Passa ai contenuti principali

TEATRO: IL PROGETTO DI GIOVARA PER IL NUOVO

Il Teatro Nuovo: una casa per Torino Arti Performative?
Il Teatro Nuovo torna nelle mani del Comune, e il Comune deve decidere che farsene. La ristrutturazione non è un problema se la Compagnia di San Paolo metterà mano al portafogli - usufruendo dell'art bonus, quindi in maniera quasi indolore. Il dilemma vero sarà come riempirlo, quel mastodonte con tre sale. Girava l'idea di affidarlo allo Stabile, al quale gli spazi attuali in effetti vanno un po' strettini. Ma il Nuovo, beh, è troppa grazia pure per lo Stabile: se vuoi un ghiacciolo mica ti comperi un iceberg... Quelli del Tst confessano che non riuscirebbero, nelle attuali condizioni economiche, a garantire il funzionamento e la programmazione di altre tre sale, in pratica una stagione parallela. E fin qua, si sapeva.
La novità è che l'assessore supplente alla Cultura Massimo Giovara, dopo aver sistemato il Regio, ha un'idea anche per il Nuovo. Giovara è tanto sensibile alle esigenze delle piccole compagnie teatrali, dato che appartiene anch'egli a quel mondo: e l'idea è fare del Nuovo una sorta di "casa del teatro" (un "hub", come si dice oggi) dove le compagnie minori - gli indipendenti, i cani sciolti, i teatranti senza fissa dimora, i giovani emergenti e quant'altri - trovino un palcoscenico e uno spazio-prove. Il coordinamento dovrebbe essere affidato al Tst; a meno che non prevalga la passione movimentista del Movimento per le gestioni affidate a un qualche "collettivo". Sia come sia, in pratica il Nuovo sarà un punto di riferimento per il Tap, Torino Arti Performative, l'entità escogitata dall'amministrazione attuale per sostituire il Sistema Teatro Torino, più o meno con lo stesso obiettivo: distribuire un po' di soldi ai teatranti poveri. Solo che il Tap lo fa con "maggiore inclusione". Oh yeah.
Ma il progetto è ancora più ambizioso, e coinvolge il Tpe-Teatro Piemonte Europa. Fino a qualche tempo fa il Tpe era un po' un feudo della Regione; con il Comune, già ai tempi di Fassino, non c'era gran feeling. Ora le cose sono cambiate, con l'addio di Beppe Navello e l'arrivo alla direzione artistica di Walter Malosti. Malosti è assai gradito ai Cinquestelle. Non a caso Giovara era presente quando, l'anno scorso, Malosti annunciò la "collaborazione organica" fra il Tpe e il Festival delle Colline, gloriosa rassegna che ultimamente è in affanno, manco a dirlo a causa del taglio dei finanziamenti pubblici. Allora si era parlato di "polo del contemporaneo". E adesso si profila un'unione fra il Festival delle Colline e un altro festival, il "Fringe", che si tiene giusto in questi giorni e propone qua e là per Torino un diluvio di teatranti off pescati da mezza Europa. Merce assai pregiata agli occhi dell'amministrazione appendiniana, trattandosi di "nuove prospettive di ricerca, spirito libero, indipendente e profondamente popolare, per un pubblico sempre più vasto". Se Fringe e Teatro delle Colline si terranno in contemporanea, Fringe diventerà il coté alternativo del più paludato Teatro delle Colline, e finirà sotto l'ala protettiva del Tpe. Sicché gli "off" saranno un po' più "in". E magari troveranno più ingaggi.
Per il momento non ho potuto appurare come sarà finanziato l'intero progetto.

E dal Teatro delle Colline arriva un'apertura

In seguito a questo articolo, pubblicato anche sul Corriere, l'amico e collega Sergio Ariotti, con Isabella Lagattolla fondatore e direttore del Festival delle Colline, mi invia alcune garbate puntualizzazioni, dicendosi interessato al progetto. Ecco la sua mail:
Caro Gabriele,
con riferimento al tuo articolo sul Corriere Torino del 13 maggio «Un hub per emergenti e piccole compagnie: ecco il Teatro Nuovo di Giovara» ci tengo a precisare che il Festival non è - per fortuna e merito - “ultimamente in affanno”, che, anzi ha accresciuto il numero di proposte di spettacolo e non ha pendenze economiche con artisti e fornitori. La sinergia con Teatro Piemonte Europa è soprattutto una significativa sinergia di politiche culturali e una stimolante integrazione di programmi. Certo “in affanno” è buona parte del teatro italiano per tagli e ritardi ma, fortunatamente, non il Festival in particolare che pare essere “un’isola felice”. Quanto al coinvolgimento del Fringe nelle dinamiche del Festival, queste si sono limitate nel 2019 alla presentazione dello spettacolo di Silvia Mercuriali «Macondo», selezionato dal Fringe 2018 e programmato per il 9 giugno al Cubo Teatro. Nessuno ci ha parlato ufficialmente infine di una possibile contemporaneità tra Festival delle Colline Torinesi e il Torino Fringe Festival. Si tratta di una prospettiva su cui ragionare e a cui volentieri potremmo dare il nostro contributo progettuale, insieme al Teatro Stabile di Torino e al Teatro Piemonte Europa.

Sergio Ariotti

Commenti

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da