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ARTI FIGLIE E ARTI FIGLIASTRE

L'assessore Leon

Dal Comune annunciano che "è stato pubblicato oggi sul sito www.comune.torino.it/bandi il bando (http://www.comune.torino.it/bandi/pdf/files/cultura/Bando_contributi_21_pub.pdf) per la selezione di proposte e l'assegnazione di contributi economici a sostegno di progetti e iniziative in ambito culturale per l'anno 2021".
Molto bene.
L'annuncio prosegue illustrando le alte finalità del bando in questione: "L'emergenza sanitaria da Covid-19 ha determinato notevoli criticità che richiedono un rinnovato impegno per supportare le realtà culturali, sociali ed economiche in forte crisi. La Città, attraverso questo avviso pubblico, ha deciso di sostenere progettualità volte alla ripresa della capacità produttiva degli enti e degli operatori culturali no profit". 
La buona volontà è grande: ma le risorse sono piccine picciò. L'importo messo a disposizione dalla Civica Amministrazione, infatti, "non sarà inferiore a 130.000 euro" (e volevo pure vedere che era inferiore...)  e "ciascun progetto potrà essere finanziato dalla Città fino all’80% del budget totale pur nel rispetto dei limiti di contributo definiti per i diversi ambiti". E qui casca l'asino. Basta fare i conti della serva.
Allora. I "diversi ambiti" sui quali il Comune interviene con i suoi 130 mila euro sono in realtà due: nell'ambito A c'è solo la musica, mentre l'ambito B comprende arte contemporanea, patrimonio culturale, divulgazione scientifica, promozione del libro e della lettura, cinema.
All'ambito A, alle attività musicali, sono destinati in tutto 75.000 euro che saranno suddivisi, in ordine di graduatoria, fra "non meno di 5 progetti" che risulteranno vincitori. Di conseguenza "il contributo massimo riconoscibile e iscrivibile a bilancio per ciascun progetto afferente all'ambito A è di 15.000 euro". Ben vengano: ma diciamo che non c'è da scialare.
E' messo peggio l'ambito B, che - ripeto - comprende, tutti insieme, arte contemporanea, patrimonio culturale, divulgazione scientifica, promozione del libro e della lettura, cinema. L'universo, in pratica. E quest'intero universo deve accontentarsi di 55.000 euro totali da spartire anche qui fra non meno di 5 progetti vincitori, a quali potrà andare un contributo non superiore a 11.000 euro, come da logica matematica. 
E meno male che "non rientrano nell’oggetto del bando e pertanto non sono candidabili e non saranno ammesse a valutazione iniziative culturali afferenti al mondo del teatro, della danza e del circo contemporaneo (per le stesse sono previste forme di finanziamento attraverso il Bando Attività T.A.P. - Torino Arti Performative)". Ci mancherebbe altro: il Tap, a quanto dichiarato da Comune, sarà finanziato con "un importo annuo presunto di 500.000 euro". Nel 2020 furono messi a disposizione del Tap 390 mila euro, che vennero spartiti fra 30 compagnie, per un finanziamento medio di 13 mila euro a capa. 
Morale: a giudicare dalla distribuzione delle risorse, a Torino ci sono almeno 30 progetti teatrali che meritano il sostegno del Comune, mentre si presume che le altre arti, prese tutte insieme, di progetti possano metterne in campo una decina.
Boh.

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