Erano soltanto due - al di là di bonus e mancette a pioggia - i provvedimenti urgenti, indispensabili e inderogabili, che il sistema culturale torinese nella bufera covid chiedeva alle amministrazioni locali come primi interventi strutturali salvavita necessari per affrontare l'emergenza: primo, la riduzione da parte del Comune dei canoni sui locali in uso alle associazioni; e, secondo, la tempestiva pubblicazione da parte della Regione dei bandi per l'assegnazione delle risorse per il 2020.
Il Comune ci ha messo mesi per capire l'antifona e provvedere a una significativa riduzione dei canoni. Se l'è presa comoda - tanto nella merda non ci stanno mica lorsignori... - ma alla fine, di fronte all'ineluttabilità di una seconda ondata ancor peggiore della prima - pochi giorni fa ci è riuscito: ha ridotto in maniera importante - del 90 per cento - i canoni. Poteva arrivarci a marzo, anziché baloccarsi con il pannicello caldo di un ridicolo "rinvio", ma ciascuno ci arriva quando glielo consentono i suoi neuroni. L'importante, in fondo, è arrivarci in tempo (semicit. Dalla). E si fottano i tapini che da quei provvedimenti dipendono per vivere o morire, e che attendendoli vivono nell'incertezza e nell'angoscia.
Anche voi avrete sentito parlare di quel tizio talmente cretino che si sarebbe piazzato secondo alle olimpiadi dei cretini perché era troppo cretino per vincere.
Ebbene, stavolta la Regione Piemonte è riuscita a piazzarsi seconda persino nella nobile gara di perdigiorno fra due titani dell'efficienza e della lungimiranza amministrativa. Sollecitata invano da mesi, la giunta regionale si è ridotta al punto di non ritorno con la noncuranza di uno scolaretto svogliato che fa i compiti delle vacanze alla vigilia del rientro a scuola. Ammesso e non concesso che li faccia.Per la giunta svogliata la seduta di martedì prossimo sarà l'ultima utile, nel rispetto dei tempi prescritti, per decidere quali e quante risorse destinare alle attività culturali e di spettacolo, aprendo così la strada alla pubblicazione - entro il termine invalicabile del 31 dicembre - dei bandi d'assegnazione delle risorse del 2020, oltre a erogare il saldo per le attività svolte nel 2019, ai sensi della legge regionale emanata a maggio (dicesi a maggio!). L'eventualità che quei soldi non arrivino, a causa dell'ignavia e della noncuranza di chi ad aprile ha promesso mari e monti, e a maggio ha addirittura emanato una legge ad hoc, agita l'intero mondo dello spettacolo e della cultura piemontese. Ho commentato l'assurda situazione (con le parole mielate che meritano lorsignori) in un breve articolo sul Corriere di oggi; lo sollecito anche con un hashtag, #muoveteilculoperdìo!; e qui riporto un appello, l'ennesimo, diffuso ieri dall'Agis e dal Comitato Emergenza Cultura.
Lo avevamo scritto lo scorso 29 settembre. Lo abbiamo dichiarato con il presidio dell’8 ottobre davanti al Consiglio Regionale. Lo abbiamo ribadito il 22 ottobre scorso in occasione della convocazione del Tavolo della Cultura. Siamo purtroppo costretti a ripeterlo oggi. Tutto il mondo dello spettacolo dal vivo, di quello riprodotto e delle attività culturali, colpito dal nuovo blocco delle iniziative, attende che la Regione Piemonte faccia la sua parte con:
1) La pubblicazione dei bandi per l’assegnazione delle risorse del 2020, con la conferma delle dotazioni del 2019.
2) L’erogazione dei saldi per l’attività svolta nel 2019.
Il fatto nuovo è che siamo giunti sulla pericolosa soglia di una data, il 3 novembre, che rappresenta il punto di non ritorno per il sistema culturale piemontese. La riunione di martedì 3 novembre è l’ultima occasione per la Giunta della Regione Piemonte di decidere le risorse necessarie alla pubblicazione dei bandi. Andare oltre significa non avere più il tempo per assegnare i fondi entro la fine dell’anno a chi ne avrà diritto.
Siamo all’ultima chiamata per sostenere il mondo della cultura piemontese e per evitare la morte del tessuto di imprese e lavoratori della cultura, nel suo territorio. Non saremmo dovuti arrivare sin qui. Ora questo appuntamento non può essere mancato.
Seguiremo l’appuntamento del 3 novembre con un richiamo su tutti gli spazi social di Agis e del Comitato Emergenza Cultura Piemonte promotori di questo ultimo comunicato appello - nonché di tutte le imprese e le realtà che ad essi fanno riferimento.
Lo faremo sapendo che queste ultime settimane trascorse impongono tutti i protagonisti di questa vicenda di concentrarsi sull’essenziale e sull’inderogabile: nelle richieste e nelle risposte.
1) La pubblicazione dei bandi per l’assegnazione delle risorse del 2020, con la conferma delle dotazioni del 2019.
2) L’erogazione dei saldi per l’attività svolta nel 2019.
Il fatto nuovo è che siamo giunti sulla pericolosa soglia di una data, il 3 novembre, che rappresenta il punto di non ritorno per il sistema culturale piemontese. La riunione di martedì 3 novembre è l’ultima occasione per la Giunta della Regione Piemonte di decidere le risorse necessarie alla pubblicazione dei bandi. Andare oltre significa non avere più il tempo per assegnare i fondi entro la fine dell’anno a chi ne avrà diritto.
Siamo all’ultima chiamata per sostenere il mondo della cultura piemontese e per evitare la morte del tessuto di imprese e lavoratori della cultura, nel suo territorio. Non saremmo dovuti arrivare sin qui. Ora questo appuntamento non può essere mancato.
Seguiremo l’appuntamento del 3 novembre con un richiamo su tutti gli spazi social di Agis e del Comitato Emergenza Cultura Piemonte promotori di questo ultimo comunicato appello - nonché di tutte le imprese e le realtà che ad essi fanno riferimento.
Lo faremo sapendo che queste ultime settimane trascorse impongono tutti i protagonisti di questa vicenda di concentrarsi sull’essenziale e sull’inderogabile: nelle richieste e nelle risposte.
Aggiornamento: "La bella addormentata s'è desta"
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