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COLLISIONI, FLOWERS E TODAYS: FACCIAMO I CONTI (RELOADED)

Sting a Collisioni: a Torino i Verdena #sifaquelchesipuò
Adesso non vorrei dare l'impressione di volerlo prendere di punta. Ma questa storia del "festival comunale" davvero mi turba. Mi riferisco a TOdays, ovviamente. 

I conti di TOdays

In sintesi: il Comune di Torino decide di buttare via Traffic perché "il marchio non è nostro". Quindi, si fa un festival con un marchio di proprietà comunale: durerà tre giorni e si chiamerà TOdays. La realizzazione è affidata alla comunale Fondazione per la Cultura, che ha il compito per l'appunto di organizzare manifestazioni comunali, reperendo però sponsor privati. In genere, lo sponsor "privato" è la municipalizzata Iren. Bello sforzo. Vabbé, stavolta va male, e quindi la Fondazione Cultura chiede una sponsorizzazione di 350 mila euro a chi? Ma al Comune, naturalmente. Che gliene dà 200 mila. Bontà sua. Il costo totale di TOdays risulta essere (da delibera) di 410 mila euro: questo per tre concerti a pagamento di gruppi di seconda - se non terza - fascia (Tv on the Radio, Interpol e Verdena), più altri 47 artisti "gratuiti" (anche perché trattasi di artisti per i quali difficilmente si troverebbero folle disposte a pagare un biglietto).

Collisioni: quanto costa, quanto rende, e chi paga

Ieri vado alla presentazione di Collisioni. Uno dei più straordinari festival italiani, fors'anche europei. Lo scorso anno, dopo avervi partecipato, scrissi un post che vi invito a rileggere. Collisioni 2015 si tiene a Barolo dal 17 al 21 luglio, e in cinque giorni il suo programma sciorina i concerti di Vinicio Capossela, Passenger, Paolo Nutini, Fedez, J-Ax, Mark Knopfler, Sting, nonché incontri con scrittori e musicisti come il premio Nobel Wole Soynka, Daniel Pennac, Renato Zero, Mick Hucknall, Joe R. Lansdale, Antonello Venditti, Massimo Cacciari, Jay McInerney, Niccolò Ammaniti, Scott Turow, e potrei continuare ad libitum. Più un allettante coté enogastronomico. Insomma: in quei cinque giorni a Barolo c'è il mondo. Con ricadute d'immagine nonché economiche da capogiro. Difatti gli imprenditori della zona sostengono il festival con servizi e denari sonanti. E la gente di Langa ci crede, al suo festival, e lo dimostra prodigandosi in tutte le maniere, con un lavoro di volontariato straordinario. Quanto costa questo miracolo? Eccovi le cifre: spesa per il festival (lo scorso anno) un milione e quattrocentomila euro (il patron Filippo Taricco riconosce che, senza l'apporto dei volontari, ci vorrebbero almeno due milioni); dagli sponsor arrivano ottocentomila euro; incasso alla biglietteria un milione e duecentomila euro. Contributo pubblico: 80 mila euro (diconsi ottantamila!) dalla Regione. E stop. I benefici per il territorio sono immensi, lo sforzo per le casse pubbliche minimo.

