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CAVALLERIZZA, L'ASSEMBLEA NON SIEDE AL TAVOLO

E' noto che non sono un fan dell'occupazione (e degli occupanti) della Cavallerizza. Troppe idee, e soprattutto troppi atteggiamenti mentali, mi dividono dalla pur stimabile Assemblea Cavallerizza 14:45. Ciò premesso, è mio dovere di cronista di questa città dare spazio alle loro istanze, pubblicando i loro comunicati che ritengo rivestano particolare interesse. E' il caso di quello diffuso oggi in risposta a un articolo comparso su un giornale cittadino. Non mi inserisco nella polemica (che coinvolge uno stimato e valido collega), ma riporto qui sotto ciò che giudico rilevante del documento inviato dall'Assemblea, che, in merito a "un incontro avvenuto ieri con i componenti del Protocollo d’Intesa" smentisce "il coinvolgimento di Assemblea Cavallerizza al tavolo dei firmatari del protocollo. L’associazione immediata dei nomi dei docenti Gron ed Elisabetta Forni all’Assemblea Cavallerizza 14:45 e quindi di quest’ultima, alla chiusura del “patto”, risulta errata poiché i due docenti erano lì in rappresentanza solamente del Politecnico di Torino.
Le strategie del Comune di Torino... sono piuttosto chiare: far in modo che l’opinione pubblica creda che l’Assemblea Cavallerizza 14:45 stia partecipando a questo percorso semplicemente per poter continuare a mettere in atto logiche speculative sulla Cavallerizza Reale, senza rischiare di essere contestati dal proprio bacino elettorale.
La posizione di Assemblea Cavallerizza 14:45 è molto diversa. L’assemblea ha fortemente criticato l’ipocrisia sottesa al percorso del Protocollo d’Intesa; un percorso che l’Assessore Passoni definisce spregiudicatamente la “quint’essenza della democrazia”.
La Cavallerizza continua a rimanere cartolarizzata, quindi in vendita a privati, e con essa la tutela del patrimonio artistico e culturale in riferimento all’art.9 della Costituzione vanno sgretolandosi. Ed in questa direzione ritornano come fantasmi hotel de Charme ai piani alti dello stabile e servizi ed esercizi commerciali al piano terreno .
Nulla dunque sembra essere cambiato: vendere per far cassa a dispetto delle richieste della cittadinanza.
La domanda che l’Assemblea Cavallerizza pone all’Ass. Passoni è di spiegare esattamente nel dettaglio e con della documentazione pubblica, tutto il reticolato progettuale e di come esso verrà realizzato.
Altrimenti i cittadini sono obbligati a trarre le conclusioni dagli elementi fattuali che hanno a disposizione.
Ed ecco affiorare  “strane” coincidenze.
La compagnia di San Paolo è l’ente a cui viene affidato lo studio di fattibilità per la vendita della Cavallerizza (assicurandosi quindi il rientro dei soldi prestati al comune).
La compagnia affida a Homers S.r.l. l’indagine architettonica.
Ogni banca così come ogni società S.r.l. ha come obiettivo il profitto e pertanto già qui ci si chiede con quali logiche si studi la destinazione della Cavallerizza?
Continuando, è elementare il passaggio alle domande: da chi è stata individuata questa società? Con quali forze politiche ed economiche (Enti, Fondazioni e Banche) collabora e chiude progetti la Homers S.r.l.?
Facendo una piccolissima ricerca in internet, di fianco ad Homers compare il nome dell’Architetto Robiglio, intervistato anche lui in data odierna sulla Stampa, l’architetto compare all’interno di TORINO STRATEGICA, associazione di cui fanno parte tutti i big che hanno creato  l’affare Cavallerizza”.
Robiglio è parte altresì  di Avventura urbana, l’associazione che si occupò della progettualità partecipata in merito agli asili, che poi purtroppo furono privatizzati.
E’ evidente la cecità di un’amministrazione che invece di dare spazio all’importante e incredibile laboratorio di sperimentazione  e innovazione che sta avvenendo in cavallerizza (il coinvolgimento della cittadinanza, l’attuazione di pratiche virtuose di share economy etc.); laboratorio che ci avvicina ad altre avanguardie in scala europea, si preoccupa esclusivamente si soffocare l’esistente con la propaganda e proponendo soluzioni (hotel/esercizi commerciali) che, in tempo di crisi, oltre a non essere di beneficio per la città, di nuovo, non funzioneranno!"


Commenti

  1. L'unica cosa che giudico rilevante io è l'incapacità di un Assemblea costituita al 99% da laureati (figli di laureati) di scrivere in un italiano comprensibile.

    Le strane coincidenze, volendo, si trovano anche nelle biografie personali dei membri dell'Assemblea, nei loro CV e nel mondo di cui vorrebbero tanto far parte, ma la barca è piena.
    Trovo insopportabile questa generazione di ribelli educati che finge di voler buttare giù la porta della stanza dei bottoni, ma alla fine si limita a bussare un po' più forte in modo lamentoso.
    Lo Spesso era di un altro spessore.... ma lui non puntava a una consulenza all'assessorato.

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    Risposte
    1. Visto che sai tanto, passa qualche domenica e ci spieghi come fare le cose. Le porte saranno sempre aperte (sia per entrare che per uscire)

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  2. Ogni opinione è legittima. Ma chi ha dignità si firma. E un'Assemblea si scrive con l'apostrofo

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