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TFF: UN ALTRO GIRO DI MARTINI


Prorogata. Emanuela Martini direttrice anche nel 2018?
Ho pranzato con la presidente del Museo del Cinema Laura Milani, in arte l'Assertiva. E' stato un pranzo piacevole. La conversazione non era vincolata alla riservatezza, anzi. Quindi vi riferisco un paio di cose che ci siamo detti. Non tutte perchè sono un po' influenzatino e non ho tanta voglia di scrivere. 

Tff: Martini verso la proroga

Cominciamo dal Torino Film Festival. A me pare scontato che sarà ancora Emanuela Martini a dirigerlo, almeno nel 2018. La proroga dell'incarico non è ancora ufficiale (aggiornamento: l'ufficialità è arrivata il 17 gennaio), e Milani non me l'ha confermata esplicitamente; ma a questo punto è nella logica delle cose. Lo staff del Festival e la direttrice sono già al lavoro per l'edizione numero 36. L'Assertiva Presidente è soddisfatta di com'è andata quella del 2017, tenuto conto delle difficoltà di bilancio. Apprezza molto la Martini. La considera perfetta come direttrice artistica, le piace il Festival che fa. Certo, sa bene di non poter pretendere che Emanuela Martini cambi stile e riveli improbabili doti nella comunicazione o nella ricerca di partner commerciali; e non è tanto ingenua da immaginarsela tessitrice di progetti multimediali, "aperture alle altre arti" e più intensi rapporti con le realtà culturali cittadine. Emanuela Martini è una fine intenditrice di cinema, sa scegliere i film, ha ben chiaro cosa vuole il pubblico del Tff, e non lo delude. Ma ha una sua idea di Festival; e se la metti a  cercare uno sponsor non sa neppure da dove si comincia. 
Mi pare che Laura Milani abbia in testa un Tff che amplia gli orizzonti, ma conserva un nucleo centrale forte, uno "zoccolo duro" che resta quello attuale: il festival cinefilo di Emanuela Martini, un festival che piace alla critica e al tempo stesso riempie le sale. Attorno a quel nucleo, la presidente vuole costruire soluzioni nuove per la realtà nuova. Alla direttrice artistica si affiancherebbero persone competenti negli ambiti ai quali si aprirà il futuro Festival. Per la musica avrebbe un senso una collaborazione con Seeyousound, aggiungo io a mo' d'esempio. Avrebbe senso. 

Sale: un patto con gli esercenti

L'Assertiva sta riflettendo anche sulla questione delle sale: la rinuncia, per risparmiare, ai tre schermi del Lux quest'anno si è sentita, eccome. Adesso potrebbe cambiare l'approccio: fermo restando il Massimo come "casa del festival", per gli altri schermi la presidente vorrebbe coinvolgere gli esercenti, a cominciare da quelli che già oggi programmano il cinema di qualità, con una diversa proposta economica. Funzionerebbe così: io Festival non ti affitto la sala, ma ti do i film e tu li proietti e ti tieni l'incasso. E' possibile che interessi sale come il Centrale, i Fratelli Masrx, l'Eliseo, il Romano, i Due Giardini, il Piccolo Cinema e via dicendo. Tra l'altro non sono tutte in centro, per cui si arriverebbe automaticamente anche a portare il Festival nelle famose "periferie": così si chetano quelli del Comune. 
Io ho fatto notare alla presidente che alcune di quelle sale sono di Gaetano Renda, oggi consigliere d'amministrazione del Museo: garantito che qualcuno griderebbe al conflitto d'interesse. L'Assertiva non sembra preoccuparsene: pensa a qualcosa di molto inclusivo. Boh, io conosco i miei polli e non ho nessuna fiducia in loro; chi vivrà vedrà.

Museo: un bando per un direttore "internazionale"

Abbiamo parlato anche dell'altro direttore, quello che per antonomasia non c'è: il direttore del Museo del Cinema. L'assurda situazione che dura ormai da più di un anno forse è al capolinea: Laura mi dice che "presto", il Museo del Cinema avrà un direttore vero, come tutti i musei del mondo.
Ci sarà un bando: si spera onesto, trasparente e non contestato dal primo che si alza con il piede storto. Così, tanto per vedere l'effetto che fa. La selezione è stata affidata a Badenoch & Clark, una società del gruppo Adecco specializzata nella ricerca di profili d'alto livello. 
Laura Milani pensa a un manager culturale non necessariamente italiano, che apra al Museo maggiori prospettive internazionali. Dovrà anche avere provate capacità di marketing e fundraising. E magari che sappia di cinema?, azzardo io. Certo, ammette Laura, sarebbe utile, ma non è quello il punto: al Museo ci sono tanti esperti di cinema che possono benissimo affiancare il direttore nelle scelte artistiche, tipo organizzare le mostre e le retrospettive. Il personale del Museo è di grandissima qualità, mi assicura l'Assertiva. Non ne ho mai dubitato, mi affretto a confermare io.

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