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EMERGENZA CULTURA CHIEDE LO STATO DI CRISI, TEDACA' VA IN SCENA

"Donne" andrà regolarmente in scena dal 6 all'8 marzo
Cominciano a farsi sentire gli effetti del decreto
Segnalo con piacere che Tedacà conferma lo spettacolo "Donne" al teatro Bellarte dal 6 al 7 marzo, aggiungendo una data l'8, così da poter ospitare tutto il pubblico nel rispetto delle direttive di sicurezza. Piovono  invece le cancellazioni degli spettacoli e degli incontri in programma fino al 3 aprile (farò più in fretta a segnalare quelli che restano, temo...).
La preoccupazione è grande, e dopo l'appello dei circoli e dei club della notte e i confronti fra gli enti locali e gli operatori, ora si fa sentire anche il "popolo dei finanziamenti", quella parte del mondo culturale che fa assegnamento in larga misura sul sostegno pubblico. Puntuale la lettera che il Comitato Emergenza Cultura ha inviato oggi a Franceschini, Poggio e Leon chiedendo:
1) che "parallelamente alle necessarie misure economiche per sostenere i danni provocati dall’attuale emergenza", si provveda alla liquidazione di tutti contributi pregressi, che come ben si sa sono in endemico ritardo di uno o due anni.

2) che vengano ripristinati i fondi di garanzia per le attività culturali fino a qualche tempo fa erogati da Finpiemonte, la società finanziaria della Regione che per anni ha garantito il versamento in tempi rapidi dei finanziamenti regionali al mondo della cultura. 
Ecco il testo integrale della lettera:

Il Comitato Emergenza Cultura Piemonte, attivo da dieci anni nell'inedita aggregazione di operatori culturali di ogni settore, desidera comunicare le criticità del comparto, attualmente aggravate dall'epidemia che ha causato sull'intero territorio gravi limiti all'esercizio delle attività culturali.
Con la presente intende manifestare la condivisione delle problematiche già segnalate in questi giorni dalle associazioni di categoria e di impresa, dai sindacati, evidenziando alcuni aspetti che ritiene prioritari.
La qualità della vita dei cittadini dipende da fattori fisici e psichici di diversa natura, come la salute e lo svolgimento dell'attività lavorativa. Il Comitato da tempo afferma che l'attività culturale sia da considerarsi come parte del welfare, valutazione ormai condivisa anche dall'Unione Europea, per cui in situazioni di crisi come l'attuale, auspica, nel rispetto dei paramentri indicati dai responsabili istituzionali della salute pubblica, la ripresa delle attività secondo modalità equilibrate relative ai contesti di rischio, di diffusione del virus, compresi eventuali protocolli, regole di comportamento da individuarsi secondo l'età e la condizione pregressa di salute dei cittadini.
In considerazione dell'attuale stato di emergenza che paralizza le attività culturali dell'immediato, ma anche quelle previste per il prossimo futuro, il Comitato richiede alle Istituzione pubbliche e
private impegnate nel sostenere La cultura che i contributi già stanziati e assegnati nel 2018 e nel 2019 siano sbloccati e al più presto liquidati e siano accelerate le procedure per i finanziamenti dell'anno in corso, come concreta partecipazione al superamento dello stato di crisi del comparto cultura, in particolare per le piccole e medie imprese che rischiano di non sopravvivere alla crisi.
Il danno creato alla comunità sarà ovviamente proporzionato al perdurare delle attuali limitazioni allo svolgimento delle attività, previste per la salvaguardia della salute pubblica. Il Comitato auspica quindi che al più presto siano sancite dalle Istituzioni ulteriori modalità di sostegno ai lavoratori e alle loro imprese di riferimento, riconosciute a diverso titolo dagli Enti locali e nazionali, imprese che abitualmente soffrono di situazioni di precariato e di carenza di tutele.

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