Passa ai contenuti principali

COME TI SOSTENGO UNA FIERA D'ARTE: CREATIVITA', IMPRENDITORIALITA' E DOMANDE AD MINCHIAM

Un'installazione di Paratissima nll'ex caserma di via Asti
Se siete interessati a sapere ciò che accade a Torino nel weekend dell'arte contemporanea, vi sconsiglio questo blog. Il blogger ha altri pensieri, e frequenterà poco Artissima e le altre mostre, e ne scriverà pochissimo. Figuratevi che stamattina non avevo neppure voglia di spingermi fino in via Asti, a quella Caserma La Marmora che - dopo tante liti e tante beghe e in attesa di una lontana riqualificazione - sarà quest'anno la sede di Paratissima

Paratissima, nuova sede e tante speranze

A dire il vero quelli di Paratissima sperano di restarci almeno fino al 2019, o magari al 2020; tanto più che, come al solito, hanno speso del loro per rimettere all'onor del mondo una sede ampiamente in stato abbandono. Al momento sono in luna di miele con la Cassa Depositi e Prestiti, proprietaria dell'ex caserma, che li ha accolti con benevolenza; però sul futuro io non metterei la mano sul fuoco, il trasloco permanente fa ormai parte del Dna di Paratissima. La speranza di rimanere è comunque legittima e comprensibile: dopo via Asti non so proprio dove potrebbero ancora andare, ormai hanno provato dappertutto.
Ad ogni modo: l'ex caserma La Marmora come location è perfetta, abbastanza alternativa per non tradire la vocazione sciamannata di Paratissima e sufficientemente aulica da esaltarsi nel confronto con le opere d'arte contemporanea.
E così alla fine mi sono deciso e sono andato in via Asti per la conferenza stampa di Paratissima.

Imprenditori e creativi

Poco competente in arte contemporanea, ho preferito farmi spiegare lo stato dell'arte finanziaria di Paratissima da Damiano Aliprandi, che la organizza con Lorenzo Germak.
Ciò che ammiro, di 'sti due, è che riescono a difendere l'attitudine "alternativa" della loro creatura e a garantirle al tempo stesso una notevole solidità progettuale ed economica. Nel 2016 sono riusciti a pareggiare a 220 mila euro, pur avendo speso un bel po' per rendere agibile ToExpo: li ha aiutati la decisione del Comune di riconoscergli almeno in parte il costo di quei lavori, e naturalmente l'introduzione, per la prima volta, di un biglietto a pagamento.
Quest'anno l'asticella si è alzata: considerate le maggiori spese di allestimento, Aliprandi calcola che il pareggio è attorno ai 250 mila euro. Il prezzo del biglietto aumenta di poco, da 3 a 5 euro, ma al Comune non spetta più nessuna percentuale sull'incasso, dato che la caserma La Marmora non è di sua proprietà. Poi ci sono le quote di partecipazione pagate dagli espositori, 536 artisti e 15 gallerie. E ci sono come sempre la Compagnia di San Paolo che dà 30 mila euro, e la Fondazione Crt con i suoi 17 mila. La Regione quest'anno potrebbe contribuire con 20 mila euro: l'assessore Parigi dice che vorrebbe dare di più, se Reschigna glielo permettesse; intanto loda il modello di Paratissima che al sostegno pubblico unisce "tanta progettualità e imprenditorialità". Il solito messaggio: ragazzi, arrangiatevi che qui i soldi li abbiamo finiti.

La parola ai conti Mascetti

In conferenza stampa, però, i prudenti ringraziamenti degli organizzatori vanno anche al Comune, che secondo un'antica e consolidata antica tradizione di soldi proprio non ne dà, "però ci aiuta con molti servizi e consigli". Siamo a posto.
Naturalmente i conti Mascetti, come tutti gli spiantati, parlano molto e promettono ancor di più. Alla conferenza stampa di Paratissima sono arrivati addirittura due assessori da Palazzo Civico: l'assessore Giusta e l'assessore Leon. Con un canestro pieno, se non di doni, certo di promesse.

Import-export di artisti: la promessa di Giusta

Marco Giusta, in quanto titolare delle politiche giovanili, va d'annuncio che è una bellezza. Per l'immediato rivela che in questo weekend ci saranno "incursioni artistiche in tutta la città", e vabbè, pijamoce ste incursioni. Ma soprattutto, s'inorgoglisce Giusta, "l'amministrazione civica sta ragionando (quando dicono che stanno ragionando a me prende sempre male... NdG) su un progetto di Torino Città Creativa per attrarre artisti nazionali e internazionali e al tempo stesso esportare i nostri artisti...". 
Mi risparmio la corriva ironia sull'import-export degli artisti; ma Giusta mi perdonerà - e non dirà che sono il solito stronzo - se mi riservo di vedere i frutti concreti dei loro "ragionamenti": quando mi parlano di grandi progetti futuri, un po' di prudenza mi sarà concessa, spero, da un'amministrazione con serie difficoltà a organizzare una fiera di cioccolatai.

La sorpresona di Francesca: vi diamo 2500 euro

Francesca Leon invece butta sul piatto qualcosa di concreto. Annuncia che il Comune vuole capire qual è il pubblico delle fiere d'arte, quali sono i flussi e le ricadute (no, non accenna al ROI, per fortuna). Per scoprirlo si avvarrà della collaborazione di Paratissima, The Others, Dama, Flat, Flashback e Operae, che distribuiranno un acconcio questionario ai visitatori. E in cambio del servigio, s'illumina la Munifica, ciascuna fiera riceverà dal Comune un contributo di ben 2500 (duemilacinquecento) euro.
E lì mi scappa di ridere.
Però io conosco il retroscena. 
Adesso ve lo racconto, così magari ridete anche voi.

