Da mesi la Biblioteca d'arte della Gam è un morto che cammina: nel totale silenzio dell'amministrazione comunale e della Fondazione Musei, si rincorrono voci su una sua possibile - anzi, probabile - dismissione: ciò significherebbe, quanto meno, la chiusura del servizio alla Gam (molto usato dagli studiosi d'arte) e il trasferimento dei volumi alla Biblioteca Nazionale.
Esasperati dal muro di gomma che Comune e Fondazione oppongono alle loro richieste di chiarimenti, adesso un gruppo di docenti, ricercatori e studenti d'arte ha inviato una lettera aperta a lorsignori, nella speranza - a mio avviso vana - di ricevere finalmente qualche garanzia.
Ecco la lettera.
Quale destino per la Biblioteca d'arte della Gam?
La comunità degli studiosi d'arte (professori dell'Università, dell'Accademia di belle arti, ricercatori e studenti) sente il bisogno di chiedere agli amministratori della Fondazione Torino Musei e della Città di Torino indicazioni precise sul futuro di una risorsa che appare, anche nelle difficoltà dell'oggi, indispensabile per completare le ricerche avviate e lavorare in prospettiva futura.
La decisione di inaugurare la Galleria Civica d'Arte Moderna nel 1959 dotandola di una biblioteca d'arte – un fattore decisivo per l'allora direttore dei Musei Civici Vittorio Viale – poneva al centro dell'attenzione il fatto per cui un istituto museale, oltre ad essere custode di un patrimonio e centro propulsore di attività artistiche e culturali, doveva assumersi anche il compito di essere luogo di ricerca e di studio. Le due direttrici erano interconnesse e naturalmente complementari.
Questo progetto è stato sempre saggiamente sostenuto nel corso del tempo e, grazie alle risorse di cui è stato quasi sempre dotato, ha fatto sì che la biblioteca divenisse nel tempo sempre più naturale punto di riferimento per chi vi scrive.
A distanza di quasi sessanta anni dalla sua inaugurazione, pur essendo coscienti delle traversie economiche che anche questo servizio ha dovuto sopportare, siamo convinti che la Biblioteca d'Arte della Fondazione Torino Musei abbia ancora un ruolo alto da mantenere, da difendere e se possibile da potenziare.
140.000 volumi, 120 riviste scientifiche in corso di abbonamento, costituiscono un patrimonio che ormai riguarda tutti, fortemente identitario per la Gam ma anche per la Fondazione Torino Musei. Anche il fatto che si tratti di una biblioteca museale, quindi in contatto costante col circuito delle biblioteche di tanti musei del mondo, la rende uno strumento intrinseco al pianeta museo, per cui, allo stato attuale, vogliamo chiedere che il servizio rimanga collegato direttamente alla Fondazione Torino Musei, presso la Gam: nel luogo in cui si progettò la sua esistenza, il suo sviluppo ed incremento, e la sua apertura alla comunità degli studiosi che ancora oggi sentono il bisogno di frequentarla.
Quale destino per la Biblioteca d'arte della Gam?
La comunità degli studiosi d'arte (professori dell'Università, dell'Accademia di belle arti, ricercatori e studenti) sente il bisogno di chiedere agli amministratori della Fondazione Torino Musei e della Città di Torino indicazioni precise sul futuro di una risorsa che appare, anche nelle difficoltà dell'oggi, indispensabile per completare le ricerche avviate e lavorare in prospettiva futura.
La decisione di inaugurare la Galleria Civica d'Arte Moderna nel 1959 dotandola di una biblioteca d'arte – un fattore decisivo per l'allora direttore dei Musei Civici Vittorio Viale – poneva al centro dell'attenzione il fatto per cui un istituto museale, oltre ad essere custode di un patrimonio e centro propulsore di attività artistiche e culturali, doveva assumersi anche il compito di essere luogo di ricerca e di studio. Le due direttrici erano interconnesse e naturalmente complementari.
Questo progetto è stato sempre saggiamente sostenuto nel corso del tempo e, grazie alle risorse di cui è stato quasi sempre dotato, ha fatto sì che la biblioteca divenisse nel tempo sempre più naturale punto di riferimento per chi vi scrive.
A distanza di quasi sessanta anni dalla sua inaugurazione, pur essendo coscienti delle traversie economiche che anche questo servizio ha dovuto sopportare, siamo convinti che la Biblioteca d'Arte della Fondazione Torino Musei abbia ancora un ruolo alto da mantenere, da difendere e se possibile da potenziare.
140.000 volumi, 120 riviste scientifiche in corso di abbonamento, costituiscono un patrimonio che ormai riguarda tutti, fortemente identitario per la Gam ma anche per la Fondazione Torino Musei. Anche il fatto che si tratti di una biblioteca museale, quindi in contatto costante col circuito delle biblioteche di tanti musei del mondo, la rende uno strumento intrinseco al pianeta museo, per cui, allo stato attuale, vogliamo chiedere che il servizio rimanga collegato direttamente alla Fondazione Torino Musei, presso la Gam: nel luogo in cui si progettò la sua esistenza, il suo sviluppo ed incremento, e la sua apertura alla comunità degli studiosi che ancora oggi sentono il bisogno di frequentarla.
E non osassero cambiare nemmeno l'arredo. Le seggiole sono un gioiello di design davvero raro.
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