Flowers: low budget, big show

Vi pare troppo ambizioso? Beh, stasera a Collegno comincia Flowers, festival che Hiroshima mon Amour si organizza da sola dopo l'addio a Traffic, ispirandosi all'antico e glorioso modello di Pellerossa. Ne parlo malvolentieri, visto che gli ho concesso di mettere il banner nel blog di Gabo, e ciò potrebbe indurre a sospettare un interesse privato. Ma, come vi ho spiegato, non mi ci ingrasso e dunque me ne frego. Allora, dicevamo: il costo stimato della manifestazione è di 600 mila euro, di cui almeno il 60 per cento destinato ai cachet per gli artisti. E che artisti.  Patti Smith e Goran Bregovich, intanto: con tutto il rispetto, contro Tv on the Radio e Interpol non c'è partita. Poi gente come Caparezza, Max Gazzé, Modena City Ramblers che saranno tanto mainstream, ma forse costano di più - e di sicuro fanno più pubblico - dei Verdena. Non basta: ci sono le proposte insolite e stimolanti (Bonobo, che in prevendita sta andando fortissimo), i classiconi torinesi (Africa Unite), gli indipendenti italiani (Tre Allegri Ragazzi Morti, Marlene Kuntz, Lo Stato Sociale). Tredici concerti in meno di un mese. Anche lì, finanziamento pubblico minimo: il Comune di Collegno ha concesso l'area e qualche migliaio di euro cash, e la Regione ha promesso un piccolo finanziamento (non ancora quantificato, ma minimo). In compenso ci sono diversi sponsor privati. Che evidentemente non sono poi così difficili da trovare, se la proposta è allettante e credibile. A conti fatti, l'85 per cento del budget di Flowers è rappresentato dal capitale di rischio degli organizzatori,ovvero dai ricavi sperati che verranno dalla biglietteria e dal bar.

Gru Village: è il mercato, bellezza

A questo punto dovrei accennare anche al Gru Village, trionfo dell'impresa privata. Un centro commerciale che si paga di tasca sua - perché lo ritiene utile dal punto di vista promozionale - un superfestival. Qui siamo in un'altra dimensione. Non voglio neppure azzardare paragoni con i funzionari che si credono Zard. Questi si fanno tutto da soli: hanno l'area, il palco, la programmazione e la biglietteria. Spendono, rischiano, e se va bene bene. Se va male, magari qualcuno si ritrova a spasso. E' il mercato, bellezza. 

Arena Derthona: contributi pubblici? No, grazie

Aggiungo, avendolo colpevolmente trascurato nella prima versione del post, il caso virtuoso di Arena Dethorna, un festival che si tiene a Tortona e che riesce a schierare gente come Bacharach, Bollani, Caparezza e i Subsonica con biglietti a prezzi ragionevoli e senza contributi pubblici. Di più: i contributi pubblici li rifiuta. Ripeto: L-I-R-I-F-I-U-T-A. Stenterei a crederci, non fosse che la conferma mi arriva direttamente dell'assessorato regionale alla Cultura. 

A ciascuno il suo mestiere

Riassumendo: alle Gru di Grugliasco main sponsor e organizzatore coincidono, e trionfa il libero mercato. A Barolo imprenditori privati fanno i numeri a colori con un costo per le casse pubbliche di 80 mila euro: meno della metà di quello che il Comune di Torino butta su TOdays. A Collegno idem, soldi pubblici al minimo e privati che sanno rischiare. A Tortona se la cavano da soli.
A Torino, invece, il Comune-impresario - senza contare i servizi che mette gratis a disposizione di TOdays - riesce a spendere 200 mila euro provenienti dalle casse pubbliche per tre concerti (a pagamento) di seconda fascia. Ovvero un terzo di quanto a Collegno i privati spendono (di tasca propria) per tredici concerti: due con star internazionali di primo piano, e tre con nomi italiani di notevole richiamo popolare; senza dire degli altri, che non sono certo dei signori nessuno. Sottolineo inoltre che l'anno scorso l'ultima edizione di Traffic aveva ricevuto dal Comune, per tre giorni di concerti e iniziative collaterali GRATUITI un contributo di soli 75 mila euro, più la discussa sponsorizzazione di Lottomatica.
Insomma: spendiamo di più, in compenso otteniamo di meno. Chapeau. 
Il Comune degli Zard potrebbe cortesemente farsi qualche domanda, e darci qualche risposta?
Ma sono sicuro che dalla cittadella della minchiata non arriverà nulla. Come già detto, alla FMT non leggono Gabo.

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