Finisce come da copione, a tarallucci e vino. Confermato, il bando da 900 mila euro per il concerto di Capodanno l'hanno vinto le ditte Reverse & Eventi 3, il casino degli ultimi due mesi non conta, non è successo niente e tutto la va ben madama la marchesa. A Capodanno non c'è Tananai? Ecchessaramai?, che fa pure rima: ci sarà un «artista equivalente», della cui «equivalenza» saranno garanti due stimati docenti di storia della musica, il dottor Spotify e il professor Instagram. Dunque, perché perdersi in disquisizioni e cavilli giuridici? Il popolo anche a Capodanno avrà i suoi circenses – o canentes, fate voi latinisti – e lorsignori faranno come al solito quel che gli garba. Loro sono i marchesi e noi un cazzo.
Ma vale la pena di sottolineare alcuni passaggi stravaganti della risposta dell'assessore competente, Mimmo Caretta, all'interpellanza discussa ieri i Consiglio comunale e argutamente intitolata "Tananai o Tana-mai, buio sul concerto di Capodanno?" dalla satirica consigliera leghista Elena Maccanti.
Stravaganza 1. Sostiene Carretta: "Il progetto di Reverse ed Eventi 3 prevedeva la contrattualizzazione di Tananai. Il 14 ottobre sono state pubblicate su alcuni organi di stampa informazioni relative alla gara e di conseguenza l'ufficio stampa ha smentito la sua partecipazione (sua di Tananai, non dell'ufficio stampa, NdG) al concerto di Capodanno". E già qui ci sarebbe da ridere o da ridire: bella forza contrattuale, se l'ufficio stampa dell'artista può smentire così, solo perché gli girano le palle, per colpa, manco a dirlo, dei giornalisti vil razza dannata. Per vostra informazione: quando un'agenzia partecipa a un bando come quello di Capodanno, è uso che stipuli con i manager degli artisti che intende proporre un preaccordo in forza del quale l'artista verrà contrattualizzato qualora l'agenzia vincesse il bando in questione. Ma Carretta ci informa che: "Il giorno dopo gli aggiudicatari (Reverse e Eventi 3, NdG) hanno segnalato l'impossibilità di contrattualizzare Tananai perché l'entourage del cantante riteneva che la notizia di un concerto gratuito, qualche settimana dopo quello a pagamento (già fissato da mesi giusto per stasera, 3 dicembre, al PalaInalpi, NdG) avrebbe compromesso la vendita dei biglietti". Fammi capire: l'idea geniale era aspettare che i torinesi comperassero tutti i biglietti - prezzi da 79 a 49 euro, mica bruscolini... - per il concerto di Tananai stasera al PalaInalpi e poi, solo poi, a soldi incassati, annunciare il concerto gratuito del 31 dicembre? Davvero? Che rispetto per il pubblico! E il Comune si prestava? Come definirebbero, lorsignori, una simile operazione, dal punto di vista di chi spendeva da 49 a 79 euro per un concerto che tre settimane dopo poteva vedere gratis? Complimentoni: quando si dice una politica dalla parte dei cittadini.
Ma adesso viene il bello, ovvero la Stravaganza 2. Qualcuno - ma quanto sono speciosi, 'sti torinesi! - obietta che Reverse ed Eventi 3 hanno vinto proprio perché proponevano l'esibizione di Tananai, per cui senza Tananai il bando andrebbe riaperto: sennò uno dice che fa suonare i Coldplay, vince e poi i Coldplay manco lo conoscono ma intanto ha vinto e fa suonare il primo che passa. Ah no!, risponde in Consiglio comunale il dotto Carretta: c'è la clausola del cosidetto "artista equivalente", ovvero la possibilità di sostituire l'artista promesso (nel caso Tananai) un altro artista di almeno pari livello, usando come metro di paragone (udite udite!) "gli ascolti mensili su piattaforme musicali e i followers sui social". E, aggiunge orgoglioso Carretta, tale clausola sarà "rispettata dagli aggiudicatari della gara inserendo un artista da 3,9 milioni di ascolti mensili su Spotify e un milione di followers su Instagram". Vabbè. Tana(nai) liberi tutti. D'altronde stiamo parlando di Tananai, mica di Bruce Springsteen o Lady Gaga: non perdiamo un granché. Tuttavia, per amor di precisione, corre l'obbligo di segnalare che in genere la clausola dell'artista equivalente si applica qualora l'artista designato sia nella materiale e ineludibile impossibilità di esibirsi: una malattia, un lutto in famiglia, un incidente grave, un terremoto, una tremenda inondazione, le cavallette... Il calcolo delle ricadute negative sulle vendite al botteghino non rientra nelle eventualità. Semmai ci pensano prima: se c'è un concerto a pagamento il 3 dicembre, fin da subito escludono di organizzarne un altro gratuito dello stesso artista il 31 dicembre.
Ciò però accade nel mondo normale. Qui siamo a Torino, e la storia è sempre quella del Marchese del Grillo.
Che mi importa, tanto a capodanno vado sempre a letto alle 10. Però in effetti avrei preferito risparmiare 900 mila euro. Ma si è poi capito di chi sono amici questi della fondazione Reverse che dal nulla negli ultimi anni si sono messi a vincere tutti i concorsi pubblici a priori?
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