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SOPRAVVISSUTO FELICEMENTE ALLA PERFORMANCE: IL TFF MI COMINCIA BENE

Un momento della performance di Josephine Decker alla Fondazione Sandretto
Il Tff è già cominciato: sono reduce dalla pre-inaugurazione alla Fondazione Sandretto, serata con la videoartista americana Josephine Decker. Devo dire che è stato piacevole, a scorno delle mie pessimistiche previsioni. Voglio dire: quando ti spiegano che ci sarà una performance durante la quale l'artista "incoraggerà i presenti a litigare, a picchiare le mani sulla tavola e a lanciarsi il cibo addosso", uno si prepara al peggio. Di solito finisci in situazioni tristissime con un paio di scalmanati seminudi che fanno cose deprecabili urlando come ossessi. Se poi ti preannunciano - come stasera - anche la proiezione di alcuni video sperimentali dell'artista ospite, si mette davvero male. Tanto più che spesso e volentieri questi artisti sperimentali sono individui scostanti che bofonchiano mezze frasi in un inglese che non capirebbero neppure nei peggiori bar del Bronx.
Nuove amiche: Patrizia Sandretto (a sinistra) con Josephine Decker
Invece mi è andata di lusso. La performance era divertente: mezza dozzina di malcapitati pescati fra il pubblico sono stati effettivamente indotti dalla performer americana a sedere attorno a una tavola imbandita insolentendosi fino a un accenno di vie di fatto, dopo essersi lanciati addosso pollo, fagiolini e spinaci. Però lei, la performer, s'è rivelata intelligente e spiritosa, e la faccenda è filata via assai piacevolmente, fra il divertimento del pubblico, specie quello non coinvolto nella performance, che ha risparmiato molto sulla tintoria. Ma anche i protagonisti alla fin fine ne sono usciti con gran sorrisoni (tranne uno, che s'era incazzato sul serio).
Anche i video di Josephine Decker hanno di gran lunga superato le mie aspettative. Dato che il Festival le dedica una personale, penso che andrò a vedere altre cose: la ragazza ha idee, e le sa realizzare.
Quanto a lei, la Josephine Decker, credo che sia un'artista in gamba: il "New Yorker" l'ha definita "la nuova stella dell'avanguardia". Non mi permetto di aggiungere il mio giudizio artistico a quello del "New Yorker": di sicuro JD è l'esatto opposto dell'immagine corrente dell'artista d'avanguardia. Personcina graziosa, educata e simpatica, di buona conversazione e socievole. Mi sono sentito in dovere di segnalarle che in questi giorni a Torino espongono l'Autoritratto di Leonardo, e lei ha chiesto di poterlo vedere: è prenotata per domenica.
Emanuela Martini (a destra) con Patrizia Sandretto
A cena c'era anche la direttrice del Torino Film Festival, Emanuela Martini: già in agitazione perché domani sera, venerdì 21 (insomma, oggi per voi che leggerete al risveglio), le tocca di fare la padrona di casa al Lingotto, per la cerimonia inaugurale. Mi ha confidato che lei ama parlare di film, ma non si sente una show woman. Ma guarda un po': lo sospettavo.
Abbiamo parlato dei direttori che l'hanno preceduta, e dei quali è stata vice preziosa: "Moretti era un protagonista per natura, si prendeva la scena e faceva tutto lui; Amelio ha anche lui un ego imponente, però il confronto con il pubblico lo pativa, si imbarazzava; Virzì... beh, Virzì è è Virzì, un entertainer nato. Ecco, il problema è che io non sono una da palcoscenico. Domani sarà dura".

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