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Accordi sul campo: Parigi e Milella durante l'ultimo Salone del Libro |
Era già tutto previsto, fin dallo scorso settembre quando
Giovanna Milella, dopo Giulia Cogoli, entrò
nel Consiglio d'Amministrazione del Salone del Libro, beneficiando di una
laudatio braccialarghesca che era in pratica un'investitura. Le due nuove "Salon girls" (rispettivamente futura presidente e futura direttrice) s'erano sistemate sugli strapuntini del CdA con mandati chiari, seppur non ufficialmente espressi. Giovanna Milella - pensionata Rai e dunque antica collega di ditta dell'assessore comunale Maurizio Braccialarghe, il quale ancora ieri le aveva confermato il suo totale appoggio - era incaricata dal Comune di passare al lanternino i conti del Salone; Giulia Cogoli - già ideatrice e direttrice del Festival della Mente di Sarzana,
ammiratissima e un po' invidiata dall'allora direttrice del Circolo dei Lettori Antonella Parigi "per i programmi che allestiva" - era incaricata dalla Regione di tenere sotto pressione Picchioni.
Missioni brillantemente assolte.
Tutto un anno in un giorno
Il premio sperato, promesso a quelle forti, è arrivato ancor prima del tempo stabilito, in virtù della fortunata coincidenza dell'
anticipata e rude estromissione del riottoso Rolando; così i tempi si sono abbreviati, e la decisione che - ufficialmente -
Comune e Regione non erano riusciti a prendere in un anno, è stata presa in un giorno, con
un mini-congresso di Yalta fra Filura e Chiampa, in cui ciascuno ha portato a casa il risultato che sperava.
Il CdA e la voce degli editori
Così tutti sono felici. Il
Comune (Braccialarghe più che Fassino, mi dicono) prende la presidenza,
la Regione (più Parigi che Chiampa, mi ridicono) la direzione.
Il CdA,
al quale spetterebbe la decisione ufficiale (quella di
Chiampa&Filura è una "proposta"), difficilmente obietterà: sono
cinque membri, di cui due certamente favorevoli (Milella e Cogoli) e uno
certo di sicuro ostile,
Marco Polillo,
d'area "milanese" come le due signore, e portavoce degli editori per
conto dei quali ieri ha battutto i pugni sul tavolo sollecitando una
"successione rapida". Ad ogni modo c'è la maggioranza. Il quarto
componente del CdA è Picchioni (ha sempre gridato al pericolo di uno
"scippo" del Salone da parte di Milano, ma oggi
ha altri pensieri per la testa)
e il quinto è Roberto Moisio, che ritengo non spasimi d'amore per le
signore (ho sentito di qualche scontro duretto anzichenò) ma che non
vedo come e perché dovrebbe scatenare in una guerra persa in partenza.
Il problemino della pensionata
Resterebbe un problemino: in quanto pensionata, Giovanna Milella
ai sensi dell'articolo 6 della legge Madia non ha diritto a uno stipendio. Anzi, secondo una certa lettura della
successiva circolare interpretativa, non potrebbe neppure ricevere l'incarico gratuito, se non per un anno e non rinnovabile. Approfondisco la questione nel post
http://gabosutorino.blogspot.com/2015/05/un-anno-tre-anni-o-tre-mesi-il-dilemma.html. Ma queste sono ubbìe da gufi formalisti. Tanto dicono che la legge cambierà. E poi Milella è molto cara a Fassino e Braccialarghe per aver portato definitivamente a Torino il
Prix Italia, di cui è stata segretario generale fino a due anni fa.
Squadra da Champions o da Europa Legue?
D'altra parte non è una scelta scandalosa. Semmai un po', come dire?, sottotono. I curricula delle "Salon girls" sono seri. Non strabilianti.
Milella ha fatto la giornalista tutta la vita, prima all'Unità e poi in Rai dove negli ultimi anni si è occupata anche di cultura;
Cogoli, recitano le biografie, "si occupa di editoria e comunicazione culturale da oltre vent'anni", e chi la conosce bene giura che è bravissima. Io non ho l'onore di conoscerle, ma non mancherà occasione. Certo: rispetto ai nomi altisonanti che circolavano nei giorni del toto-nomine, non siamo in Champions. Semmai in Europa Legue. Ma non vuol dire. L'anno scorso la Juve fu buttata fuori dall'Europa Legue, e adesso si gioca la finale di Champions.
Cercando un nuovo progetto
Resta da chiedersi che Salone faranno le "Salon girls". Da tempo l'assessore Parigi ripeteva che prima si doveva trovare
un progetto, e di conseguenza scegliere le personalità capaci di realizzarlo. Poi le cose sono precipitate. Presumo che Milella & Cogoli un progetto lo abbiano già in mente. Mi auguro che sia il progetto per un Salone ancora più bello e moderno, e che si tenga a Torino.
Possibilmente tutti gli anni, con buona pace di quella (ex) consigliera che - raccontano i malevoli - non considererebbe un dramma saltare un'edizione. Leggenda metropolitana, questa, che comunque viene recisamente smentita da autorevoli ambienti della Regione.
L'unione con il Circolo
Quanto
all'unione con il Circolo dei Lettori, non dovrebbero esserci problemi. A parte che la direttrice del Circolo Maurizia Rebola è in ottimi rapporti con la Cogoli, presumo che
Regione e Comune abbiano scelto una presidente e una direttrice in sintonia con quella che è la loro massima aspirazione. E pronte ad
accettare i tagli che verranno senza
le impuntature del riottoso Rolando.
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