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L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio"
Cristina Seymandi
Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale.
La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale (qui il testo) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi. E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione.
L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale", ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, ha annunciato che oggi la Giunta prenderà provvedimenti atti a ridimensionare il ruolo della rampante staffista.
Per non ripetere ciò che sta scritto oggi sui giornali, vi do il link a uno dei tanti articoli che raccontano quel che è successo in Sala Rossa.

La Seymandi la seguo con attenzione da qualche anno: la trovo un personaggio davvero interessante, a modo suo esemplare dell'epoca che stiamo sgraziatamente vivendo. L'ho raccontata più volte, ma per comodità del lettore raccolgo ancora una volta le tessere del variegato cursus honorum di un'eroina dei nostri tempi.

Una carriera folgorante


Cristina Seymandi, indomita attivista già addetta stampa del M5S in Comune, quarantatrè anni portati benissimo, maturità classica al Valsalice nel '94, laurea in Lettere nel 2003, attività professionale legata all'organizzazione di eventi culturali, all'indomani dell'ascesa di Chiarabella acquisisce grandi meriti dedicandosi ai Comitati civici, tenuti in gran conto dalla Giunta grillina in quanto contraltari ai Consigli di Circoscrizione piddini.
Infaticabile organizzatrice della vittoria, la Lazzara Carnot torinese diventa l'anima di Portici in Movimento, un gruppo di cittadini che armati di secchi e spazzole si prendono la briga di lavare i portici delle vie Nizza e Sacchi. Tanto impegno non può restare senza ricompensa. Il 15 giugno 2017 Cristina viene indicata da Chiarabella come rappresentante del Comune nel Consiglio direttivo dell'Abbonamento Musei, carica prestigiosa ma non remunerativa: così, per non farle mancare nulla, nel breve giro di dodici giorni, il 27 giugno, arriva pure l'assunzione come staffista (Collaboratore di Staff esterno con orario full-time) del neo-assessore Unia - al quale la Cristina è assai legata - con uno stipendio annuo lordo di 40.064 euro (26.564 di tabellare più 13.500 di indennità). Nemmeno un mese dopo, ecco un altro riconoscimento per la famiglia Seymandi: Chiarabella nomina il papà di Cristina, Roberto Seymandi, noto commercialista, nel Collegio sindacale della Soris. Papà Seymandi fa pure parte dell'Organismo di vigilanza del Teatro Regio.
Tanta grazia d'iddio induce la malfidente consigliera Eleonora Artesio a presentare un'interpellanza in Consiglio comunale.
Dopo quell'estate miracolosa per la famiglia Seymandi, a ottobre, sull'onda di tanti successi, tra rulli di tamburi e squillar di trombette mediatiche viene varato in pompa magna l'abortito tentativo di allargare la manifestazione Portici di Carta alle vie Sacchi e Nizza. E' un fallimento mortificante: ma Cristina ha le spalle ben coperte, è nel cuore dell'assessore Unia che la porta in palmo di mano, e difatti all'indomani di quel bell'exploit diventa la coordinatrice del Tavolo di Progettazione Civica.
Proprio da quel Tavolo, a settembre dell'anno scorso nasce il sullodato Coordinamento Civico Torino che, forte del sostegno Iren, notorio "sponsor del sindaco", lo scorso Natale lancia un "Gran Valzer" in piazza San Carlo frutto - proclama la pubblicità - di "un' idea di Cristina Seymandi". In effetti si ritrovano in mille a volteggiare in piazza per 4 minuti.
Ringalluzzita da cotanto trionfo, la balda Cristina se ne inventa un'altra per Carnevale: annuncia con fresco spontanesimo che il primo marzo si farà una bella regata sul Po, organizzata manco a dirlo dal solito Coordinamento Civico e annunciata sbarazzinamente a mezzo social e comunicati stampa senza prima coinvolgere né la Circoscrizione, né l'assessore allo Sport, né tampoco i massimi interessati ovvero le società remiere che operano sul fiume. Scoppia un caso diplomatico, le società si rifiutano di partecipare e la prode Cristina, davanti alla prospettiva di ritrovarsi lei, a remare - lei e al limite i suoi cari del Coordinamento - preferisce gettare la spugna e ritirare il suo fantasioso progetto. 

Il problema è un altro, però: quella per il Coordinamento è un'attività privata (la stessa Chiarabella ha definito il Coordinamento "un soggetto privatistico", non comunale), e quindi la Nostra dovrebbe svolgerla soltanto fuori dall'orario di lavoro in Comune. Il che non è accertato. Si profila l'ombra lunga del caso-Pasquaretta.
Eppure Cristina Seymandi coltivava ben altre ambizioni che organizzare regate sul Po; forte della laurea in Lettere e di alcune esperienze professionali in ambito culturale, per un po' ha fatto la posta alla malsicura seggiola occupata da Francesca Leon, casomai si liberasse: ma adesso, capito che la partita è ormai persa e le elezioni s'avvicinano, da donna lungimirante pensa al futuro. Le attribuiscono vari progetti, da una candidatura in proprio alla poltrona di Chiarabella - ormai vale tutto, no? - fino alla creazione di una lista civica che consenta a Chiarabella medesima di restare in gioco anche dopo il 2021, sopravvivendo a se stessa e al naufragio cinquestelle.
Progetti che oggi sembrano ancor più difficili da realizzare, visto il canaio che l'esuberante Cristina è riuscita a scatenarsi addosso.

Commenti

  1. ho letto la delibera tanto attesa a firma della sindaca. sinceramente non credo nella buona fede del testo. Non è una buona idea e non credo nell'utopia di un ufficio collante tra cittadini e assessorati che veicola i loro progetti.e la prova del 9 la vedono i tre anni passati che tu hai ben documentato. Non era lo spirito Santo che animava comitati spontanei ma sempre qualcuno che si muoveva verso luoghi vuoti, creando i comitati, persuadendo tutti gli attori a fare la sua cosa. dunque è l'esatto contrario: cioè io voglio una cosa in Parella.Vado.convinco tutti, faccio nascere un comitato, restituisco alla sindaca un successo, avanzo di carriera, e dico in consiglio che il modello funziona. la delibera di oggi. non dice questo.dice che le idee nascono da Non rappresentanti e da non istituzioni. è palese che sia un bluff. o che per tre anni non lo sia mai stato. e lo dicono i tanti appelli firmati ovunque di protesta.

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