Non l'hanno presa bene. La storia è nota: il Circolo dei Lettori sembra sempre meno intenzionato a prendersi il Borgo Medievale, e questo ve l'ho già raccontato. Adesso però la faccenda è arrivata sui giornali, e il presidente del Circolo, Luca Beatrice, per spiegare le sue perplessità sull'operazione, non si è risparmiato una battuta piuttosto puntuta sul personale del Borgo, 19 dipendenti comunali che ha definito "persone abituate a ritmi decisamente più rilassati di quelli dei lavoratori del Circolo". Facile immaginare le reazioni dei diretti interessati. Così Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei, dalla quale dipende il Borgo Medievale (il passaggio al Circolo è ancora in una fase "sperimentale") ha scritto ai giornali per difendere i suoi. Ci sta. "Mi sono sentita offesa", mi dice la Asproni. Che però riconosce che il contratto di lavoro di Federcultura, applicato ai dipendenti del Borgo, è "faticoso e usurato".
Baruffe sindacali. Però il problema esiste. Patrizia Asproni mi dice anche che, se il Circolo decidesse di prendersi definitivamente in carico il Borgo, "si dovrebbero studiare delle soluzioni, da concordare con i sindacati". Posso dire? La questione mi sembra complicata. La decisione ultima spetterà al nuovo direttore del Circolo: ma ho l'impressione che l'operazione non andrà in porto. L'idea di prendere il Borgo come seconda sede - soprattutto estiva - del Circolo era assai cara all'ex direttrice Antonella Parigi, ora assessore regionale alla Cultura; e faceva ben comodo al Comune, che con questa cessione potrebbe entrare nel direttivo di via Bogino senza sganciare denaro vero. Però non ha funzionato. Complice il maltempo, l'estate non ha dato i frutti sperati. La Asproni mi ha anche spiegato che in realtà in questa fase "sperimentale" - che si concluderà il 31 dicembre - il Circolo ha pagato a Torino Musei una sorta di "affitto" per il Borgo, trentamila euro che la Asproni definisce "la 'quota storica' degli incassi per le aree prese in gesatione". Sospetto che gli incassi estivi non abbiano compensato l'investimento. In termini non tecnici, potremmo parlare di "bagno di sangue".
Quindi, pare logico che alla fine della fase "sperimentale" il Circolo rispedisca al mittente la cessione del Borgo Medievale. Ed è anche mia opinione che Patrizia Asproni non si dispererebbe più di tanto. Lei un progetto alternativo lo aveva: l'affidamento della struttura a privati perché ne facessero un'attrazione turistica. All'epoca c'erano stati segnali di interesse da parte di una società francese. "Ma adesso chissà" dice Patrizia. Però si sente che l'idea torna a stuzzicarla.
Baruffe sindacali. Però il problema esiste. Patrizia Asproni mi dice anche che, se il Circolo decidesse di prendersi definitivamente in carico il Borgo, "si dovrebbero studiare delle soluzioni, da concordare con i sindacati". Posso dire? La questione mi sembra complicata. La decisione ultima spetterà al nuovo direttore del Circolo: ma ho l'impressione che l'operazione non andrà in porto. L'idea di prendere il Borgo come seconda sede - soprattutto estiva - del Circolo era assai cara all'ex direttrice Antonella Parigi, ora assessore regionale alla Cultura; e faceva ben comodo al Comune, che con questa cessione potrebbe entrare nel direttivo di via Bogino senza sganciare denaro vero. Però non ha funzionato. Complice il maltempo, l'estate non ha dato i frutti sperati. La Asproni mi ha anche spiegato che in realtà in questa fase "sperimentale" - che si concluderà il 31 dicembre - il Circolo ha pagato a Torino Musei una sorta di "affitto" per il Borgo, trentamila euro che la Asproni definisce "la 'quota storica' degli incassi per le aree prese in gesatione". Sospetto che gli incassi estivi non abbiano compensato l'investimento. In termini non tecnici, potremmo parlare di "bagno di sangue".
Quindi, pare logico che alla fine della fase "sperimentale" il Circolo rispedisca al mittente la cessione del Borgo Medievale. Ed è anche mia opinione che Patrizia Asproni non si dispererebbe più di tanto. Lei un progetto alternativo lo aveva: l'affidamento della struttura a privati perché ne facessero un'attrazione turistica. All'epoca c'erano stati segnali di interesse da parte di una società francese. "Ma adesso chissà" dice Patrizia. Però si sente che l'idea torna a stuzzicarla.
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