Era un pomeriggio buio e tempestoso, e in Sala Rossa si consumava un dramma: in seguito alla figura dimmerda a reti unificate rimediata dal Comune di Torino per la ridicola barzelletta dei monopattini, l'assessore ai Vigili Finardi (Roberto, non Eugenio) rimetteva la delega, e il Capo dei Vigili Emiliano Bezzon veniva dimissionato nel più classico stile-Politburo. Assente, ma inamovibile culo di pietra sulla sua cadrega, il convitato di pietra Maria Lapietra, assessore ai Monopattini (nonché alla Viabilità, e questa è già una gag).
Visibilmente scossa dalla tragedia che ha sconvolto Torino - che sarà di noi, orbati del monopattino? - e dal profluvio di miserie che le riversava addosso l'opposizione, al termine dell'alato dibattito Chiarabella si riscuteva dal frenetico chattare in cui era immersa, e ammetteva che "sono stati commessi degli errori", ma rassicurava il colto e l'inclita garantendo che "la sperimentazione non si ferma" e "ci sarà un'inchiesta per accertare chi ha sbagliato".
Non vorrei mai perdermi l'inchiesta dell'ispettrice Chiarabella: altro che CSI Miami, queste son robe toste. Però, da cittadino collaborativo, mi improvviso detective anch'io nella speranza di alleviare il carico di lavoro che grava sulle spalle del sindaco.
Anche la capogruppo cinquestelle, Sganga, sembra intenzionata ad aiutare l'ispettrice Chiarabella. Anzi, ha già scoperto il colpevole: è il Capo dei Vigili, che l'abile investigatrice Sganga definisce "miope e incompetente" per aver multato i monopattinisti.
Ahimé, l'abile investigatrice purtroppo è su una falsa pista. Se la competente Fila sfogliasse un libro di Costantino Mortati (o anche un libro e stop, che fa sempre bene) scoprirebbe infatti il bizzarro principio giuridico della "gerarchia delle fonti" in base al quale una legge di grado inferiore non può contrastare o modificare una di grado superiore: ad esempio, i regolamenti locali sono subordinati alle leggi dello Stato; così come le leggi dello Stato sono subordinate alla Costituzione.
L'art. 190 comma 8 del Codice della Strada (legge dello Stato) stabilisce che "La circolazione mediante tavole, pattini od altri acceleratori di andatura è vietata sulla carreggiata delle strade". E il comma 9 precisa che il divieto riguarda anche i marciapiedi: "Sugli spazi riservati ai pedoni è vietato usare tavole, pattini od altri acceleratori di andatura che possano creare situazioni di pericolo per gli altri utenti". Come si vede, non c’è un preciso riferimento ai monopattini elettrici (o agli hoverboard e simili) ma, da quanto si deduce anche da successive disposizioni legislative, i monopattini elettrici con velocità massima inferiore ai 6 Km/h possono essere assimilati agli acceleratori di andatura. Se la velocità supera i 6 km/h, il mezzo dev'essere assimilato ai ciclomotori, con tutto ciò che ne deriva in merito ad assicurazione, casco e altre disposizioni in materia.
Il Decreto Toninelli (un nome una garanzia) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 luglio scorso ha dato il via libera alla "sperimentazione". Però prevede che siano i sindaci, con apposita delibera, ad autorizzarla nel proprio Comune, previa l'installazione di una nuova segnaletica per indicare le strade dove si può circolare con monopattini o altro.
I nostri genialoidi hanno fatto le cose alla cazzo di cane. Con una delibera del 26 luglio Chiarabella e compagni hanno fatto sapere al popolo che la sperimentazione si fa. Dopodiché, esauste per l'improba fatica deliberativa, l'ispettrice Chiarabella e l'assessore ai Monopattini si sono precipitate tutte trullere a farsi cinematografare in monopattino per la gioia e il sollazzo del pubblico pagante. E si sono allegramente dimenticate del resto: segnaletica e individuazione delle strade di sperimentazione. E invece, lo dice la delibera della giunta chiarabellesca, "per avviare la sperimentazione, dovrà essere posizionata la segnaletica prevista dal citato DM 229". No segnaletica, no party.
Visibilmente scossa dalla tragedia che ha sconvolto Torino - che sarà di noi, orbati del monopattino? - e dal profluvio di miserie che le riversava addosso l'opposizione, al termine dell'alato dibattito Chiarabella si riscuteva dal frenetico chattare in cui era immersa, e ammetteva che "sono stati commessi degli errori", ma rassicurava il colto e l'inclita garantendo che "la sperimentazione non si ferma" e "ci sarà un'inchiesta per accertare chi ha sbagliato".
Non vorrei mai perdermi l'inchiesta dell'ispettrice Chiarabella: altro che CSI Miami, queste son robe toste. Però, da cittadino collaborativo, mi improvviso detective anch'io nella speranza di alleviare il carico di lavoro che grava sulle spalle del sindaco.
Anche la capogruppo cinquestelle, Sganga, sembra intenzionata ad aiutare l'ispettrice Chiarabella. Anzi, ha già scoperto il colpevole: è il Capo dei Vigili, che l'abile investigatrice Sganga definisce "miope e incompetente" per aver multato i monopattinisti.
