Il mitico assessore agli Accampamenti Domenico "Mimmo" Mangone è una fucina di notizie per il povero Gabo. Sentite quest'altra. Mimmo, radici calabresi, miniera di voti del Pd, patisce il Museo Lombroso. Per via del cranio del brigante Vilella ivi conservato, al quale cranio Mimmo vorrebbe dare degna sepoltura. Se poi abbia altre ragioni per detestare Lombroso, io non so né azzardo ipotesi.
Un convegno d'altissimo profilo
Ad ogni modo. Il Mangone e i suoi sodali organizzano, l'11 marzo, un convegno "No Lombroso" con il pretesto di presentare il libro "Cento città contro il Museo Lombroso", scritto da alcuni intellettuali la cui fama mi era colpevolmente sfuggita, e asseverato da "testimonial del comitato scientifico" adeguati: un giornalista e il Mangone medesimo. Tutto ciò con l'auspicio di Mauro Laus, altra eccellenza del Pd torinese, che pensa bene di ospitare la bella rappresentazione in Consiglio regionale, di cui Laus, essendone presidente, si considera anche tenutario.
L'affare s'ingrossa. L'invito - che potete leggere qui con altre notizie sulla simpatica riunione - arriva in pompa magna a tutti i consiglieri del Pd. Una vera figata, insomma.
La dignità di chi ha studiato
Ma in questa sventurata Torino restano ancora sparsi brandelli di dignità, per cui arriva in serata il seguente comunicato: "In riferimento all'incontro organizzato dal Comitato No Lombroso in programma il prossimo 11 marzo a Torino, gli assessorati alla Cultura della Regione Piemonte e della Città di Torino e l'Università degli Studi di Torino, esprimono congiuntamente il proprio dissenso verso un'iniziativa contraria ai principi a cui essi si ispirano.
Quelli proposti sono infatti temi che nulla hanno a che vedere con la tradizione culturale e accademica della città né sono in sintonia con quei valori della ricerca scientifica ormai universalmente considerati una conquista indiscussa della nostra epoca.
L'obiettivo pare piuttosto quello di gettare discredito in modo strumentale sul Museo Lombroso, un'istituzione che invece è riconosciuta per il suo ruolo storico e documentaristico in tutto il mondo.
Appare peraltro singolare l'impiego della sede del consiglio regionale per tale appuntamento, essendo il Museo Lombroso un soggetto finanziato proprio da Regione Piemonte, Città di Torino e Università degli Studi di Torino in virtù della sua rilevanza culturale".
Ora, dico io: se Mimmo e Laus sono in contrasto con il loro governo, si dimettano e si dedichino anima e corpo alla loro crociata lombrosiana. E Filura rifletta se sia meglio perdere da soli o vincere con certe compagnie.
La gestione del convegno è affidata alla Rear?
RispondiEliminaChiudere un museo è un assurdità ! Anche se erano ideali sbagliati questi studi sono realmente accaduti ! In quegli anni si pensava veramente che i meridionali fossero meno intelligenti, come si pensava veramente che ci fosse la razza ariana, se si chiude questo museo esigo che presentiate la richiesta all'unione europea di chiudere al pubblico tutti i campi di sterminio perchè nulla hanno a che vedere con la tradizione culturale e accademica dell'Europa !
RispondiEliminaCerti personaggi danno ragione agli studi di Lombroso
RispondiEliminaGentile dottor Ferraris, credo sia doveroso precisare a Lei e ai suoi lettori che la concessione di una sala a Palazzo Lascaris per la presentazione del libro “Cento città contro il museo Cesare Lombroso” non significa che io voglia promuovere quel libro né che ne condivida i contenuti. Da presidente del Consiglio regionale, mi sforzo invece di promuovere l’immagine di una istituzione plurale, che non tema il dissenso, purché garbato e rispettoso, e non rifiuti il confronto, quando è civile e inoffensivo. Con questo spirito esercito la mia minima discrezionalità a Palazzo Lascaris. A me piace chiamarlo senso della democrazia. Cordialmente, Mauro Laus
RispondiEliminaGentile dottor Laus, prendo atto che lei non condivide le tesi del Comitato No Lombroso; e mi compiaccio che abbia deciso di non portare i suoi saluti al "convegno" nella veste istituzionale di presidente del Consiglio regionale. Veste istituzionale che implica un'attenta valutazione del proprio agire. A tal proposito, lascio ai suoi colleghi consiglieri il compito di giudicare se rientri nella di Lei discrezionalità la concessione di una sede istituzionale a un'iniziativa quantomeno assai divisiva. Io, nel mio piccolo, riterrei più opportuno che certe manifestazioni, dichiaratamente avverse a un'istituzione sostenuta dalla Regione, qual è il Museo Lombroso, non si tenessero in una sede regionale, bensì in luoghi privati.
EliminaA me piace chiamarlo senso dell'opportunità. Cordialmente, Gabriele Ferraris