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AFFONDAZIONE MUSEI: LA REGIONE SALVA LA BIBLIOTECA (RELOADED)


Parigi e Leon: denari e promesse
Oggi si è riunito il primo tavolo di crisi per i 28 dipendenti in esubero della Fondazione Torino Musei. C'erano la Parigi e l'assessore regionale al Lavoro Pentenero, la Leon, Cibrario & Valsecchi e le organizzazioni sindacali. La Parigi ha confermato l'impegno economico della Regione, che metterà a disposizione ulteriori fondi pari a 350 mila euro all'anno per salvare la Biblioteca e la fototeca della Gam. Il contributo aggiuntivo in pratica mette in sicurezza sia i servizi, sia i dodici posti di lavoro collegati a biblioteca e fototeca.
I due milioni del Cipe sono invece destinati al Borgo Medievale per interventi sul sito (che ne ha un gran bisogno).

La difesa del diritto al lavoro...

Alla luce di ciò, e dei conteggi sui dipendenti che rientreranno in Comune (dovrebbero essere dieci) e su quelli che andranno in pensione, la Fondazione Musei ricalcolerà i suoi fabbisogni, con l'obiettivo di tutelare l'occupazione. Per i tre dipendenti distaccati al Museo della Resistenza i sindacati chiedono alle fondazioni bancarie il loro passaggio al Polo del 900. 
Le parti si rivedranno fra due settimane.
Nel corso dell'incontro non sono mancate le belle parole del Comune: "Confermiamo la volontà di tutelare tutti i posti di lavoro ma anche la continuità aziendale della Fondazione in un percorso che le dia stabilità", ha detto la Leon. Esattamente ciò che avevano detto il 29 dicembre lei e Chiarabella. Anche stavolta, però, Leon non ha specificato dove intende ricollocare gli esuberi, e a quali condizioni contrattuali. Certo le rassicurazioni sono gradite; qualora poi le nostre care leader volessero anche concretizzare, il gradimento crescerebbe assai. Posso dire? Non vorrei passare per malfidente, ma nella mia lunga vita ho incontrato troppi conti Mascetti, e ormai appartengo alla religione del vedere denaro e poi dare cammello: le supercazzole, non me ne vogliano lorsignori, stanno a zero.

... e la difesa del diritto allo studio

A proposito di chiacchiere e realtà: salvare i posti di lavoro è prioritario, ma non perdiamo di vista l'importante obiettivo della difesa a oltranza della Biblioteca della Gam in quanto tale. Ricordo sommessamente che, oltre al dramma dei dipendenti, c'è anche quello di studenti, ricercatori e professori d'arte che rischiavano di perdere la disponibilità di un imprescindibile tesoro di conoscenza. Chiudere la Biblioteca (ammassando i libri chissà dove e chissà per quanto tempo) avrebbe significato dare un colpo mortale agli studi d'arte in Piemonte, e impedire a tanti universitari di preparare esami, terminare le tesi e laurearsi. Un vulnus inaccettabile per l'intera Università di Torino. A scanso di altri equivoci - chi ha meditato l'insana chiusura oggi potrebbe benissimo tornare a tramarla in futuro, non appena l'interesse di bottega dovesse suggerirlo - converrà che anche l'Ateneo faccia sentire la sua voce, ribadendo una volta per sempre che la Biblioteca della Gam è un irrinunciabile strumento per studenti e docenti.

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