Lo sconto sulle affissioni no, però vi paghiamo il questionario

Avete presente la buffa sceneggiata della modifica del regolamento che toglie alle fiere d'arte lo sconto sulle affissioni?
Se non l'avete presente e vi interessa sapere di che si tratta, vi linko il post "Arte e affissioni: Francesca scopre che la legge non è una mutanda (e se la cambi ti conviene leggerla)". Dateci un'occhiata.
Bene, adesso vi dico quello che è successo davvero.
E' il 25 ottobre: l'assessore Francesca Leon è ormai conscia che, nonostante le promesse, non potrà "risolvere" la grana creata dall'inconsulta modifica regolamentare, e che quindi le fiere d'arte che si tengono durante Artissima dovranno pagare fino all'ultimo centesimo la tassa comunale sulle affissioni. Un aggravio dei costi che va dai due ai quattromila euro, mica poco per chi lotta per sopravvivere pur con "progettualità e imprenditorialità". Difatti quelli delle fiere sono tutti incazzati come linci astigmatiche.
A questo punto la costernata Leon convoca gli organizzatori delle sullodate fiere: arrivano quelli di Flat, Dama, Flashback, The Others e Operae. Paratissima non si presenta - nota bene: loro non fanno affissioni, quindi l'inconsulto regolamento non li tange - ma la Leon dice che gli parlerà comunque.
La Francesca, adunati i fieristi, esordisce con la classica frase da film ammericano - o da barzelletta: "Ho una notizia buona e una cattiva…".
La notizia cattiva è quella che sappiamo anche noi: per lo sconto sulle affissioni, cippirimerla, non c’è nulla da fare nonostante il suo (di Leon) generoso impegno, il regolamento è quello, lo cambieranno ma ci vuole tempo e per quest'anno va così, si paga la tariffa intera. E' davvero dispiaciuta, Francesca; manco che quel regolamento non lo avessero approvato la sua giunta e la sua maggioranza, lei presente
Però attenzione, aggiunge la Leon. La notizia buona (a suo dire) è che, con l'apertura delle Ogr, è cambiato tutto il sistema dell’arte torinese - sostiene Leon... - e quindi il Comune vuole sapere e capire meglio chi visita le fiere. Di conseguenza bisogna distribuire ai visitatori un questionario per capire i flussi, le provenienze, gli aspetti sociologici eccetera eccetera eccetera. Soprattutto gli aspetti sociologici. Oh yes. 
E' proprio come ha detto Francesca stamattina in conferenza stampa: gli organizzatori delle varie fiere prepareranno e distribuiranno i questionari, e per il disturbo riceveranno un "rimborso spese" di 2500 euro.
Gli organizzatori di fiere accettano. Bisogna pur vivere. Prendiamo 'sti soldi. Pochi, maledetti, ma subito.

Domande ad minchiam

Animati dallo zelo di far bene, gli organizzatori di fiere fanno anche notare alla Leon che, se il Comune si aspetta dai questionari risposte attendibili e utili, dovrebbe fornire una traccia almeno delle domande principali, così da ottenere un quadro omogeneo. Insomma: noi il questionario lo facciamo, ma voi diteci che cosa volete sapere.
Leon ne conviene. Incaricherà gli uffici di mandare la traccia delle domande da sottoporre ai visitatori. 
E difatti la traccia arriva. Suggerisce domande di questo tenore:
1. descrizione della manifestazione (numero di edizioni, obiettivi, target di riferimento, elementi utili a valutare l’impatto artistico e culturale della manifestazione, etc.);
2. tipologia degli spazi utilizzati;
3. numero e tipologia degli espositori;
4. numero e caratteristiche dei visitatori;
5. strumenti e canali di promozione e comunicazione utilizzati;
6. indicazione delle partnership attivate (locali, nazionali e internazionali);
7. partecipazione a reti nazionali e internazionali;
8. partecipazione a progetti europei;
9. budget complessivo della manifestazione con la suddivisione in percentuale sui principali centri di costo.
Domande interessanti, ne convengo. Ma che ci azzeccano con un questionario da distribuire ai visitatori? I casi sono tre: o assessore e uffici non si parlano o se si parlano parlano lingue differenti (molto probabile); o non si sono capiti l'assessore e quelli delle fiere (mediamente probabile); oppure l'intera pantomima del questionario è soltanto un pretesto per distribuire 2500 euro a ciascuna fiera, così da smorzare l'incazzo di chi hai danneggiato approvando inconsultamente il famoso regolamento, e pertanto delle domande per il questionario non gliene sbatte niente a nessuno (probabilissimo). E mi vedo la scena, con Leon che dice en passant al personale degli uffici "oh beh, poi dovete mandare qualche domanda per quelli delle fiere..." e il personale degli uffici che esegue ad minchiam, secondo libera interpretazione della vaga disposizione.
Ad ogni modo: come diceva mia nonna, chi ha il buonsenso lo metta. Aliprandi mi dice che loro il questionario per il pubblico lo fanno già da nove anni, con domande sensate e non ad minchiam, quindi ben vengano i 2500 euro del Comune, che sono sempre meglio di una polmonite a Ferragosto.
E chiudo qui. Buon weekend dell'arte contemporanea a tutti (e tutte, s'intende!). Io intanto cerco di farmi passare la ridarola.

Commenti

  1. Se un laureato in statistica organizzasse una mostra d'arte con le stesse competenze che questi hanno per progettare, somministrare e analizzare un questionario gli ridereste dietro.
    Però il giorno in cui presentano i dati, ci sarà un eroico giornalista in grado di chiedere uno straccio di rappresentatività del campione? O quanto hanno pagato all'ora chi fisicamente ha passato ore in strada a fare domande? Soliti studenti volontari?

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la