Armando Buonaiuto, curatore di Torino Spiritualità, con l'assessore Parigi, che ideò la manifestazione quando era alla direzione del Circolo dei Lettori |
No.
In compenso ho ascoltato il curatore di Torino Spiritualità, Armando Buonaiuto, raccontare l'edizione di quest'anno, che si tiene dal 21 al 25 settembre e s'intitola "Piccolo me. Restare o diventare bambini". Tema ampio e ambizioso, suscettibile di infinite considerazioni. Comprese alcune, per nulla consolatorie, su coloro - e sono sempre più numerosi - che non cresceranno mai. Ma naturalmente il programma di Torino Spiritualità (che trovate a questo link) non si occupa di bimbiminkia.
E' un programma torrenziale, ma pensato e puntuale; pieno di nomi eccellenti, ma nessuno - beh, quasi nessuno... - inutile; profondo, ma non palloso. Mi viene da definirlo un piccolo miracolo, non fosse che nei miracoli non credo, mentre credo nell'intelligenza e nella professionalità: che sono anche più rare dei miracoli.
La presentazione. Sul grande schermo, lo psicoanalista Massimo Recalcati |
Ascoltando Bonaiuto sciorinare il suo squadrone di belle menti mi sono però posto una domanda forse peregrina - come gran parte delle domande che mi pongo: Torino Spiritualità è ancora a misura di Torino? Meglio: Torino è ancora adeguata a Torino Spiritualità?
No, lo dico perché è sempre questione di livelli medi. E oggi, dai finestroni di Palazzo Granieri, sbirciavo una città che si è appena fumata il Villaggio di Babbo Natale. Dicesi il Villaggio di Babbo Natale. Persino il vecchio panzone rosso se l'è squagliata alla Venaria, pur di non aver nulla a che fare con Torino e i suoi malestri. Se tanto mi dà tanto, è lecito chiedersi se certe manifestazioni d'eccellenza non siano ormai fuori contesto in quest'amena cittadina bimbaminkia.
E niente, come tentativo di rientro è stato una schifezza. Me ne sono tornato in campagna. Però domani o dopo ci riprovo. Tanto prima o poi mi tocca. The show must go on.
I conti della serva
Poiché non perdo le vecchie abitudini, mi sono anche informato - in separata sede, per non turbare l'atmosfera spirituale - sul budget, che mi pare più che commisurato alla qualità del prodotto: il costo è attorno ai 230 mila euro, senza calcolare il decisivo e corposo contributo dato dalla struttura del Circolo. E' quindi in primo luogo il bilancio del Circolo, finanziato dalla Regione, a garantire la vita di Torino Spiritualità: però fanno la loro parte pure gli incassi della biglietteria (60 mila euro l'anno scorso) e i contributi di Fondazione Crt (40 mila), Compagnia di San Paolo (80 mila), degli sponsor privati (30 mila) e persino i 30 mila euro che arrivano dal Comune. Poi dovete aggiungere il sostegno degli enti - in primis lo Stabile - che mettono a disposizione le sale. Insomma, un bel lavoro di squadra: di quelli che a Torino funzionano, quando si vuol farli funzionare.Lo scorso anno Torino Spiritualità registrò - dati dell'ufficio stampa - quasi 45 mila presenze.
Commenti
Posta un commento