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IL POCO CHE POSSO DIRE DI FISH & CHIPS

Chiara Pellegrini e Roberta Pozza del festival Fish&Chips
Riconosco ogni merito a chi s'è inventato e organizza per il terzo anno consecutivo Fish & Chips, festival internazionale del cinema erotico che si tiene al Massimo dal 18 al 21 gennaio, con 43 film in concorso e molte iniziative collaterali. 
Gli applausi sono dovuti: fanno un festival che, mi dicono, è molto bello, riescono a trovare gli sponsor e a tenere in piedi la baracca senza pietire sussidii pubblici, e oltretutto hanno escogitato un titolo che è una genialata.
Purtroppo, a causa di evidenti mie inadeguatezze, non intendo occuparmene. Non per moralismo, sia chiaro; ma proprio il cinema erotico, sexy o porno che sia non mi piace, dico esteticamente; non mi eccita per nulla, anzi mi produce l'effetto opposto; mi annoia, come mi annoiano i documentari sull'accoppiamento dei cervi e delle balene; e insomma, non sono un esperto e non potrei scrivere nulla di sensato al proposito. 
Pertanto, pur con grande dispiacere, non approfondirò i tanti temi della rassegna, dal "laboratorio per conoscere e rappresentare i genitali femminili" all'omaggio a Teresa Ann Savoy musa di Tinto Brass in "Salon Kitty", dal "workshop di introduzione al piacere anale" al progetto "Mettici il culo" che propone a pubblico, ospiti e staff del festival di prestarsi a un ritratto fotografico alternativo.
Mi limito a segnalare un dato di cronaca: Fish & Chips si è candidato - non so con quali prospettive di riuscita - per
 ospitare un incontro tra Asia Argento e le altre donne paladine della battaglia contro le molestie sessuali e Catherine Deneuve e le firmatarie della lettera per "la libertà di importunare". Lo hanno proposto ieri, "nel nome del sesso felice e del dialogo contro ogni tipo di fazione su questa materia così complessa e profondamente umana", la direttrice e la curatrice della rassegna, Chiara Pellegrini e Roberta Pozza.
Pellegrini e Pozza affermano che il loro festival è un inno al sesso felice. "Non abbandoniamoci a partiti e fazioni, ma riflettiamo tutti insieme per liberare il sesso dagli stereotipi - dice Pellegrini. - Sembra che il cinema sia diventato il terreno di una battaglia tra i sessi e sul sesso in quanto tale. Noi e il nostro festival siamo per un sesso condiviso, gioioso, liberatorio e stigmatizziamo ogni forma di prevaricazione. Ma senza 'violenza sociale'. Da qualche parte si deve pur ricominciare".

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