trecentocinquantamila euro stentati e i suoi sei giorni, dal 15 al 20 giugno, sono diventati in concreto cinque e mezzo per via della mattinata di lutto cittadino.
Ad ogni modo. Fonti attendibili mi confermano che il Tglff ebbe in effetti un calo di presenze significativo attorno al 2013-14, quando il budget subì i tagli più pesanti. Ma dopo quel calo, mi confermano le fonti, le presenze si erano "stabilizzate".
Le testimonianze orali sembra concordino con alcuni dati trovati on line: la crisi del 2013-14 corrisponderrebbe alle 35 mila presenze che ci risultano nel 2013, dopo un 2012 e un 2011 di stabilità a quota 40 mila, raggiunta con un aumento del 10 per cento rispetto al 2010. Noto che nel 2010 i giorni di programmazione furono otto, contro i sette del 2011: un fattore in controtendenza, che resta da analizzare.
Al momento le mie fonti, sia orali sia documentali, sono però concordi nel dirmi che "il trend decrescente degli ultimi dieci anni" di cui parla il comunicato congiunto di Lovers e Museo del Cinema è un parto di fervide fantasie in cerca di giustificazioni. Ma per dissolvere ogni ombra basterà che il Museo del Cinema pubblichi un diagramma con le presenze al festival negli ultimi anni (non si tratta di informazioni riservate né lesive di alcuna privacy). Nell'attesa che faccia il suo corso la richiesta di accesso ai dati presentata da Chiara Foglietta, consigliere comunale del pd.
Una nota personale: adesso vediamo chi è il bugiardo
Alla fine di questo post lungo e faticoso da scrivere (e anche da leggere) sento il dovere di aggiungere una notazione personale.Tutta questa noiosissima gabola nasce perché mi ho avuto l'ardire di scrivere che quest'anno al Festival c'era meno gente che in passato.
I vuoti nelle sale balzavano agli occhi, e un cronista non può fare altro che rendere conto di ciò che vede.
Ma ai padroni e padroncini del vapore dispiace che un cronista faccia il cronista.
E lì hanno sbagliato.
E lì hanno sbagliato.
Io sono una personcina ragionevole e accomodante, ma se vuoi incarognirmi c'è un sistema infallibile: dimmi che nel mio lavoro mento sapendo di mentire.
Beh, quegli sciagurati lo hanno fatto: due parahipster male in arnese, credo dipendenti o forse collaboratori di Lovers, una sera mi avevano aggredito verbalmente all'uscita del Massimo affermando che "i giornalisti scrivono solo bugie".
Li avevo mandati affanculo seduta stante, come da protocollo.
Ma adesso voglio andare a fondo della faccenda. Vediamo un po', una volta per tutte, chi è il bugiardo.
Si ma vedrà quando le verrà comunicato il ROI dell'investimento in Narrazioni Jazz
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