Passa ai contenuti principali

IL CLANDESTINO E IL CAMPIONE: TERZA LETTERA DALLA SCOGLIERA

Manu Chao stasera al Flowers a Collegno
Desidero rassicurare parenti e amici - nonché deludere i disistimatori - che mi immaginano circondato dalle fiamme. Un centinaio di chilometri in linea d'aria mi separa dai roghi e per me l'unica conseguenza seria dei disastri di questi giorni è il dolore vero per la devastazione di una terra che amo con tutto il mio cuore. Direi insomma che, quanto ad avversità ambientali, ve la passate peggio voi in una Torino che mi dicono in pieno regime monsonico.
Ieri qui era una giornata stranissima: cadevano persino, a lunghi intervalli, sparute gocce di pioggia, e il vento s'esibiva in uno show di trasformismo che nemmeno un politico contemporaneo: da levante a libeccio, a scirocco e infine a maestrale, ha soffiato in pratica da ogni quadrante del cielo, con raffiche brevi e furibonde, per quindi eclissarsi in surreali bonacce presto interrotte da nuove buriane. Stamattina è già un'altra stagione, stagione di calma piatta e azzurro intenso sopra e sotto la scogliera.
David Trézeguet: Posso venire anch'io?
Eppure oggi vorrei essere a Torino. Solo oggi, beninteso, e solo perché stasera al Parco della Certosa di Collegno c'è Manu Chao a chiudere Flowers, e fin da qui sento il profumo di notte epica, notte che poi chi c'era ti farà pesare per anni l'essertela perduta. E pazienza se il cielo minaccia pioggia per il pomeriggio: sarà ancor di più come l'altra volta,
luglio 2006, Pellerina, uno dei momenti memorabili di Traffic, sotto il temporale e noialtri in centomila, perché allora - pur se oggi ci pare impossibile - potevamo essere in centomila ad un concerto.
Il covid detta le sue regole, a Collegno saranno in mille al massimo con i posti a sedere esauritissimi da giorno; e sarà tutto in miniatura rispetto a 15 anni fa, area più piccina e un solo gruppo d'apertura (il trio di Luca Morino, vecchio amico di Manu dai tempi dei Mau Mau) anziché lo scialo-2006 di Caparezza, Gogol Bordello e La Phaze. Ma in mille o in centomila cambia poco, è sempre fiesta con il Clandestino. Che da clandestino è arrivato ieri a tarda ora, alloggiato in b'n'b e rifocillato in emergenza - trovatelo, un ristorante a Torino il 26 di luglio, di lunedì, con la cucina ancora aperta alle 11 di sera - chiamando alle armi culinarie un vecchio complice, Tati, e il suo Daiichi di piazzetta Quattro Marzo; e lì, mentre gli emissari di Flowers attendono che s'approntino i vassoi di sushi, un avventore del ristorante s'alza da tavola e s'intromette cortese, scusate, vi ho sentiti dire che domani c'è Manu Chao e chissà se c'è ancora un posto, ci terrei molto... L'avventore-fan si chiama David Trézeguet
scommetto il calciodipendente Manu Chao un cantuccio per lui stasera lo troverà.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la