Dopo tante liti e tante beghe, il Museo del Cinema sta lentamente tornando alla normalità, e il presidente Ghigo si industria per riempire di contenuti lo scatolone vuoto di "Torino Città del Cinema 2020" che gli ha rifilato il Comune. Un piano anti-fuffa, insomma. Vasto e ambizioso programma, date le condizioni di partenza: lo scatolone è proprio vuoto vuoto, senza uno straccio di progetto credibile (a meno di voler considerare "un progetto" i buffi totem con le facce degli attori) e soldi pochi e incerti. Intanto lanciano in pompa magna un vecchio progetto di Toffetti, la mostra "Cinemaddosso", che s'inaugura il 14 febbraio: poi si vedrà. A questo link trovate il mio articolo sul Corriere di oggi, che fa il punto della situazione.
William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h
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