Manu Chao stasera al Flowers a Collegno |
Ieri qui era una giornata stranissima: cadevano persino, a lunghi intervalli, sparute gocce di pioggia, e il vento s'esibiva in uno show di trasformismo che nemmeno un politico contemporaneo: da levante a libeccio, a scirocco e infine a maestrale, ha soffiato in pratica da ogni quadrante del cielo, con raffiche brevi e furibonde, per quindi eclissarsi in surreali bonacce presto interrotte da nuove buriane. Stamattina è già un'altra stagione, stagione di calma piatta e azzurro intenso sopra e sotto la scogliera.
David Trézeguet: Posso venire anch'io? |
Il covid detta le sue regole, a Collegno saranno in mille al massimo con i posti a sedere esauritissimi da giorno; e sarà tutto in miniatura rispetto a 15 anni fa, area più piccina e un solo gruppo d'apertura (il trio di Luca Morino, vecchio amico di Manu dai tempi dei Mau Mau) anziché lo scialo-2006 di Caparezza, Gogol Bordello e La Phaze. Ma in mille o in centomila cambia poco, è sempre fiesta con il Clandestino. Che da clandestino è arrivato ieri a tarda ora, alloggiato in b'n'b e rifocillato in emergenza - trovatelo, un ristorante a Torino il 26 di luglio, di lunedì, con la cucina ancora aperta alle 11 di sera - chiamando alle armi culinarie un vecchio complice, Tati, e il suo Daiichi di piazzetta Quattro Marzo; e lì, mentre gli emissari di Flowers attendono che s'approntino i vassoi di sushi, un avventore del ristorante s'alza da tavola e s'intromette cortese, scusate, vi ho sentiti dire che domani c'è Manu Chao e chissà se c'è ancora un posto, ci terrei molto... L'avventore-fan si chiama David Trézeguet e scommetto il calciodipendente Manu Chao un cantuccio per lui stasera lo troverà.
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