Il circo delle candidature del centrosinistra giorno dopo giorno trascina la rissosa compagnia di giro verso il consueto obiettivo di una autoreferenziale autodistruzione.
Le primarie di per sé non sarebbero un male: non fosse che la sola raccolta delle firme ha dato il via a una rissa intestina insanabile persino con l'Imodium. Tra il piddino Lo Russo e il civico Tresso – o meglio fra i loro sostenitori, per nulla proni all'etichetta dell'ipocrisia politica – si è lestamente passati dal fioretto alla sciabola, e quindi alla mannaia, dove prendo prendo. Avete presente la scena iniziale di “Gang of New York”? Ecco, appunto.
Godetevi l'ennesimo scambio di affettuosità che circola in rete. Un agiografico articolo inneggiante a Lo Russo si chiude trionfalmente con questa simpatica considerazione: “Non lo ama troppo, o per niente, la sinistra dell’apericena, quella che ancora non si rassegna alla mancata alleanza nel nome di Conte e di Appendino, che non gli ha risparmiato trincee e mine in un’apoteosi del fuoco amico. Lontana anni luce la sinistra dei fafiuchè, quella che si piace, che se la suona e se la canta (del resto musici e saltimbanchi sono in abbondanza) arrivando persino a dare un nome a un Signor Nessuno pur di sbarrargli la strada”.
Al che un autorevole sostenitore del “Signor Nessuno” replica a stretto giro di internet: “La congrega politica che da più di un anno ha avviato un progetto di governo della città, impermeabile alle sollecitazioni provenienti dal mondo civico, alle nuove forme di mobilitazione giovanile, alle richiesta di apertura verso un disegno in grado di coinvolgere realmente le migliori progettualità per il futuro, ha preso atto che la strada è stata improvvisamente sbarrata: intorno all’unico candidato del mondo civico, Francesco Tresso, le cui condizioni di partecipazione alle primarie erano state rese quasi inaccessibili, si è mobilitata una larga parte di città, diffidente nei confronti di una candidatura Pd percepita come frutto di accordi di corrente in odore di stantii equilibri di potere”.
In attesa di ulteriori sviluppi del dibattito interno, suggerisco ai contendenti di cercare ispirazione nell'aureo racconto di Mark Twain “Giornalismo nel Tennessee”, per cavarne utilissime citazioni di pronto impiego, tipo “Faranno bene a ringoiare queste menzogne, se vogliono risparmiare alle loro dissolute carogne di rettili le scudisciate che tanto ampiamente meritano”.
Le primarie di per sé non sarebbero un male: non fosse che la sola raccolta delle firme ha dato il via a una rissa intestina insanabile persino con l'Imodium. Tra il piddino Lo Russo e il civico Tresso – o meglio fra i loro sostenitori, per nulla proni all'etichetta dell'ipocrisia politica – si è lestamente passati dal fioretto alla sciabola, e quindi alla mannaia, dove prendo prendo. Avete presente la scena iniziale di “Gang of New York”? Ecco, appunto.
Godetevi l'ennesimo scambio di affettuosità che circola in rete. Un agiografico articolo inneggiante a Lo Russo si chiude trionfalmente con questa simpatica considerazione: “Non lo ama troppo, o per niente, la sinistra dell’apericena, quella che ancora non si rassegna alla mancata alleanza nel nome di Conte e di Appendino, che non gli ha risparmiato trincee e mine in un’apoteosi del fuoco amico. Lontana anni luce la sinistra dei fafiuchè, quella che si piace, che se la suona e se la canta (del resto musici e saltimbanchi sono in abbondanza) arrivando persino a dare un nome a un Signor Nessuno pur di sbarrargli la strada”.
Al che un autorevole sostenitore del “Signor Nessuno” replica a stretto giro di internet: “La congrega politica che da più di un anno ha avviato un progetto di governo della città, impermeabile alle sollecitazioni provenienti dal mondo civico, alle nuove forme di mobilitazione giovanile, alle richiesta di apertura verso un disegno in grado di coinvolgere realmente le migliori progettualità per il futuro, ha preso atto che la strada è stata improvvisamente sbarrata: intorno all’unico candidato del mondo civico, Francesco Tresso, le cui condizioni di partecipazione alle primarie erano state rese quasi inaccessibili, si è mobilitata una larga parte di città, diffidente nei confronti di una candidatura Pd percepita come frutto di accordi di corrente in odore di stantii equilibri di potere”.
In attesa di ulteriori sviluppi del dibattito interno, suggerisco ai contendenti di cercare ispirazione nell'aureo racconto di Mark Twain “Giornalismo nel Tennessee”, per cavarne utilissime citazioni di pronto impiego, tipo “Faranno bene a ringoiare queste menzogne, se vogliono risparmiare alle loro dissolute carogne di rettili le scudisciate che tanto ampiamente meritano”.
P.S.
Che dite, un cinquantello su Damilano vincente ci sta, o no?
Anche la centomila!
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