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PIÙ MINCHIATE PER TUTTI

Sai che paura... La locandina dell'incontro
La minchioneria è patrimonio comune dell'umanità, senza distinzione di razza, sesso, religione o orientamento politico. Ne ho l'ennesima conferma leggendo il comunicato del Coordinamento Torino Pride che protesta contro la concessione, da parte del Comune di Moncalieri, del "patrocinio" (atto gratuito, senza oneri per le casse pubbliche) alla presentazione del libro di un certo Adinolfi che, a quanto apprendo (io ho altre letture), esprimerebbe posizioni fortemente omofobe e antifemministe. Embè? Mi sono incazzato come una jena quando la Regione di Cota ha negato il patrocinio a Cinema Gay; mi sono straincazzato quando il Comune di Torino ha tolto il patrocinio a una mostra (da quattro soldi, peraltro) che proponeva opere considerate da taluni "lesive della sensibilità religiosa"; mi ultraincazzo ogni qualvolta i laici devoti o i predicatori d'odio impancano campagne omofobe per mascherare il vuoto pneumatico dei loro presunti cervelli; e adesso dovrei accettare l'operazione uguale e contraria? Ma strabenedette teste di segugio, se questo Adinolfi la pensa in una certa maniera, ha tutto lo strafottuto diritto di dirlo, di scrivere libri e di presentarli. E se una pubblica amministrazione ritiene di concedere il patrocinio, lo faccia. Detesto farmi proprio io paladino della democrazia: ma visto che ci tenete tanto, vi informo che la democrazia in questo consiste, nel consentire - direi di più, nel sostenere - la diversità del pensiero. Anche del pensiero idiota. Oh certo, sarebbe splendido vivere in un mondo minchioni-free: ma i rari tentativi in quella direzione messi in atto nel corso della Storia si sono in genere risolti in bagni di sangue, o di ridicolo.

Il Ridicolo Sublime

E difatti, si parva licet, anche il comunicato del Coordinamento Torino Pride tocca i vertici del Ridicolo Sublime quando mi rivela, con evidente preoccupazione, che il libro del sullodato Adinolfi "ha fatto discutere a Ciriè e a Fossano". Esticazzi. Un'opera che colpisce al cuore della cultura occidentale.
E' scontato, ma occorre ricordare il detto attribuito a Voltaire (penso falsamente, dato che Voltaire era un uomo pieno di orribili pregiudizi): "Detesto la tua idea, ma sono pronto a morire perché tu la possa esprimere". Beh, io non sono per niente pronto a morire perché il signor Adinolfi possa esprimere la sua idea: mica sono scemo. Ma sono pronto a straincazzarmi se qualcuno tenta di negargli questo diritto, e pure se si mette a questionare sulla concessione del patrocinio da parte di un Comune - che è espressione di tutti i cittadini, compresi i poveretti tormentati dall'omofobia - a una manifestazione che potrà essere opinabile quanto si vuole - esattamente (visto dall'altra parte) quanto quelle invise agli omofobi - ma che rientra nei diritti costituzionali di ognuno di noi figli della Rivoluzione Francese. Se le idee sono sceme (e nel caso specifico, a mio modestissimo avviso, lo sono) si condanneranno da sole. Cercare di zittirle è segno di debolezza. Quindi, per favore, lasciate perdere. Che i morti seppelliscano i morti. E occupatevi, ma davvero, di cose più serie.
Comunque, nel rispetto delle idee di tutti, pubblico a scopo cronistico l'indignata missiva del Comitato Torino Pride.


LETTERA APERTA – NOTA STAMPA

Moncalieri è omofoba?

“Ci risiamo! Scopriamo che il 27 novembre il signor Adinolfi, ‘amico’ della Comunità LGBT, presenterà il suo libro. Sempre lo stesso che ha fatto discutere a Ciriè e a Fossano. A Torino verrà presentato presso la Piazza dei Mestieri. La cosa naturalmente non ci sconvolge più di tanto, visto che chi organizza, l’Associazione e Centro Culturale San Francesco del Carlo Alberto, e chi ospita sono due realtà che rappresentano la  parte cattolica più integralista. Quello che ci da molto fastidio è vedere sull’invito lo stemma della Città di Moncalieri con la nuova dicitura, che ricorda il famoso Proclama di Vittorio Emanuele II del 1849, con il quale, praticamente, veniva dato il via al Risorgimento e alla realizzazione di un Paese nuovo e pieno di speranza”. Con queste parole Alessandro Battaglia esprime tutto il disappunto del Coordinamento Torino Pride che rappresenta le associazioni GLBT del territorio per la presunta concessione da parte della Città di Moncalieri del patrocinio all’iniziativa.

“Molto bene!” – continua il coordinatore – “Ci chiediamo quindi come sia possibile che il Sindaco, Roberta Meo, e il Vice Sindaco, Paolo Montagna (candidatosi a sostituire il proprio capo nelle prossime primarie) e tutta la Giunta, possano avere concesso il Patrocinio della Città a un’iniziativa che nemmeno si svolge nel loro comune. Ci chiediamo se vivano in questo Paese e in questa Provincia. Ci chiediamo se conoscano il curriculum del signor Adinolfi. Ci chiediamo come sia possibile che un Sindaco donna non abbia consapevolezza delle posizioni medioevali del soggetto in questione anche su questioni che riguardano proprio le donne, la loro vita, la loro dignità e il loro tentativo di emancipazione continuo e costante. A memoria di tutte e tutti, ricorderei una sua celebre affermazione: ‘Uomini e donne non sono uguali? Perché esiste uno specifico femminile. Prendersi cura della casa e della famiglia fa parte di questo specifico... Vivere la propria femminilità puntando a una falsa uguaglianza con il modello maschile, spesso in ostilità con il mondo maschile, guardando agli uomini come nemici e oppressori, è una stronzata. Una stronzata galattica’ “.

“Le posizioni di Mario Adinolfi sul tema dei diritti civili sono, a tutti, molto chiare. Contrario al matrimonio egualitario, alle coppie gay, alle adozioni gay, alla fecondazione eterologa e anche al diritto all’aborto”   ­–

conclude Alessandro Battaglia  – “Il Sindaco di Moncalieri e la sua Giunta sono espressione di una parte politica che dovrebbe avere a cuore i diritti e ciò che questi producono in una società in costante evoluzione. Questo evento non è certamente sintomatico di attenzione.

Noi non siamo una lobby ma persone che da molto tempo rivendicano la parità e l’uguaglianza. Se fossimo davvero lobby, ad oggi, avremmo già ottenuto tutto questo. Ricordando che il nostro Paese è tra gli ultimi su queste tematiche chiediamo che si possa seriamente dimenticarci di persone come il signor Adinolfi per occuparci di cose davvero più importanti”.

Alessandro Battaglia
Coordinatore Torino Pride

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