Ahimé, l'abile investigatrice purtroppo è su una falsa pista. Se la competente Fila sfogliasse un libro di Costantino Mortati (o anche un libro e stop, che fa sempre bene) scoprirebbe infatti il bizzarro principio giuridico della "gerarchia delle fonti" in base al quale una legge di grado inferiore non può contrastare o modificare una di grado superiore: ad esempio, i regolamenti locali sono subordinati alle leggi dello Stato; così come le leggi dello Stato sono subordinate alla Costituzione.
L'art. 190 comma 8 del Codice della Strada (legge dello Stato) stabilisce che "La circolazione mediante tavole, pattini od altri acceleratori di andatura è vietata sulla carreggiata delle strade". E il comma 9 precisa che il divieto riguarda anche i marciapiedi: "Sugli spazi riservati ai pedoni è vietato usare tavole, pattini od altri acceleratori di andatura che possano creare situazioni di pericolo per gli altri utenti". Come si vede, non c’è un preciso riferimento ai monopattini elettrici (o agli hoverboard e simili) ma, da quanto si deduce anche da successive disposizioni legislative, i monopattini elettrici con velocità massima inferiore ai 6 Km/h possono essere assimilati agli acceleratori di andatura. Se la velocità supera i 6 km/h, il mezzo dev'essere assimilato ai ciclomotori, con tutto ciò che ne deriva in merito ad assicurazione, casco e altre disposizioni in materia.
Il Decreto Toninelli (un nome una garanzia) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 luglio scorso ha dato il via libera alla "sperimentazione". Però prevede che siano i sindaci, con apposita delibera, ad autorizzarla nel proprio Comune, previa l'installazione di una nuova segnaletica per indicare le strade dove si può circolare con monopattini o altro.
I nostri genialoidi hanno fatto le cose alla cazzo di cane. Con una delibera del 26 luglio Chiarabella e compagni hanno fatto sapere al popolo che la sperimentazione si fa. Dopodiché, esauste per l'improba fatica deliberativa, l'ispettrice Chiarabella e l'assessore ai Monopattini si sono precipitate tutte trullere a farsi cinematografare in monopattino per la gioia e il sollazzo del pubblico pagante. E si sono allegramente dimenticate del resto: segnaletica e individuazione delle strade di sperimentazione. E invece, lo dice la delibera della giunta chiarabellesca, "per avviare la sperimentazione, dovrà essere posizionata la segnaletica prevista dal citato DM 229". No segnaletica, no party.
I buoni torinesi, però, hanno visto il sindaco in monopattino, e si sono ragionevolmente convinti che, se lo fa lei, può farlo chiunque: e allora via, tutti in monopattino, per non essere da meno. Ma in assenza di una segnalatica che indichi le zone dove girare in monopattino è consentito, in tutta Torino continua a vigere l'articolo 190 del Codice della Strada, dunque è vietato girare in monopattino. Anche nelle zone a 30 km/h nelle quali, dice la delibera, si potrà circolare in monopattino: ma senza i cartelli stradali, ciò che sta scritto nella delibera è solo ciancia senza valore legale.
E bene ha fatto ad applicare la legge dello Stato, che è uguale per tutti, anche per i sindaci in monopattino, il bravo Capitano dei Vigili. Un personaggio risorgimentale, questo Bezzon, che mi piace immaginare con la sciabola sguainata mentre guida un eroico squadrone di civic all'assalto delle artiglierie dell'idiozia e dell'illegalità.
Ed ecco l'enigma che si para innanzi all'ispettrice Chiarabella: chi ha sbagliato? La lettura della solita delibera chiarabellesca ci illumina: "Con provvedimenti dirigenziali, prima dell’avvio della sperimentazione dovrà essere posizionata la segnaletica prevista dal citato DM 229/2019", sta scritto.
Il caso è chiuso. Il colpevole non è il maggiordomo. As usual, a Palazzo Civico capiscono ciò per broca. Infatti obbligano a dimettersi il Capo dei Vigili Bezzan, che ha fatto soltanto il suo dovere, applicando scrupolosamente la legge; e l'assessore ai Vigili, che non c'entra un cazzo.
I segnali stradali sono competenza della Direzione Infrastrutture e Mobilità, quindi dell'assessore ai Monopattini (e alla Viabilità) Maria Lapietra, che ha la responsabilità politica di non aver vigilato sui dirigenti del suo assessorato acciocché producessero i "provvedimenti dirigenziali" atti a far finalmente piazzare 'sta fottutissima segnaletica. Che poi, magari i dirigenti non ne sapevano un belino, e l'assessore ai Monopattini s'è dimenticata di dirglielo. So' regazzi... Alla mala parata, Chiarabella&Maria troveranno qualche dirigente tapino sul quale scaricare ogni colpa. Funziona sempre così, là dove vola l'uccello Padulo.
Morale dell'inchiesta. Secondo le migliori tradizioni del Paese di Acchiappacitrulli, anche stavolta i colpevoli la fanno franca, e gli innocenti pagano. Compresi i monopattinisti, la cui unica colpa è di essersi fatti intortare dalle ragazzate di Chiarabella&Maria.
E per tutti, ancora una volta, vale la legge superiore ad ogni altra legge, eterna e universale: la Legge del Menga.
Commenti
Posta un commento