Mario Turetta sarà il nuovo direttore della Reggia di Venaria. Senza bando. E' ufficiale, dopo la riunione fra Regione, MiBACT e Compagnia di San Paolo.
Ho già detto che non me ne frega niente, del bando. E non ho neppure preconcetti sulle capacità professionali di Turetta.
Il problema è un altro, ben più grave.
La Regione, ovvero Chiamparino, ha dovuto ingoiare il rospo e piegarsi al diktat di Franceschini. Un ministro a sua insaputa che come si muove fa danno, soprattutto al Piemonte.
Ciò crea una situazione incresciosa. Non importa chi abbia ragione e chi torto. Ciò che importa è che il mandato di Turetta s'inizia nel modo peggiore.
La Regione è il primo referente della Reggia. La Reggia avrà un direttore imposto alla Regione con sfrontata arroganza da un ministro mosso da motivazioni tutt'altro che adamantine.
In quanto imposto, Turetta quindi sa di essere sgradito a Chiamparino.
E Chiamparino sa che Turetta sa di essergli sgradito.
Non stento a immaginare quali potranno essere - al di là delle dichiarazioni di facciata - i rapporti bilaterali. E le conseguenze. Turetta, a prescindere da ciò che personalmente vale e da ciò che onestamente potrà fare, sarà sempre un direttore dimezzato, conscio di non godere della fiducia del suo maggiore azionista.
Dal canto suo, Chiamparino potrà forse simulare - per dovere istituzionale - rapporti normali con il direttore Turetta: ma l'uomo non è di quelli disposti a subire un'umiliazione cocente senza covare alcun rancore verso chi gliel'ha imposta e chi ne ha beneficiato.
Un matrimonio così, combinato a forza, non può funzionare.
Il pericolo è gravissimo. Una storia di successo - quella della Reggia di Venaria - rischia di finire nel peggiore dei modi.
E il responsabile di tutto questo, il ministro a sua insaputa, stasera si sentirà tronfio e soddisfatto di sé. Sarà persino persuaso di avere vinto.
Invece abbiamo perso tutti.
Miserie umane.
Ho già detto che non me ne frega niente, del bando. E non ho neppure preconcetti sulle capacità professionali di Turetta.
Il problema è un altro, ben più grave.
La Regione, ovvero Chiamparino, ha dovuto ingoiare il rospo e piegarsi al diktat di Franceschini. Un ministro a sua insaputa che come si muove fa danno, soprattutto al Piemonte.
Ciò crea una situazione incresciosa. Non importa chi abbia ragione e chi torto. Ciò che importa è che il mandato di Turetta s'inizia nel modo peggiore.
La Regione è il primo referente della Reggia. La Reggia avrà un direttore imposto alla Regione con sfrontata arroganza da un ministro mosso da motivazioni tutt'altro che adamantine.
In quanto imposto, Turetta quindi sa di essere sgradito a Chiamparino.
E Chiamparino sa che Turetta sa di essergli sgradito.
Non stento a immaginare quali potranno essere - al di là delle dichiarazioni di facciata - i rapporti bilaterali. E le conseguenze. Turetta, a prescindere da ciò che personalmente vale e da ciò che onestamente potrà fare, sarà sempre un direttore dimezzato, conscio di non godere della fiducia del suo maggiore azionista.
Dal canto suo, Chiamparino potrà forse simulare - per dovere istituzionale - rapporti normali con il direttore Turetta: ma l'uomo non è di quelli disposti a subire un'umiliazione cocente senza covare alcun rancore verso chi gliel'ha imposta e chi ne ha beneficiato.
Un matrimonio così, combinato a forza, non può funzionare.
Il pericolo è gravissimo. Una storia di successo - quella della Reggia di Venaria - rischia di finire nel peggiore dei modi.
E il responsabile di tutto questo, il ministro a sua insaputa, stasera si sentirà tronfio e soddisfatto di sé. Sarà persino persuaso di avere vinto.
Invece abbiamo perso tutti.
Miserie umane.
uomini piccoli, disperati e nudi... op. cit.
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